WoO 99 Numero 10 Nei campi e nelle selve

Il manoscritto si trova a Berlino alla Staatsbibliothek, manoscritto Artaria 166a. Beethoven ha composto due versioni differenti di questo canto: la prima, totalmente cancellata, forse su suggerimento di Salieri, la troviamo alle pagine 35-38 del manoscritto, la seconda alle pagine 47-50. Così la descrive W. Hess nell’appendice al Primo Volume dei suoi Supplemente zur GA:

Komposition Hess 217 Thayer Stück 19 Komponiert nach Nottebohm um 1795 Autograph Artaria 166 Seite 35-38 Erstdruck durch Willy Hess in “Atlantis” Jahrgang 25 Heft 5 (Mai 1953) Seite 212. Das Autograph zeigt eine eizige Aenderung von Beethovens Hand: Takt 36 lautete der Tenor zuerst Beethoven hat, wohl auf Veranlassung von Salieri, sämtliche vier Seiten dick durchgestrichen und das Lied nocheinmal vorgenommen.

II Komposition Hess 220 Thayer Stück 22 Komponiert wohl unmittelbar nach dem Vorigen Autograph Artaria 166 Seite 47-50 Erstdruck durch Willy Hess in “Atlantis” Jahrgang 25 Heft 5 (Mai 1953) Seite 213 An früheren Arbeitsstadien lassen sich feststellen: Mitte Takt 7 bis Mitte Takt 8: Tenor in Takt 11:

In Takt 23war das letzte Achtel des Sopranes zuerst ein “Fis”, die beiden ersten Töne des Altes ein “g”, diejenigen des Tenores “es” (also in beiden Fällen eine Terz höher als in der endgültigen Gestalt), außerdem sollte der Tenor mit zwei Achten Auftakt (Text “Clori”) vorausgehen, ebenfalls auf dem “es”. Alle diese Korrekturen scheinen von Beethoven bei der Niederschrift angebracht worden zu sein, ohne Veranlassung Salieris. Beethovens Angabe “Coro” (er wünscht also chorische Besetzung) und “Allegro” auf dem Autograph der ersten Komposition dürfen wir wohl unbedenklich auch für die zweite als gültig betrachten, bei welcher über dem zweiten Teil ausdrücklich “Adagio” vermerkt ist.

Nella versione A Beethoven indica a fine brano un dacapo (al fine) che rende ciclico il Canto e che smorza la cupezza delle strofe finali. Nella versione B invece lo omette, ma indica tutta la seconda parte del brano in tempo Adagio e in tonalità minore; questo cambio modo e tempo rende la composizione molto più cupa e aderente al testo rispetto alla prima. Naturalmente difficile e forse fuori luogo, sarebbe stato ritornare al clima gaio dell’inizio. Un’altra differenza tra le due versioni è che la prima è stata pensata per un coro a 4 voci mentre nella seconda non troviamo alcuna indicazione.

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