Opus 89 Polacca in do maggiore per pianoforte

I) Alla polacca – Vivace

Opus 89 Polacca in do maggiore per pianoforte op. 89, dicembre 1814, dedicata alla zarina Elisabetta Alexeievna di Russia, pubblicata a Vienna, Mechetti, marzo 1815. GA. n. 188 (serie 18/6) – B. 89 – KH. 89 – L. IlI, p. 228 – N. 89 – T. 189.

Titolo ufficiale: „Opus 89“ Polonaise (C-dur) für Klavier Widmung: Elisabeta Alexejewna Zarin von Russland NGA VII/6 AGA 188 = Serie 18/6

Il manoscritto originale è sconosciuto. Abbozzi nel quaderno di cui al n. 586, comunicati dal Nottebohm.

La composizione di quest’opera come omaggio alla zarina fu suggerita al maestro dall’amico dottor Andrea Bertolini; Beethoven, scrive il Thayer-Riemann, in principio si mostrò riluttante; poi sedette al pianoforte e improvvisò vari temi invitando il Bertolini a sceglierne uno.

L’opera si uniforma allo stile alternativamente brillante, quasi marziale, ed espressivo della tipica danza di cui il maestro aveva dato già esempi nella Serenata op. 8 (V. n. 135) e nel Triplo Concerto per pianoforte, violino, violoncello e orchestra op. 56 (v. n. 410).

Creazione e pubblicazione: Abbozzi si trovano nel quaderno di schizzi “Mendelssohn 6” occupato dagli ampi schizzi per la cantata op. 136, che furono scritti tra la fine di settembre e la fine di novembre 1814. Beethoven probabilmente presentò la polacca alla zarina di Russia nel dicembre 1814 / gennaio 1815, prima che lasciasse Vienna il 9 marzo 1815. L’edizione originale fu pubblicata nel febbraio 1815 da Mechetti a Vienna. Beethoven compose l’op. 89 Forse per gratitudine per il generoso contributo di 200 ducati dato dalla zarina russa all’Accademia del 29 novembre 1814 e per i concerti successivi (Friedensblatt 1, 1814, 24 dicembre 1814, p. 312, citato da Nottebohm/Beethoveniana ll p. 311  – nota). Forse la composizione fu anche un regalo per la zarina, che tradizionalmente riceveva una polacca in omaggio nel giorno del suo compleanno, che cadeva in gennaio (Lodes/Op89). Dopo che la Zarina ricevette l’opera, Beethoven chiese di poterla pubblicare e dedicargliela: „Ihro Durchlaucht [Fürst Narischkin, Oberkammerherr der Zarin] haben mir die sehr angenehme Nachricht ertheilen laßen, daß die Kaiserin mein kleines opfer mit Wohlgefallen aufgenommen habe, in so fern ist mein höchster wünsch erfüllt — aber wie sehr würde ich mich geehrt finden wenn ich der Welt es bekannt machen könnte, Theil daran nehmen laßen […] dur[ch] vorsezung ihres Namens“ (BGA 766). L’edizione originale di Pietro Mechetti a Vienna fu pubblicizzata per la prima volta il 27 febbraio 1815 (Thayer/1865. KH erroneamente indica l’ 11 marzo 1815) nella Wiener Zeitung leggiamo: „NB. Es ist dieß die erste Original Klavier-Polonoise dieses grossem Meisters“. Dedica: Elisabeta Alexejewna Zarin von Russland, geborene Prinzessin Luise Marie Auguste von Baden, nata il 24 gennaio 1779 a Karlsruhe e morta il 4 maggio 1826 a Belev, figlia del principe ereditario Karl Ludwig von Baden (1755-1801) e di sua moglie Amalie von Hesse-Darmstadt (1754-1832), sposò il 28 settembre 1793 il Granduca che divenne nel 1801 lo zar Alessandro I (vedi Op. 30) adottando il nome Elisabeta Alexejewna quando si convertì all’ ortodossia russa.  Secondo Alexander W. Thayer, l’imperatrice ricevette il compositore in udienza e gli chiese di suonare il piano nelle sue stanze. Come regalo di ringraziamento, secondo il suo medico, il dott. Giuseppe Bertolini. il compositore ricevette da lei 50 ducati e anche il doppio della somma come successivo compenso onorario per le sonate per violino op.30, dedicate all’imperatore già dal 1803 (TDR III p. 486f). La Zarina infatti era presente all’Accademia di Beethoven il 29 novembre 1814, e poi si fece portare dal principe Narischkin 200 ducati in oro.

Collegata a questo compenso c’era la richiesta di ascoltare Beethoven suonare il piano in privato. Birgit Lodes sospetta che Beethoven fosse imbarazzato da questa richiestao, poiché le sue capacità pianistiche erano diminuite perché si era „seit mehrere[r] Zeit mehr bloß der Autorschaft (von Schaffen) widmete“ (BGA 766). Per liberarsi dall’ imbarazzo, compose la polonaise con sezioni liberamente improvvisate come regalo. L’autorizzazione per la prevista dedica della polacca fu concessa nel gennaio 1815 attraverso la mediazione del ministro imperiale della casa, il principe Piotr Wolkonski. Oltre alla polacca, la zarina ricevette anche la riduzione per pianoforte della 7a sinfonia op.92, pubblicata nel novembre 1816 (questa sinfonia fu suonata nel concerto del 29 novembre 1814 e proprio l’ ascolto di quest’ opera spinse l’imperatrice a mettersi in contatto con Beethoven). Nel 1824 Beethoven pensò di dedicare la Missa Soleminis alla Zarina (BGA 1841 del 26 maggio 1824), ma il progetto non fu attuato. (Clive/Dizionario; Kopitz/Op89; Lodes/Op89.) Per quanto riguarda il numero d’opus: nell’ inventario del 24 luglio 1819 (BGA 1317), Artaria nomina la polacca come quarta delle opere che „gar keine Nummern und kein Opus“. Nello stesso anno nel “Catalogue des Oeuvres” Artaria le assegnò il numero di opus 89, che mantenne da quel momento e che corrisponde alla data di pubblicazione (la Sonata per pianoforte op. 90 fu pubblicata nel giugno 1815). Sia la polacca che il numero di opus 89 mancano nell’indice tematico di Hofmeister del 1819. Prima esecuzione sconosciuta.

Abbozzi: (1) PL-Kj, Mus. ms. autogr. Beethoven Mend.-Stift. 6 („Mendelssohn 6“), Pagine 99f, 102-104 e 106-113. Datazione dicembre 1814.
2) F-TOc, SV 383, folio 3recto. Attribuzione all’ Op. 89 dubbia. Datazione (JTW S. 235-240): Da dicembre 1814 a febbraio Febbraio 1815.

Prima edizione: 1815 (febbraio). Vienna, Pierre Mechetti, PN 382. – Titolo: “POLONOISE / pour le / Piano=Forte / composée et dediée / A. S. M. / Elisabetha Alexiewna / IMPERATRICE DE TOUTES LES RUSSIES / par / LOUIS VAN BEETHOVEN / Proprieté de l’editeur. / à Vienne chez Pierre Mechetti ci-devant Charles, / Bürgerspital-Platz N° 1166.“

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