Anhang 10

Variazioni in si bemolle maggiore per pianoforte su “Ich hab’ein kleines Hüttchen nur” (Io ho soltanto un piccolo cappelluccio) di Gleim.
KH. (A) 10 – L. IV, pag. 340/k.

Il testo a cui, secondo il titolo, apparterrebbe il tema posto a base di queste Variazioni, era stato pubblicato, con il titolo “An Solly”, nel 1775 nel periodico Iris, edito da J. G. Jacobi. Ad esso furono adattate varie melodie di carattere popolare, che il Friedländer riporta nella sua opera: Das deutsche Lied im 18 Jahrhundert, 1902, pag. 63. Ma secondo questo stesso autore il tema dell’opera di Beethoven non deriverebbe da nessuna delle melodie suddette; potrebbe piuttosto considerarsi come una variante della nota aria: “Vetter Michel” (Il cugino Michele), svolta nella forma di variazioni per cembalo da vari compositori (ibid., pag. 77), e riportata nel Musikalischer Hausschatz der Deutschen di G. M. Fink (1819, n. 86). Questa forma si avvicina molto al tema in oggetto, il quale del resto ricorda anche un po’ quello della canzone di Johann Friedrich Reichardt (1752-1819) sulle parole appunto di Gleim: “Ich habe ein kleines Hüttchen nur”.

Sia per l’inesatta indicazione dell’origine del tema che per la considerazione del debole contenuto interiore della elaborazione beethoveniana, il Friedländer affacciava qualche dubbio riguardo alla rigorosa autenticità delle Variazioni in oggetto; sull’argomento, trattandosi anche qui di un manoscritto della « successione Beethoven », pubblicato vari anni dopo la sua morte, (come quello del Rondò del soldo perduto vedi n. di cat. 162), si potrebbe oggi tornare a far congetture dello stesso genere.

Gli MP3 per pianoforte e clavicembalo si riferiscono rispettivamente alla seconda ed alla prima versione, come riportato dalla edizione Henle Verlag.

Johann Wilhelm Ludwig Gleim (1719–1803) fu un poeta tedesco dell’Illuminismo, noto per la sua poesia anacreontica e patriottica, e per il ruolo centrale che ebbe nella vita culturale di Halberstadt.

Nato il 2 aprile 1719 a Ermsleben, Gleim studiò giurisprudenza all’Università di Halle, dove entrò in contatto con importanti figure del pensiero illuminista come Alexander Gottlieb Baumgarten. A Halle fondò un circolo poetico con Johann Peter Uz e Johann Nikolaus Götz, dedicato alla poesia ispirata all’Anacreonte greco, caratterizzata da temi leggeri, amorosi e giocosi. Dopo gli studi, fu segretario del principe Guglielmo di Brandeburgo-Schwedt e partecipò alla guerra slesiana. In seguito ottenne un incarico stabile come segretario del Capitolo della cattedrale di Halberstadt, dove visse per il resto della sua vita, diventando una figura centrale della cultura locale. Gleim fu un autore prolifico e versatile. Le sue opere si possono suddividere in tre filoni principali:

  • Poesia anacreontica: con il suo Versuch in scherzhaften Liedern (1744–45), aprì la stagione della poesia galante e giocosa in Germania, celebrando l’amore, il vino e la bellezza in uno stile leggero e musicale.
  • Poesia patriottica: durante la Guerra dei Sette Anni, compose i Preußische Kriegslieder von einem Grenadier (1758), canti di guerra prussiani che celebravano il coraggio dei soldati e lo spirito nazionale.
  • Poesia popolare e didascalica: con i Lieder für das Volk (1772), cercò di avvicinare la poesia al popolo, con temi morali e civici, e con le sue traduzioni dal Minnesang medievale contribuì alla riscoperta della tradizione germanica.

A Halberstadt, Gleim fu soprannominato “Vater Gleim” (Padre Gleim), non solo per la sua età e saggezza, ma per il ruolo di mecenate e promotore culturale. La sua casa divenne un vero e proprio salotto letterario, frequentato da poeti, filosofi e artisti. Raccoglieva ritratti di scrittori e intellettuali, creando una sorta di “pantheon” visivo della cultura tedesca.

Gleim morì il 18 febbraio 1803 a Halberstadt, lasciando un’eredità importante nella poesia tedesca del XVIII secolo. Fu un ponte tra l’Illuminismo e il Romanticismo, tra la leggerezza anacreontica e l’impegno patriottico. La sua casa è oggi il Gleimhaus, un museo letterario che conserva manoscritti, ritratti e documenti della sua vita e della sua epoca.

Ich hab ein kleines Hüttchen nur
Es steht auf einer Wiesenflur
Vor diesem Hüttchen steht ein Bach
und diesem Bach fließt Liebe nach

Am Hüttchen klein steht groß ein Baum
Vor welchem siehst das Hüttchen kaum
Schützt gegen Sonne, Kält´ und Wind
all die darin versammelt sind

Sitzt auf dem Baum Frau Nachtigall
Und schlägt im grünen süßen Schall
Das jeder, der vorübergeht
Gern lange horcht und stille steht

Fließt unterm Baume hell der Bach
Schwatzt alles süß den Vögeln nach
In diesem Hüttchen bin allein
Mag länger ohne dich nicht sein

In diesem Hüttchen König bin
schläft immer sich so süß´darin
daß man, in süßen Schlaf gelenkt
nicht ans Erwachen denkt

O du, mein Liebstes auf der Welt
Das Hüttchen dir gewiß gefällt
Bist zärtlich, rauhe Winde wehn
Wills du nicht mit ins Hüttchen gehn