GUNDEBERGA – Ballo istorico pantomimico in sei atti composto e diretto del sig. Gaetano Gioja

DA RAPPRESENTARSI NELL’ I. e R. TEATRO DI VIA DELLA PERGOLA
L’ AUTUNNO DEL 1815.
FIRENZE Nella Stamperia Fantosini Con Approvazione.

Unica edizione che si è trovata è la seguente, presente alla Biblioteca di Harvard e di cui abbiamo già chiesto di avere le scansioni per paragonarle a queste già studiate: Carlini, Luigi, Gaetano Gioja, and Giuseppe Galluzzo. Settimino nel ballo Gundeberga [piano score} John Milton and Ruth Neils Ward Collection (Harvard Theatre Collection). Napoli: Girard, 1822. Non appena le riceveremo sarà nostra cura aggiornare l’articolo. Per quanto riguarda le esecuzioni, il ballo La Gundeberga ha avuto un discreto successo come dimostrato dei vari libretti stampati in diverse città Italiane.

Dalle date riportate sul libretto  si presume che i due manoscritti possano essere datati verso il 1815-1820. Inoltre a differenza dell’altro ballo di Gioja “Il Conte Essex” (cui il Centro Ricerche Musicali dedica una pagina) non vi è alcuna edizione a stampa sia della riduzione per pianoforte e sia per la partitura completa.

Sembra che la prima esecuzione sia avvenuta presso il Teatro alla Scala nella primavera del 1814 come riportato nel volume “Serie cronologica delle rappresentazioni drammatico-pantomimiche poste sulle scene dei principali teatri di Milano dall’autunno 1776 all’intero autunno 1818 coi rispettivi elenchi dei signori poeti … compilazione di Giuseppe Chiappori” pubblicato a Milano da Giovanni Silvestri nel 1818. Qui sotto la pagina con il dettaglio dell’esecuzione.

Siamo venuti a conoscenza che in questo balletto vi sono musiche di Beethoven grazie al libretto pubblicato a Napoli nel 1822 (dettaglio mancante negli altri libretti), in quanto nelle prime pagine oltre che ad elencare gli attori e i cantanti riporta gli autori delle musiche tra cui: Beethowen, Rossini, Gallemberg….

Mancato di vita senza successione Adaloaldo Re dei Longobardi, Gundeberga di lui Sorella trasferì con la sua mano i di lui diritti al Consorte Arioaldo già Duca di Torino, che inalzato al Trono d’Italia pagò di sconoscenza questa Principessa, che quasi in dote gli aveva arrecato un Regno. Le di lei attrattive avevano fatta tale impressione in uno de’ principali Signori Logobardi detto Adalolfo, che reso audace per l’ intiera confidenza d’ Arioaldo ebbe la presunzione di tentare la fede conjugale della Regina, da cui non riportò che, una dimostrazione d’ alto sdegno, avendogli la casta Principessa sputato sul volto in risposta. Il perfido amante per vendicarsi, e prevenire le meritate lagnanze di Gundeberga presso il Consorte corre il primo ad Arioaldo, ed accusolla di tramare la di lui morte unitamente a Tasone Duca del Friuli, che suppose destinato dal a Regina a rimpiazzarlo Si nel Talamo, che nel Trono. Sulla sola asserzione di costui, l’ acciecato, e troppo facil marito fece racchiudere l’ innocente sposa nella fortezza di Lomello, ove restò carcerata circa tre anni, dopo i quali Clotario Re de’ Franchi intimo per mezzo di solenne ambasciata ad Arioaldo, che una Principessa discesa dal sangue de’ Franchi (*) non dovea senza prova, sopportar la pena, e l’ infamia d’ una sì nera imputazione. Si ebbe ricorso pertanto a ciò che in quell’ età veniva chiamato Giudizio di Dio, ed il Campione che si esibì di pugnare in difesa di Gundeberga ottenne un pieno successo. Il traditore Adadolfo restò vinto, e la Regina ristabilita nel primiero onorevole grado. Dopo la morte di Arioaldo i Longobardi ebbero tal fiducia nel senno, e virtù di lei, che le lasciarono l’ elezione dello Sposo, e Sovrano. Ella giustificò la loro stima colla scelta di Rotari uno dei Re più rispettabili di quella Dinastìa, fra l’ armi non solo, ma più singolarmente per l’ arti della pace, essendo stato il primo a formare un Codice scritto delle Leggi Longobardiche state incerte, e tradizionali fino a quell’ epoca.

L’ unità dell’ azione che astringe al severo vincolo di non eccedere lo spazio delle ore 24 ha necessitato il Compositore a per metter si alcuni cangiamenti nell’ esposizione di questo successo istorico, che vièn riportato negli Annali d’ Italia del Muratori circa l’ anno 629. Questi episodj , oltre all’ indicata ragione, sono altresì sembrati indispensabili ad ottenere quell’effetto Teatrale , che non vuolsi giammai perder di vista in composizioni di simil genere . Possa un tale arbitrio; non venir condannata con tutto il rigore della Storica precisione, e meritate, il compatimento del colto Pubblico Fiorentino, che in altre occasioni ha generosamente prodigato testimonianze di aggradimento al rispettoso Compositore, ed il di cui autorevol suffragio è il premio più lusinghiero che passa augurarsi chi ha l’ onore di consacrargli le sue fatiche.

L’ Azione succede in Pavia, e nelle sue adiacenze.

 (*) Gundeberga era figlia d’ Agilulf, e di Teodolinda, la quale ebbe per Padre Garibaldo I. Duca di Baviera, e per Madre Gualdrada vedova di Teobalio Re dei Franchi.

Come si nota il nome di Beethoven veniva spesso scritto come Beethowen, come anche dimostrato dalla seguente immagine tratta dal Catalogo delle musiche stampate da Ricordi nel 1828:

ATTORI

GUNDEBERGA Regina dei Longobardi Sposa di

Sig. Marietta Canti.

ARIOALDO

Sig. Giuseppe Mangini.

AGILOLFO loro Figlio di tenera età

Sig. Antonio Coppini.

ADALOLFO primo Ministro e Confidente dI Arioaldo

Sig. Luigi Cosca.

ROTARI Gener. dell’ Armi Longobardiche.

Sig. Giuseppe Faldi

TASONE primo Scudiere della Regina.

Sig. Filippo Taglioni.

GENERALI subalterni .

Sigg. Pasquale Caselli. Fioravante Boresi. Gio. Van Meill. detto animella

SCUDIERI.

Sigg. Gaetano Rabbuiati. Giovanni Poggiolesi. Giuseppe Nazzari.

DAMIGELLE.

Sigg. Tommasina Fabbujati. Anna Carraresi. Carolina Torelli. Ester Bellini.

Capitani. Cortigiani. Donzelle. Guardie. Soldati. Prigionieri. Pastorelle. Pastori.

GUNDEBERGA – Ballo posto in scena nell’ I.  TEATRO DELLA PERGOLA Musica ridotta per piano – forte (Conservatorio di Musica Luigi Cherubini Firenze, copia 1)

Titolo:  La Gundeberga | Ballo composto dal Sig.re Gaetano Gioja | Nell’ Imp. Teatro di via della Pergola | ridotto per Piano-Forte. Descrizione fisica   56 c. ; 220×290 mm. Segnatura FI0035 F.P.S.718

ATTO PRIMO

Galleria terrena, corrispondente ai Giardini con ritratto del Re Arioaldo.

Gundeberga immersa nei più tristi pensieri, originati dalla troppo lunga assenza d’Arioaldo, ne contempla amorosamente l’immagine. Varie Donzelle: del di lei seguito si trattengono nel Giardino. Arrivo di Adalolfo, seguito da varij Cortigiani, che chiede di presentare, alla Regina alcune arte relative al suo Ministero . Le Damigelle annunziano alla Sovrana il di lui desiderio; Ella vi acconsente, e lo riceve con dimostrazioni di parzialità. Il Ministro le presenta le carte, che la Regina prende ad esaminale; ma trattandosi, in esse d’affari concernenti l’amministrazione del Regno reputa opportuno di congedare le Donzelle onde parlarne con maggior libertà col medesimo. Adalolfo esulta segretamente di restar star solo con Gundeberga, si compiace, mentre ella legge, di vagheggiarla, e di pascolar così l’occulta sua fiamma.

La Sovrana esterna molta soddisfazione per l’abilità non meno ; che per l’ attività del Ministro; s’alza, lo ringrazia del zelo ch’ ei porta nell’ adempimento delle sue incombenze, ed in segno d’approvazione gli appoggia dolcemente la mano sopra una spalla. Adalolfo acciecato dalla sua viva passione ed incoraggito da questo segno della bontà di Gundeberga si azzarda a stringerle, e baciarle la mano con trasporto d’ardore, il che da prima non viene interpretato sinistramente dalla Regina , onde egli viepiù lusingato, e vedendosi senza alcun testimone, ardisce dì tentar d’abbracciarla.

Gundeberga all’estremo sorpresa, ed indignata della temerità d’Adalolfo gli dimostra altamente, ed in maniera non equivoca, il suo sdegno; vorrebbe quindi richiamare le Damigelle, ma egli prostrato ai di lei piedi la trattiene, e la scongiura di tacere il suo attentato. Sopraggiunge Agilolfo, che rimarca con sorpresa lo sconcerto del Ministro, lo sdegno della Madre, Adalolfo in vederlo si alza rapidamente. Odonsi intanto rimbombare in qualche distanza festivi bellici strumenti, e nel tempo istesso si presentano varj Corrtigiani, Scudieri e Donzelle onde annunziare con giubbila il prossimo ritorno di Arioaldo. Gundeberga a tal notizia con trasporto di gioja abbraccia il figlio, minacciando quindi Adalolfo di svelare l’audace suo tentativo ad Arioaldo. Tasone che il primo le ha recata la fausta notizia dell’arrivo dello sposo riceve dalla medesima delle testimonianze sì vive, di gratitudine, che malgrado il suo profondo rispetto, fa trasvedere quanto ne resti lusingata l’ occulta passione che nutre a di lei riguardo.

Ciò con sfugge alla perspicacia d’ Adalolfo, che accenna di voler profittarne a suo vantaggio, e che procura con tutte le arti di placar la Regina e d’impegnare Agilolfo al silenzio per averlo ritrovato ai piedi Gundeberga, ma il fanciullo senza curarlo parte per procurarsi più sollecitamente il piacere di rivedere il suo Genitore. La Regina risolve abbigliarsi pomposamente onde prepararsi a ricevere Arioaldo e parte con le Donzelle lanciando un’ altera occhiata minacciosa, e di disprezzo sopra; Adalolfo.

Spaventato il medesimo dal suo pericolo, ed irritato dai disprezzi della Regina passa rapidamente dall’ amore all’ odio, ed al desiderio della vendetta ; quindi trattiene Tasone, ed artifiziosamente gli fa credere che Gundeberga nutra per esso dei teneri sentimenti, e che gli abbia comunicato l’ordine d’introdurlo nell’ interne sue stanze. Tasone non presta fede in principio alle parole d’Adaolfo, ma rassicurato poscia dalle asserzioni, e dai giuramenti del traditore, non dissimula la sua gioja e si abbandona alla speranza da lui concepita per opera del medesimo. Ritorno della Regina nel più brillante abbigliamento seguita dalle Damigelle, ella s’arresta alcun poco nel vedere a Stretto colloquio Tasone con Adalolfo. Questi profitta d’un tal momento per avvicinarsele in umile aspetto, e con segretezza la scongiura del suo perdono, non risparmiando alcuna protesta per assicurarla d’un eterno rispetto. Tasone in disparte, supponendo che Adalolfo parli in suo favore, in rispettoso atteggiamento mostra d’ unire le proprie alle di lui preghiere, per cui la Sovrana interpreta che anch’ egli s’interessi ad intercedere perdono per il Ministro, e dopo qualche resistenza mostra calmarsi, e promette d’osservare un profondo silenzio sull’accaduto.

Adalolfo sì allontana soddisfatto dalla Regina, ed accenna misteriosamente a Tasone d’aver tutto combinato, e lo sollecita a porgerle il braccio. Gundeberga non potendo resistere all’ impazienza di rivedere il Consorte, appoggiandosi a Tasone parte facendo segno al suo corteggio di seguirla. Adalolfo ritiene alcuni Cortigiani a lui singolarmente affezionati, e prodigandogli promesse, li stimola a rapire il Figlio Reale, ed a trucidarlo in luogo remoto. Essi promettono con giuramenti d’eseguire i suoi ordini, e partono per quella direzione, a cui poc’anzi si era incamminato Agilolfo.

ATTO SECONDO 

Gran Piazza con vista della Reggia, e parte eminente della Città.

Gundeberga sul Trono è impaziente dì rivedere il Consorte Trionfante dello popolazioni del Friuli da lui soggiogate. Questi giunge al suono di marziali strumenti, abbraccia Gundeberga presentandole Rotari come quello fra i suoi Generali

che più sì è disfinto nella spedizione da cui ritorna, quindi accoglie con amicizia Adalolfo, che rispettosamente accenna di prostrarsi ai suoi piedi, ma che vien dal medesimo trattenuto con un amplesso, e ricerca con premura del Figlio.

La Regina sorpresa di non vederlo in compagnia del Consorte, cui aveva creduto ch’egli si fosse affrettato a correre incontro, spedisce premurosamente in traccia di esso alcioni Scudieri .

Arioaldo dopo aver consegnato alla cura di Rotari alcuni prigionieri, chiede conto segretamente ad Adalolfo della condotta della Regina in tempo della propria assenza ; questi evitando di appagarlo gli risveglia ad arte in seno dei sospetti, e mostrando finalmente di cedere contro sua voglia all’insistenza del Sovrano, gli accenna Gundeberga, e Tasone, che non staccarsi dal di lui fianco, nè trattenersi di rimirarla con interese.

Freme il Re per tale scoperta, ma dissimulando ascende in Trono con la Consorte per ricevere gli omaggi dei Sudditi, che con liete danze gli esprimono il giubbilo, da cui son penetrati nel rivederlo

Ritorno degli Scudieri mandati in traccia d’ Agilolfo, che recando lacerata una di lui divisa annunziano esser egli stato rapito da gente armata.

La gioja in un momento cangiasi in luttto ; Arioaldo impone ad Adatolfo di tentar tutto per rinvenire il Figlio, ma questi malignamente gli accenna la Regina, che caduta quasi in deliquio all’ annunzio funesto viene premurosamente soccorsa da Tasone, ed accresce i sospetti del Re dandogli un cenno che Gundeberga possa aver fatto allontanare il fanciullo come forse consapevole degli amori suoi con Tasone. .

Arioaldo è furente; nè vorrebbe più dissimulare i proprj trasporti, ma viene trattenuto dal perfido Ministro, che gli fa riflettere non essere conveniente abbandonarsi ad alcun eccesso prima |d’essersi accertato con gli occhi proprj dell’ occulte pratiche della Sposa di cui promette di dargli evidente prova. –

Il Re si ritira seguito dai suoi Duci e Cortigiani Adalolfo trae seco con segni d’ intelligenza Tasone. Gundeberga dal proprio corteggio vien ricondotta alla reggia, mentre con disordine termina l’Atto.

GUNDEBERGA – Ballo posto in scena nell’ I.  TEATRO DELLA PERGOLA Musica ridotta per piano – forte (Conservatorio di Musica Luigi Cherubini Firenze, copia 1)

Titolo:  La Gundeberga | Ballo composto dal Sig.re Gaetano Gioja | Nell’ Imp. Teatro di via della Pergola | ridotto per Piano-Forte. Descrizione fisica   56 c. ; 220×290 mm. Segnatura FI0035 F.P.S.718

ATTO TERZO

Appartamento della Regina, che corrisponde al Gabinetto segreto.
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Mentre varie Donzelle stanno piangendo la perdita del Real Figlio, si avanza Tasone avviluppato nel manto del Re, ed accompagnato da Adalolfo il quale per meglio deludere le suddette ostenta ossequio, e rispetto per il supposto Sovrano. Deluse le suddette dall’ accennato travestimento richiedono se il Re desideri di vedere Gundeberga, e Adalolfo, facendosi interprete della volontà del Re, risponde affermativamente aggiungendo ch’ egli attende lei sola. Il medesimo persuade a Tasone di ritirarsi nel gabinetto contiguo, ove finge, che la Regina gli abbia ordinato di ottenderla, e quindi parte. Gundeberga giungendo riman sorpresa di non ritrovar lo Sposo, e si turba, credendolo partito per impazienza della di lei tardanza. Incerta fra il richiamar le Damigelle, che gli hanno comunicato i di lui ordini, e il partire, esita alquanto, poi risoluta d’allontanarsi vien trattenuta da Tasone, che sortendo dal gabinetto se le getta ai piedi con entusiasmo di gioja, di riconoscenza, e d’affetto, Gundeberga sorpresa, e sconcertata non sa che pensarsi dello Scudiere, paventa che il Re possa di momento in momento sopraggiungere, ed obbliga quindi Tasone ad alzarsi, chiedendogli conto delle ricerche che, lo aveva incaricato di fare del rapito suo Figlio.

Tasone ,confuso, intimidito non sa che risponderle a tale proposito, e si appiglia finalmente al partito di rilevarle ingenuamente le insinuazioni d’Adalolfo, e la cagione che ivi condusselo. Inorridisce l’innocente Gundeberga a, tale, scoperta, ed inveisce contro la temerità di Tasone, e la perfìdia del detestabile Autore di questa trama; Tasone protestasi non reo che di soverchia credulità, ed implora perdono d’un fatto di cui egli non è stato che il miserabile istrumento. Odesi intanto calpestio di gente che si avanza, la Regina spaventata, e senza conoscer più quel che facciasi, spinge Tasone verso la soglia del segreto gabinetto, mentre sopraggiungono Arioaldo, e Adalolfo, cui quest’ ultimo, addita il supposto disonore, tutti restando per un momento in situazione analoga ai propri affetti. Gundeberga vuoi difendersi, e smascherare il traditore, ma nello sconcerto delle sue idee freme, confondesi ed è furiosamente respinta dal Consorte. Tasone tenta di scuoprir la trama di Adalolfo, ma questi, fingendo zelo per l’onor vilipeso del Monarca, impugnato uno stile rapidamente lo ferisce. Arioaldo furibondo pretende che Gundeberga prima di morire gli sveli ove ha fatto celare il figlio consapevole, per quel’ eh’ ei crede, dei suoi delitti, ma non potendo ottenere in risposta che lacrime, Singulti , ed atti di disperazione vinto dallo sdegno, e dalla gelosia se le avventa per ferirla, ma vien trattenuto da Adalolfo.

Accorrono allo strepito i Cortigiani, Damigelle; e il Re manifesta loro senza alcun ritegno il supposto delitto di Gundeberga . Rotari non persuaso delle apparenze tenta invano di placarlo ed invano ugualmente s’interpongono altri Grandi che persistendo il Re nel suo furore rigetta qualunque scusa possa venirgli addotta, sdegna le proteste della supplice Sposa , e non mostra fiducia che in Adalolfo, cui commette di trascinar l’infelice nel Forte di Lomello, ove destina farle pagare il fio della colpa, di cui la crede rea, quindi s’invola alla vista d’ un oggetto che gli è reso insoffribile, e di cui non cura le smanie, il pianto, la disperazione. Tutti lo seguono confusamente con dimostrazioni di rammarico, e di compassione per la Regina , che oppressa dall’ angoscia , e priva affatto di sentimento vien condotta altrove dai Satelliti di Adalolfo.

ATTO QUARTO

Caverna dalla quale si scorge il Castello di . Lomello, al piede di questa selva, ed entrata di , antico acquedotto sotterraneo, che comunica all’ interno di una Torre dei detto Castello.

Una schiera di Pastori, e Pastorelle tagliano e raccolgon legna. Vedendo imminente il tramontar del Sole preparano de’ cibi onde ristorarsi, ed assisi rimirano i meno bisognosi di ristoro abbandonarsi ad una gioja innocente espressa con liete danze, indi per diverse parti ritiransi. Partiti i Pastori sopraggiungono i Satelliti d’Adalolfo che traggono a viva forza il fanciullo Agilolfo piangente. Segue fra loro breve contrasto , perché alcuni di loro già stanchi non vorrebbero proseguire il viaggio, nè svenare in questo loco il fanciullo, altri credono opportuno d’inoltrarsi in parte ancor più remota ; questa contestazione è interrotta da strepito di Cavalli che si ode in lontananza, e che gradatamente avvicinandosi gli fa risolvere a celare nella grotta sopraccennata il fanciullo, e ad osservar chi si avanzi ponendosi in aguato. Avanzasi Adalolfo in un Cocchio con Gundeberga oppressa dall’ angoscia, e con seguito di molte Guardie. Coloro che un momento prima si erano ritirati si presentano a lui che ravvisandoli scende dal Cocchio e gi’interroga sulla sorte del fanciullo Agilolfo. I Satelliti gli rappresentano di non aver creduto ancora opportuno d’ ucciderlo per non trovarsi in parte abbastanza remota, ma che – lo hanno celato nella grotta vicina ond’egli, rinnovandogli il Comando di trafiggerlo al più presto, si prepara a proseguire il suo cammino. Intanto i gemiti, e le grida che si ascoltano nell’ interno della grotta fanno, riscuotere Gundeberga dal letargo, in cui la riteneva l’ abbattimento di spirito, e dopo un momento d’attenzione, riconoscendo la voce del figlio balza rapidamente dal Cocchio, vuole inoltrarsi nella grotta, ei, venendo impedita si agita e prorompe nella più Violenta disperazione. Accorrano allo strepito alcuni Pastori che riconoscendo la Regina ne prendano le difese, e con i loro arnesi rusticali attaccano i Satelliti del traditore Adalolfo, e fugate le guardie, che tenevano in custodia Agilolfo , questi restando libero s’incontra con la Madre: Mentre stringono teneramente, i Satelliti li dividono, e nuovamente vorrebbero trascinar re Agilolfo nella grotta, nonostante le smanie, pianti, e sforzi della Madre, e del Figlio. Ritornano alcuni Pastori precedendo Tasone, che nulla curando la ferita da lui ricevuta a voluto unirsi con Rotari, e un numeroso seguito di soldati per andare in traccia del rapito Agilolfo,

Tasone, e Rotari avendo osservato dalla sommità d’ una collina le violenze esercitate da Adalolfo con Gundeberga, animati dal proprio zelo si decidono di salvarla. Adalolfo vedendo, che Tasone, Rotari, ed i loro seguaci s’incamminano sulle sue tracce per liberare la Regina, sollecitamente s’introduce nel forte con la medesima , e ne fa quindi alzare senza dilazione il ponte levatojo. Rotari persuaso dell’ inutilità d’ogni altro tentativo per il momento si decide a ricondurre Agilolfo fra le braccia del Re suo padre, e ad animare il medesimo alla vendetta contro Adalolfo, Tasone ricusa di seguirlo, e si ostina a restare in quel luogo onde vendicarsi col traditore. Un vecchio Pastore scuopre a Tasone un accesso non conosciuto al Castello per mezzo d’ un’ antico acquedotto sotterraneo di cui mostra ingombrato l’ ingresso da folti dumi ; Gli altri Pastori si affrettano con i loro istrumenti rusticali ad aprire il sentiero, e preceduti da Tasone s inoltrano coraggiosamente dentro il medesimo .

ATTO QUINTO
Gabinetto del Re.

Vedesi il Re concentrato nel più significante abbattimento; i Grandi, ed i Cortigiani, che lo circondano tentano invano di sollevarlo, Odesi improvviso tumulto ; varie Donzelle sopraggiungono desolate, e dolenti, annunziando la terribile circostanza dell’ innocente Regina; Freme Arioaldo ostinandosi nel riputarla colpevole. Alcuni Cortigiani tripudiando precedono l’ inaspettato arrivo di Agilolfo , guidato da Rotari. Arioaldo con eccesso di giubbilo corre ad incontrare, ed abbracciare il figlio; dopo una rapida espansione dei paterni affetti; Rotari gli rappresenta in qual grandissimo pericolo egli ha ritrovato Agilolfo, e che non resta alcun dubbio che questo Principe non sia stato rapito per opera d’ Adalolfo.

Questo delitto d’ Adalolfo comincia ad illuminare Arioaldo sull’iniquo di lui carattere, e ad indurlo in qualche dubbiezza sulla pretesa reità di Gundeberga, e resta appieno convinto della di lei innocenza per l’ingenuo racconto di Agilolfo che gli narra d’aver sorpreso questo perfido ministro ai piedi della medesima, e d’ averne osservata l’indignazione della Madre contro il di lui attentato alla sua virtù. Sorpresa, e furore d’ Arioaldo, che smania, e freme per l’incertezza in cui si ritrova di poter ritoglier la preda allo scellerato Adalolfo, e per impaziente avidità di punirlo. Rotari, i Duci, i Grandi lo animano concordemente alla vendetta, snudano gli acciari, e giurano di liberare l’ innocente oppressa Regina, o di morire. Arioaldo abbattuto dall’angoscia, e dal rimorso della soverchia sua credulità, vacilla, ed appena può sostenersi, ma stimolato dal Suo Corteggio parte insieme con Rotari, col Figlio , e coi Grandi .

(5) La GUNDEBERGA – Balli ridotti per il cimbalo La Niube, Cesare in Egitto e la Gundeberga (Conservatorio di Musica Luigi Cherubini Firenze, copia 2)

Le immagini qui riportate sono tratte dai due seguenti manoscritti dell’opera Gundeberga eseguito al Teatro Imperiale di via della Pergola in Firenze: ecco la scheda  del secondo manoscritto in trascrizione per pianoforte presenti presso la Biblioteca del Conservatorio di musica Luigi Cherubini  presenti nell’articolo. Titolo:    La Gundeberga | Ballo composto dal Sig. Gaetano Gioja | Nell’ Imp. Teatro di Via della Pergola | Ridotto per Piano-Forte. Descrizione fisica: 56 c. ; 210x 300 mm. Segnatura: FI0035 F.P.S.646.1

ATTO SESTO
Interno della Torre di Lomello con voragine corrispondente all’ acquedotto sopraindicato , e scala in prospetto.

Adalolfo trascina Gundeberga immersa nel massimo abbattimento. Egli non desiste dal far nuovi tentativi sulla virtù della Sovrana, che resiste con fermezza a tutte le sue promesse, lusinghe, ed umiliazioni . Furore d’Adalolfo che impugnato un’ acciaro minaccia di ucciderla ; Gundeberga presenta il seno alle ferite, e si protesta pronta a morir, mille volte piuttosto che dividere i suoi delitti. Il traditore disperando alfine di superare la sua virtù, si risolve a togliersi dagli occhi per sempre la vittima della propria iniquità, ma conoscendosi per esperienza: incapace a ferjrja si decide a precipitarla nella voragine sopraccennata. La rapidità del lampo è minore di quella con cui nell’ atto di cadere viene essa sostenuta dai Pastori, che sorgono improvvisamente dal sotterraneo, e si dispongono ad assalire Adalolfo. Tasone procura che non venga oppresso dal numero il traditore, ma nel tempo istesso lo sfida, e l’obbliga a venir seco nel momento a singolar tenzone, con cui detto si propone di sostenere l’innocenza della Regina , e di vendicare insieme le proprie offese. Non potendo Adalolfo sottrarsi da tal’impegno comincia a difendersi dalla vivacità dell’assalto di Tasone; intanto si ode romore d’ armi, e dalla parte superiore vedonsi fuggire in disordine le guardie d’Adalolfo incalzate da Arioaldo e suo seguito di Duci, e Soldati ; Agilolfo non si allontana dal fianco del padre. Tasone ferisce a morte Adalolfo, che velandosi il volto col manto, vorrebbe sottrarsi agli sdegnati sguardi d’Arioaldo, indi astretto a confessare la sua perfida calunnia , e l’innocenza di Gundeberga , spira fra movimenti feroci di rimorso, e di disperazione.

Arioaldo corre a gettarsi ai piedi di Gundeberga, che priva di sentimento è restata fra le braccia dei Pastori, apre languidamente gli occhi, e con sorpresa di tenerezza si abbandona nelle braccia d’ Arioaldo, bacia avidamente il recuperato figlio, e prodiga a Tasone, ed alli Duci, e Guardie accorse per la sua salvezza i più significanti ed espressivi ringraziamenti , con azione tanto rapida che animata, con cui formandosi un quadro termina il Ballo.

Le due copie sembrano essere coeve, e pure vergate dalla stessa mano. Tuttavia, a parte qualche insignificante differenza, in una delle due copie il copista ha riportato il titolo programmatico dei diversi numeri. Li diamo esattamente come sono scritti:

Sinfonia:  Grave – Allegro.

Atto Primo 1) Andante: Gundeberga pensosa per l’ assenza dello sposo. 2) Allegro: Arrivo di Adaolfo che le presenta alcune carte. 3) Cantabile: Si compiace nel vagheggiarla. 4) Allegro assai: Le palesa il suo amore per lei. 5) Allegro: Sopraggiunge Agilolfo che rimarca lo sconcerto del Maestro, e si odono le trombe che annunziano il ritorno di Arioaldo – Iasone reca la notizia del ritorno del Re. 6) Allgro vivace: Adalolfo fa credere a Iasone che la Regina lo ami. 7) Allegro: Ritorno della Regina –  (Gundeberga parte col seguito) – Adaolfo medita il rapimento del figlio Reale. Fine atto primo.

Atto Secondo 8) Marcia: Marciano le truppe longobarde. 9) Andante: Arioaldo abbraccia la sposa, e le presenta Rotari. 10) Allegro – Maestoso: Annunzio di corpo di ballo. 11) Allegro. “col registro del piano senza smorzi”. 12) Andante Marcato: Ballabile generale. 13) Largo: Il Re domanda del figlio.

Atto Terzo – 14) Andante: Adaolfo conduce Iasone coperto del manto Reale e ordina alla Damigelle a nome del Re di chiamare Gundeberga. 15) Allegro: Gundeberga sorpresa di non trovar lo sposo, come le è stato fato credere 16) Allegro: calpestio di gente che avanza. 17) Allegro: Gundeberga vuol difendersi, ma si confonde.

Atto Quarto – 18) Allegro: Diversi paesani tagliano la legna e le donne preparano per ritrovarli. 19) Allegro: Ballabile dei paesani 20) Allegro (BEETHOVEN SONATA PER PIANOFORTE IN DO MINORE  Opus 13 – primo movimento) : I satelliti di Adaolfo conducono a forza il fanciullo Reale. 21) Marcia – Allegro: Adaolfo in un  cocchio con Gundeberga. 22) Allegro: Adaolfo dismonta dal cocchio e consulta con i Satelliti che hanno condotto il fanciullo.

Atto Quinto – 23) Largo: Il Re è concentrato nel più cupo abbattimento. Alcuni cortigiani precedono Rotari, che riconducono il figlio. Consolazione di Arioaldo nell’ abbracciare il fanciullo.

Atto Sesto – 24) Grave: Tentativi di Adaolfo per indurre Gundeberga ai suoi voleri. 25) Adaolfo è ferito. Sua morte, e liberazione di Gundeberga.

La Gundeberga fa parte del progetto La ricerca diventa Arte

Una nuova vita per le opere sconosciute di Ludwig van Beethoven: Un’ esplorazione artistica a cura del pianista maestro Sebastiano Mazzoleni

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