Beethoven e Viganò – un sodalizio neoclassico: “La Vestale”
La Vestale, ballo tragico di Salvatore Viganò da rappresentarsi sulle scene dell’I.R. Teatro alla Scala nella primavera dell’anno 1818
“La Vestale”, balletto in cinque atti su libretto di Salvatore Vigano, utilizza le musiche di Ludwig van Beethoven, Gioachino Rossini e Gaspare Spontini.
Il ballo “La Vestale”, espressamente composto per il Teatro alla Scala sulla scia del successo ottenuto da “La Vestale” di Spontini a Firenze nel 1817, andò in scena alla Scala nella primavera del 1818. L’affiancamento di Mozart, Rossini, e Beethoven a Spontini è sintomatico del giudizio dell’epoca sui valori artistici.
La Vestale, considerato “da molti per più solenne de’ componimenti” di Viganò si fa propagatore del nome di Beethoven inserendolo fra gli altri autori a cui attinse per le musiche come si rileva dalla stampa musicale pubblicata da Ricordi. Infatti l’editore milanese ne pubblicò una riduzione per pianoforte nell’estate del 1818 (PN 469-473) e l’alta tiratura dimostra che quest’opera fu un grande successo e che apparve con il seguente titolo:
La Vestale / Gran Ballo Tragico / INVENTATO E POSTO SULLE SCENE DEL R. TEATRO ALLA SCALA / Dal Sig.r / Salvatore Viganó / Ridotto per Cembalo solo / Dall’Editore Dedicato / A MADAMIGELLA / ELEONORA DE SEYFERT / [l.:] Proprietá dell’Editore [r.:] Deposto alla C. R. Bibl.a / [l.:] N.o 469. al 473. [r.:] Prezzo Lir 5. Ital.e / [M.:] MILANO / Presso GIO. RICORDI Negoziante di Musica, Editore del C. R. Conservatorio, e proprietario della Musica del R.o Teatro alla / Scala, che tiene Stamperia, Archivio di Spartiti e Magazzino di Cembali di Vienna e Monacco, nella Cont.a di S.TE Martherita N.o 113.
La Gazzetta di Milano del 28 Gennaio 1819 ne annuncia anche un’edizione ridotta per due violini, viola e violoncello “dal dilettante” D. Alberico Vitali. (vedere a piè pagina).
Nella sua biografia di Viganò del 1838, Ritorni dedica più tempo a questo balletto rispetto a molti altri, scrivendo per venti pagine una descrizione completa della trama e la sua valutazione del balletto. Secondo lui, la tragedia è stata così sorprendente che inizialmente provocò un silenzio estremamente triste in tutto il teatro, più che provocando applausi, soprattutto alla prima rappresentazione
Viganò conobbe La Vestale di Spontini, un’opera in tre atti in stile francese, che fu presentato per la prima volta a Parigi nel 1807, prima di essere portato a Napoli (l’unico Centro italiano per apprezzare l’opera in stile francese all’inizio del diciannovesimo secolo). Parte della musica di Spontini è incorporata nella partitura di Vigano. A differenza dell’opera di Spontini, La Vestale di Vigano è una tragedia. Emilia (Giulia in L’opera di Spontini) non viene salvata da un benevolo Vesta; invece è sepolta viva in una tomba sotterranea in una scena terrificante descritta dettagliatamente da osservatori del periodo.
Salvatore Viganò, nato a Napoli il 25 Marzo 1769 fu ballerino e in seguito coreografo. Era figlio d’arte, infatti suo padre Onorato fu maestro di ballo e coreografo; la mamma, Maria Teresa Boccherini, anch’ essa ballerina, era la sorella del celebre Luigi Boccherini e Salvatore studiò con lo zio composizione.
L’esordio come ballerino, in un ruolo femminile, avvenne a Roma. Poco dopo Viganò si recò in Spagna, scritturato per gli spettacoli in onore di Carlo IV a Madrid (1788), dove conobbe e sposò la danzatrice spagnola Maria Medina.
Successivamente, la coppia si recò in Inghilterra con il famoso coreografo J. Dauberval, dal quale Viganò apprese le teorie noverriane e l’arte della coreografia. Per breve tempo si esibì all’Opera di Parigi (1789) poi a Bordeaux e a Venezia (1790) dove il pubblico si entusiasmò soprattutto per le esibizioni della moglie che indossava costumi molto trasparenti e provocanti. Questo causò una prima frattura nella coppia che continuò ad esibirsi insieme dal 1795 al 1799 a Praga, Dresda, Berlino e Amburgo. Nel 1799, però, avvenne la definitiva rottura per cui Viganò rientrò a Vienna e divenne maître de ballet del teatro sino al 1803.
A Vienna creò la coreografia di molti celebri balletti per l’Hoftheater , su tutti quello che fu definito il suo capolavoro ovvero “Le creature di Prometeo” ,rappresentato per la prima volta al Burgtheater il 28 Marzo 1801. Mentre Beethoven compose le musiche, Viganò preparò tutta la coreografia e ballò perfino alla prima. Nonostante Beethoven non fosse molto soddisfatto del suo contributo, lo spettacolo fu replicato ben 14 volte nel 1801 e 13 volte l’anno dopo.
Viganò ritornò in Italia nel 1804; gli spettacoli successivi a Milano, Venezia, Roma e Padova segnarono un progresso dell’autore nel dramma danzato, basato sull’espressività correlata al ritmo musicale. Si stabilì definitivamente a Milano nel 1812, quando abbandonò la danza per dedicarsi totalmente alla coreografia.
Fino alla sua morte, avvenuta a Milano il 10 agosto 1821, assunse il ruolo di maître presso il Teatro alla Scala mettendo in scena con successo molti suoi lavori.
Ideatore del cosiddetto coreodramma (dramma danzato, una fusione di danza e recitazione drammatica, nel quale viene dato ampio spazio alla esibizione del corpo di ballo e meno agli assoli o ai pas de deux), fu il primo a intuire le potenzialità drammatiche dell’arte coreutica.
Viganò toccò il vertice della sua arte con “Prometeo” (rifacimento delle Creature di Prometeo) nel 1813, alla Scala di Milano. Ciò gli riuscì soprattutto grazie alla qualità dello spettacolo determinata dall’ottima interpretazione dei ballerini, alle scelte delle musiche, alcune delle quali composte da lui stesso, al grandioso apparato scenico di tendenza neoclassica. La critica, unanime, riconobbe in questo “ballo grande” le qualità del capolavoro: Stendhal, Foscolo, Porta ne fecero le lodi.Con l’ultimo coreodramma “I Titani” (1819) Viganò tocco punte altissime nella messa in scena spettacolare che presagiva l’incalzante romanticismo.
- Primo Atto
- (4’43")Sinfonia – Moderato (Cherubini)
- (1’49")1 Allegro – I Cartaginesi maltrattano i Trojani e vogliono incendiare l loro flotta
- (2’10")2 Andante – Enea racconta le sue vicende, e le sue disgrazie
- (1’42")3 Allegro moderato – Didone si interessa ad Enea e gli promette aiuto
- (1’36")4 Allegro giusto – Sbarco de’ Trojani e del piccolo Ascanio (Rossini)
- (3’18")5 Allegretto – Verginelle che portano frutti e fiori alli sbarcati Trojani (Majerbeer)
- (5’09")6 Pas de deux – Andante sostenuto
- (3’08")7 Entrée – Ballabile del primo atto del gran Ballo La Didone composto sopra un tema originale Africano (Lichtenthal)
- Secondo Atto
- (1’42")1 Decio pensoso – Adagio
- (1’30")2 Rimproveri a Decio per aver gettato l’ alloro – Allegro moderato
- (2’30")3 Ballabile al Banchetto in casa di Decio – Allegretto (Kinsky)
- (6’25")4 Decio confida all’amico il segreto del suo cuore – Claudio gli promette di condurlo nel Tempio di Vesta per una via sotterranea per rivedere Emilia (Weigl)
- Terzo Atto
- (1’31")1 Tempio di Vesta Emilia intenta a doveri del Rito – Adagio (Viganò)
- (4’59")2 Emilia vaneggia per l’ amore che sente per Decio (Rossini)
- (0’35")3 Entra Decio coll’ amico nel Tempio di Vesta – Allegro (Spontini)
- (2’13")4 Colloqui agitato de’ due amanti – Allegro (Rossini)
- (2’01")5 Emilia torna in se – Andantino (Beethoven, Egmont)
- (4’20")6 Le Vestali scoprono che Emilia ha lasciato spegnere il fuoco sacro (Spontini)
- Quarto Atto
- (0’56")1 – Decio e Claudio vengano per indagare la sorte d’ Emilia (Weigl)
- (0’41")2 (Senza titolo) Allegro vivace (Weigl)
- (2’01")3 Sortita d’ Arciflamine – Andante (Mozart)
- (1’11")4 Arrivo de’ Consoli – Andante (Weigl)
- (1’36")5 Informazione dell’ Arciflamine a consoli (Weigl)
- (2’15")6 Esame d’ Emilia – Andante sostenuto (Spontini)
- (3’59")7 Emilia condannata a morte – Allegro (Rossini)
- Quinto Atto
- (0’59")1 – Il popolo si raduna piangendo la sorte della vestale Emilia (Spontini)
- (3’40")2 Marcia funebre – Lento (Spontini)
- (1’45")3 Emilia vien sciolta nella barra – Lento (Weigl)
- (1’51")4 Congedo delle compagne – Andante espressivo (Carafa)
- (2’33")5 La seppelliscono – Largo (Lichthental)
- (2’45")6 Arrivo e morte di Decio – Allegro (Spontini / Carafa)
Beethoven e Viganò – un sodalizio neoclassico: “La Vestale”
La Vestale, ballo tragico di Salvatore Viganò da rappresentarsi sulle scene dell’I.R. Teatro alla Scala Ridotto a quartetto per due violini, viola e violoncello.
Al Conservatorio di Genova Niccolò Paganini è conservata la partitura di una “riduzione” per quartetto d’ archi della Vestale. Il titolo recita: “La Vestale, Gran Ballo Tragico Inventato e posto sulle scene del R. Teatro alla Scala dal signor Salvatore Viganò Ridotto a quartetto per due violini, viola e violoncello, ed allo stesso impareggiabile coreografo dedicato da Alberico Vitali”.
La partitura, probabilmente coeva la prima riduzione per pianoforte (1819 circa), fu adattata a quartetto da Alberico Vitali, che fece lo stesso per “Otello, Gran Ballo Tragico Inventato e posto sulle scene del R. Teatro alla Scala dal signor Salvatore Viganò Ridotto a quartetto per due violini, viola e violoncello, ed allo stesso impareggiabile coreografo dedicato da Alberico Vitali” , Questa volta senza musica di Beethoven.
Qui sotto in WP il pezzo beethoveniano, trascritto per quartetto d’ archi, Andantino “Emilia ritorna in se”, Atto terzo, scena quinta. Musica tratta dall’ Opus 084: Musik zu J.W. von Goethes Trauerspiel “Egmont” 06 Zwischenaktmusik III – Allegro – poco meno allegro
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