Trattato di armonia e composizione – Parte seconda
CAPITOLO V – Della prima specie del contrapunto semplice a tre parti.
In questa specie ogni nota dee portare un accordo perfetto o di sesta, o con raddoppio di un intervallo, ad eccezione della nota sensibile. Possono trovarsi ottave o quinte nascoste tra due parti, anche quando la terza voce progredisce per voto contrario quando il basso fa un salto di quarta.
Le successioni nascoste (di quinta e mi ottava) compaiono, quando sempre lo spazio sia con l’immaginazione, sia realmente con piccole note. Gli accordi vuoti (senza terza) non sono permessi se non al principio e alla fine. Essi sono gettati nel corso del contrappunto, come pure e le altre armonie dissonanti. È mestieri, per quanto possibile, far cantare le voci in un modo naturale, evitare i salti troppo considerevoli, e non dare alle parti un’estensione maggiore dell’ottava, vale a dire, conviene restringerle nei limiti del rigo. Per evitare la monotonia, bisogna non impiegare sempre gli stessi intervalli e alternare gl accordi perfetti e di sesta. Per la terminazione, l’ultima misura prende l’ottava raddoppiata quando il canto fermo trovasi al di sopra o nella parte di mezzo: quando è alla voce inferiore si può impegnare l’ ottava e la terza preceduta dall’accordo di terza e di sesta.
Vedesi da quanto precede e il canto fermo può essere trasportato in tutte le parti. Nulla meno bisogna aver cura, secondo le circostanze, di cangiar di chiavi alla fine di evitare che le parti siano troppo alti o troppo basse.
Alla terminazione si possono impiegare a volontà terza minore o maggiore.
Pagina tratta da : Ludwig van Beethoven – Studi ossia Trattato di armonia e di composizione; prima versione italiana con note di F.G. Fétis (1784-1871) e L.F. Rossi (1805 – 1863) Milano, Luigi Ricordi & C. 1855, traduzione da Ignaz Xaver von Seyfried Ludwig van Beethoven’s Studien im Generalbasse, Contrapunkte und in der Compositions=Lehre , Wien, Tobias Haslinger, 1832. (traduttore Luigi Felice Rossi)