Opus 75 Sei Lieder – Sechs Gesange (sei canti) per voce e pianoforte

I) Kennst du das Land – II) Neue Liebe, neues Leben – III) Aus Goethes Faust – IV) Gretels Warnung – V) An der fernen Geliebten – VI) Der Zufriedene

Opus 75 – Sei Lieder – Sechs Gesange (sei canti) per voce e pianoforte, Opus 75, 1809; dedicati alla principessa Kinsky, pubblicati a Lipsia, Breitkopf e Hartel, ottobre 1810. G.A. Numero 219 (serie 23- 5) – Boett. IX – 2, V- 5 e 3 , IV – 6 e VII 4 e 5 – Bruers 75 – KH. 75 – L. III, pagina 180 – Nottebohm 75 – Petters 22 e 98 (numeri 3 e 4) Thayer 158, Biamonti 502.

 [Da Biamonti Giovanni – Catalogo cronologico e tematico delle opere di Beethoven comprese quelle inedite e gli abbozzi non utilizzati, Torino, ILTE 1968]

Titolo ufficiale: Opus 75 Sechs Gesänge nach Texten verschiedener Dichter für Singstimme und Klavier Widmung: Maria Charlotte (Caroline) Fürstin Kinsky NGA XII/1 Nr. 40-45, 80 AGA 219 = Serie 23/5

Creazione e pubblicazione: gli schizzi e la datazione manoscritta di Beethoven di alcuni manoscritti mostrano che i numeri 1, 5 e 6 e le seconde versioni dei numeri 2-4 furono creati a Vienna nel 1809. L’edizione londinese originale fu pubblicata da Clementi, Banger, Collard, Davis & Collard tra agosto e ottobre 1810, l’edizione di Lipsia seguita nel dicembre dello stesso anno da Breitkopf & Härtel. La seconda versione della canzone n° 2, che nell’autografo è datata 1809, fu probabilmente scritta come reazione alla prima versione (WoO 127) pubblicata da Simrock nel 1808 senza il consenso di Beethoven. Esistono schizzi per il n. 3, probabilmente realizzati nel 1792, ma forse subito dopo la pubblicazione del “Faust. Ein Fragment” furono trascritti a Bonn nel 1790. Helga Lühning suppone che Beethoven li elaborò in una prima versione e nel 1809, durante il rinnovato e approfondito esame dell’opera di Goethe, ne compose una seconda versione.

Le opere 73-81a e 82 così come i canti WoO 136, WoO 137 e WoO 139 furono oggetto di un accordo tra Beethoven e Muzio Clementi (probabilmente in occasione del suo soggiorno a Vienna 1808-1810) con lo scopo di avere le opere come edizioni originali a Londra e a Lipsia o a Vienna. Beethoven inizialmente pianificò di stampare insieme le canzoni e le canzoni delle successive opere 75 e 82 e di pubblicarle simultaneamente il primo febbraio 1811. Il 4 febbraio 1810 offrì a Breitkopf & Härtel le seguenti opere: „12 Gesänge Mit Begleitung des Klawier’s theils Deutscher theils Italienischer text“ (BGA 423).

Si tratta probabilmente dei sei canti tedeschi op.75 e dei cinque canti italiani op.82, per i quali volle comporre un sesto canto. Con Clementi, che si stava consacrando come musicista a Vienna nell’estate del 1810, aveva probabilmente già accettato di esibirsi a Londra poco dopo l’offerta a Breitkopf & Härtel. Per cinque canti Clementi si attenne alla data fissata da Beethoven e consegnò solo il sesto più tardi, nella Breitkopf & Härtel si verificarono ritardi dovuti a trattative sui compensi. I manoscritti furono finalmente inviati all’editore il 3 luglio 1810 (BGA 452), e Beethoven li informò per la dedica il 21 agosto (BGA 465). Un certificato di proprietà firmato inviato a Beethoven il 25 luglio 1810 fu restituito dal compositore il 19 febbraio 1811. Beethoven inviò copie a Clementi ea Breitkopf & Härtel come modelli di stampa, quindi le due edizioni furono create indipendentemente l’una dall’altra. Le stampe di Clementi sono caratterizzate da una maggiore cura e sono meno difettose di quelle tedesche. L’edizione Breitkopf & Härtel dell’op. 75 fu pubblicata assieme all’op. 74 e 76-79 nel dicembre 1810.

Testi: le canzoni n. 5 e 6 sono basate su poesie di Christian Ludwig Reissig e furono pubblicate da Artaria a Vienna già nel luglio 1810 – cioè prima  fossero pubblicate dalla Breitkopf & Härtel – in una raccolta pubblicata dallo stesso poeta: „Achtzehn deutsche Gedichte mit Begleitung des Piano-Forte von verschiedenen Meistern“ cui seguirà negli anni successivi tutta una serie di edizioni collettive con ambientazioni delle poesie di Reissig da parte di vari editori. Christian Ludwig Reissig (1783-1847), nato a Kassel, entrò nel servizio militare austriaco nel marzo 1809, fu gravemente ferito a maggio e ricevette un encomio nel gennaio 1810 „für seine gute Dienstleistung und seine frühzeitige, vor dem Feind überkommene schwere Verwundung“. La sua raccolta di poesie, intitolata „Blümchen der Einsamkeit“, fu pubblicata nel 1809 e in una terza edizione aumentata nel 1815 da Wallishausser a Vienna. Reissig tentò con successo di far musicare un gran numero delle sue poesie da un totale di 40 noti compositori, tra cui – oltre a Beethoven – Abbé Joseph Gelinek, Mauro Giuliani, Adalbert Gyrowetz, Friedrich Heinrich Himmel, Johann Nepomuk Hummel, Leopold Kozeluch, Conradin Kreutzer, Ignaz Moscheies, Wenzel Müller, Johann Friedrich Reichardt, Antonio Salieri, Ignaz von Seyfried, Bernhard Anselm Weber, Joseph Weigl e Karl Friedrich Zelter.

Queste composizioni di canzoni furono per lo più pubblicate dallo stesso Reissig con dediche a personalità di alto rango in raccolte la cui identificazione e distinzione bibliografica presenta diverse difficoltà (vedi sotto). Beethoven mise in musica un totale di sette poesie di Reissig: nel 1809, oltre a ” „An den fernen Geliebten“ e „Der Zufriedene“ per l’ Op. 75 anche il „Lied aus der Ferne“ WoO 137, „Der Jüngling in der Fremde“ WoO 138 e „Der Liebende“ WoO 139; nel 1814 „Des Kriegers Abschied“ WoO 143 e negli anni 1815/16 „Sehnsucht“  WoO 146.

Dedica: Maria Charlotte (Caroline) Principessa Kinsky von Wchinitz und Tettau, nata Baronessa von Kerpen, nata il 4 marzo 1782 e deceduta il 2 novembre 1841, dall’8 giugno 1801 sposata con il principe Ferdinand Johann Nepomuk Kinsky von Wchinitz und Tettau (vedere op. 86). Beethoven diede all’editore Breitkopf & Härtel di Lipsia la dedica all’op. 75 il 21 agosto 1810. Il compositore descrisse la principessa Kinsky a Breitkopf & Härtel il 28 gennaio 1812 come una delle „der hübschsten Dicksten Frauen in Vien“ (BGA 545). Assieme al principe Lobkowitz e all’arciduca Rodolfo, il principe Kinsky era uno dei mecenati della pensione di Beethoven e la dedica a sua moglie è probabilmente un segno della gratitudine del compositore. Quando il principe morì il 3 novembre 1812 a seguito di un incidente a cavallo, sua moglie e suo cognato, Franz Anton Graf von Kolowrat-Liebsteinsky, assunsero la tutela dei figli minori. Kinsky era già in arretrato con i pagamenti della pensione a Beethoven mentre era ancora in vita, e la recessione finanziaria austriaca del 1811 aveva fatto perdere gran parte del suo valore alla somma. Nel luglio 1811 Kinsky aveva promesso verbalmente a Beethoven un aumento dello stipendio, che però non fu pagato.

Dopo la morte di Kinsky nel 1812, Beethoven si rivolse alla principessa il 30 dicembre 1812 con una richiesta di pagamento della sua quota garantita della pensione (BGA 607f). Inoltrò la richiesta di Beethoven al conte Kolowrat a Praga, poiché non poteva decidere su questioni finanziarie senza il consenso del suo co-tutore e autorità di tutela, il Landrecht boemo a Praga. Di conseguenza scoppiò una disputa legale durata un anno tra Beethoven e gli eredi di Kinsky sulla loro quota della pensione di Beethoven, che fu risolta solo il 18 gennaio 1815 attraverso un accordo. La dedica dell’op. 94 alla principessa Kinsky nel 1816 è forse un’espressione della gratitudine di Beethoven per aver continuato a pagare lo stipendio. Oltre all’op. 75 e 94 le sono dedicate anche i Drei Gesänge op.83 (1811). La principessa era una buona cantante e appariva anche in concerti (Johann Friedrich Reichardt riferisce di un’esibizione alla fine di gennaio 1809 al Palais Lobkowitz: „Die Stimme der Fürstin hat besonders in der Tiefe einen weichen, vollen, echt Italienischen Klang

Prima esecuzione sconosciuta. In una lettera a Goethe datata 28 maggio 1810, Bettina von Arnim riferì che Beethoven le aveva offerto l’op. 75 n. 1 suonando al pianoforte: „unangemeldet trat ich ein, er saß am Klavier, ich nannte meinen Namen, er war sehr freundlich und fragte: ob ich ein Lied hören wolle, was er eben komponiert habe; – darauf sang er scharf und schneidend, daß die Wehmut auf den Hörer zurückwirkte: ,Kennst du das Land?1 — ,Nicht wahr, es ist schön“, sagte er begeistert, ,wunderschön! Ich will’s noch einmal singen’, er freute sich über meinen heiteren Beifall.“

Gli abbozzi saranno trattati in un articolo appositamente creato per il Centro Ricerche Musicali www.lvbeethoven.it

Opus 75 Numero 1 Kennst du das Land, Lied per voce e pianoforte

Opus 75-1 – Kennst du das Land – 1809 (Conosci il paese), canzone di Mignon dai Wilhelm Meisters Lehrjahre di Goethe. II manoscritto originale è perduto. Ne esistono delle copie rivedute, una delle quali nel fondo Bodmer della Beethovenhaus. Due strofe sul medesimo motivo musicale dolce e ben modellato, a cui risponde ogni volta un secondo motivo dallo spunto anelante in movimento Mosso, con le parole del ritornello: “Dahin! Dahin mocht ich mit dir, o mein Geliebter ziehn” (Laggiù! laggiù vorrei andare con te, o mio amato). Il testo:

Kennst du das Land, wo die Zitronen blühn,
Im dunkeln Laub die Gold-Orangen glühn,
Ein sanfter Wind vom blauen Himmel weht,
Die Myrte still und hoch der Lorbeer steht?
Kennst du es wohl?
Dahin! dahin
Möcht ich mit dir, o mein Geliebter, ziehn.

Kennst du das Haus? Auf Säulen ruht sein Dach.
Es glänzt der Saal, es schimmert das Gemach,
Und Marmorbilder stehn und sehn mich an:
Was hat man dir, du armes Kind, getan?
Kennst du es wohl?
Dahin! dahin
Möcht ich mit dir, o mein Beschützer, ziehn.

Kennst du den Berg und seinen Wolkensteg?
Das Maultier sucht im Nebel seinen Weg;
In Höhlen wohnt der Drachen alte Brut;
Es stürzt der Fels und über ihn die Flut!
Kennst du ihn wohl?
Dahin! dahin
Geht unser Weg! O Vater, laß uns ziehn!

Opus 75 Numero 2 Neue Liebe, neues Leben, Lied per voce e pianoforte

Opus 75-2 – Neue Liebe, neues Leben – 1809 (Nuovo amore, nuova vita): Herz mein Herz, testo di Goethe. Il manoscritto originale si trova nel fondo Bodmer della BeethovenHaus. Seconda redazione del lied WoO 127. Tre strofe, la prima e l’ultima sullo stesso motivo musicale, la seconda, conformandosi al testo, più animata e giuliva. Il testo:

Herz, mein Herz, was soll das geben?
Was bedränget dich so sehr?
Welch ein fremdes neues Leben!
Ich erkenne dich nicht mehr!
Weg ist alles, was du liebtest,
Weg, warum du dich betrübtest,
Weg dein Fleiß und deine Ruh’,
Ach, wie kamst du nur dazu!

Fesselt dich die Jugendblüte,
Diese liebliche Gestalt,
Dieser Blick voll Treu und Güte
Mit unendlicher Gewalt?
Will ich rasch mich ihr entziehen,
Mich ermannen, ihr entfliehen,
Führet mich im Augenblick
Ach, mein Weg zu ihr zurück.

Und an diesem Zauberfädchen,
Das sich nicht zerreissen läßt,
Hält das liebe, lose Mädchen
Mich so wider Willen fest,
Muß in ihrem Zauberkreise
Leben nun auf ihre Weise.
Die Verändrung, ach wie groß!
Liebe, Liebe, laß mich los!

Opus 75 Numero 3 Aus Goethes Faust, Lied per voce coro e pianoforte

Opus 75-3 – Aus Goethes Faust – 1809 Flohlied (Canzone della pulce): “Es war einmal ein Konig” (C’era una volta un re), dal Faust di Goethe. Il manoscritto originale (o copia riveduta?) si trovava, a quanto riferisce il KH., nella raccolta di Siegfried Ochs di Berlino (morto nel 1929). Alcuni abbozzi risalgono all’ultima epoca di Bonn; citati a suo tempo dal Nottebohm, sono stati riprodotti dallo Schmitz. Si ricollega al genere buffonesco, come, ad esempio, “Il viaggio di Urian” o “La prova del bacio”, qui naturalmente elevato di grado (anche per merito della poesia) ed in parte trasformato nella musica di tipo; il diabolico, bizzarro, pungente, fantastico, rappresentato, per quanto sobriamente, da vari elementi caratteristici: il ritornello Stru­mentale con il suo ghiribizzo, la varietà delle cadenze nel corso del periodo melodico (sol, fa, do minore e alla sua fine maggiore) la sfuggente conclusione. Il testo:

Es war einmal ein König,
Der hatt’ einen [großen Floh,
Den liebt’ er gar nicht wenig,
Als wie seinen eig’nen Sohn.
Da rief er seinen Schneider,
Der Schneider kam heran;
Da, miß dem Junker Kleider
Und miß ihm Hosen an!

In Sammet und in Seide
War er nun angetan,
Hatte Bänder auf dem Kleide,
Hatt’ auch ein Kreuz daran,
Und war sogleich Minister,
Und hatt einen großen Stern.
Da wurden seine Geschwister
Bei Hof auch große Herrn.

Und Herrn und Frau’n am Hofe,
Die waren sehr geplagt,
Die Königin und die Zofe
Gestochen und genagt,
Und durften sie nicht knicken,
Und weg sie jucken nicht.
Wir knicken und ersticken
Doch gleich, wenn einer sticht.

Opus 75 Numero 3 Aus Goethes Faust, Lied per voce e pianoforte fa parte del progetto La ricerca diventa Arte

Una nuova vita per le opere sconosciute di Ludwig van Beethoven: Un’ esplorazione artistica a cura del “musicattore” Luigi Maio

Opus 75 Numero 4 Gretels Warnung, Lied per voce e pianoforte

Opus 75 – 4 – Gretels Warnung (L’avvertimento di Gretel) Etewals lebhaft mit leidenschaftlichter Empfindung, doch nicht zu Geschwind (con sguardi d’ amore e suoni e canti) testo di Gerhard Anton von Halem. Non si sa dove si trovi oggi il manoscritto originale posseduto già dall’autore del testo, il poeta dilettante Gerhard Anton von Halem di Lipsia (morto nel 1858), che lo aveva avuto in dono da Beethoven. Tre strofe, sulla medesima melodia dolcemente ondulata (e non certo inespressiva), in cui Gretel narra come, dopo aver ceduto all’amore del bel Christel, sia stata da lui abbandonata per altre ragazze ed esorta le sue compagne a non fidarsene. Il testo:

Mit Liebesblick und Spiel und Sang
Warb Christel jung und schön;
So lieblich war, so frisch und schlank
Kein Jüngling rings zu seh’n.
Nein, keiner war
In ihrer Schaar,
Für den ich das gefühlt!
Das merkt er, ach!
Und ließ nicht nach,
Bis er es all, bis er es all,
Bis er es all erhielt!

Wohl war im Dorfe mancher Mann,
So jung und schön wie er;
Doch sah’n nur ihn die Mädchen an
Und kos’ten um ihn her.
Bald riß ihr Wort
Ihn schmeichelnd fort,
Gewonnen war sein Herz.
Mir ward er kalt,
Dann floh er bald
Und ließ mich hier, und ließ mich hier,
und ließ mich hier im Schmerz.

Sein Liebesblick und Spiel und Sang,
So süß und wonniglich,
Sein Kuß, der tief zur Seele drang,
Erfreut nicht fürder mich.
Schaut meinen Fall,
Ihr Schwestern all’,
Für die der Folsche glüht,
Und trauet nicht dem, was er spricht.
O seht mich an, mich Arme an,
O seht mich an, und flieht!

Opus 75 Numero 5 An der fernen Geliebten, Lied per voce e pianoforte

Opus 75-5 – An der fernen Geliebten (All’amato lontano). Ernst wohnten susse Ruh una goldner Frieden (Una volta dolce quiete e aurea pace abitavano), testo di Reissig, II manoscritto originale si trova nella Deutscher Staatsbibliothek di Berlino. La melodia, elementarissima e brevissima, è ripetuta inesorabilmente per sei strofe, e poco o niente ha a che fare con il significato del testo. La G.A. propone due versioni, che pubblichiamo entrambe. Il testo:

Einst wohnten süße Ruh’ und gold’ner Frieden
In meiner Brust;
Nun mischt sich Wehmut, ach! seit wir geschieden,
In jede Lust.

Der Trennung Stunde hör’ ich immer hallen
So dumpf und hohl,
Mir tönt im Abendlied der Nachtigallen
Dein Lebewohl!

Wohin ich wandle, schwebt vor meinen Blicken
Dein holdes Bild,
Das mir mit banger Sehnsucht und Entzücken
Den Busen füllt.

Stets mahn’ es flehend deine schöne Seele,
Was Liebe spricht:
“Ach Freund! den ich aus einer Welt erwähle,
Vergiß mein nicht!”

Wenn sanft ein Lüftchen deine Locken kräuselt
Im Mondenlicht;
Das ist mein Geist, der flehend dich umsäuselt:
“Vergiß mein nicht!”

Wirst du im Vollmondschein dich nach mir sehnen,
Wie Zephyrs Weh’n
Wird dir’s melodisch durch die Lüfte tönen:
“Auf Wiederseh’n!”

Opus 75 Numero 6 Der Zufriedene, Lied per voce e pianoforte

Opus 75-6 – Der Zufriedene (L’uomo contento) : Zwar schuf das Gluck hienieden mich veder reich noch gross (certo la sorte non mi ha fatto quaggiù ricco nè grande), testo di Reissig. II manoscritto originale si trova nella Deutsche Staatsbibliothek di Berlino. Dobbiamo ripetere quanto già detto per il numero precedente. Solo possiamo dire che la melodia è un po’ meno frugale, e non in dissidio con il carattere gioviale del testo. Il testo:

Zwar schuf das Glück hienieden
Mich weder reich noch groß,
Allein ich bin zufrieden,
Wie mit dem schönsten Los.

So ganz nach meinem Herzen
Ward mir ein Freund vergönnt,
Denn Küssen, Trinken, Scherzen
Ist auch sein Element.

Mit ihm wird froh und weise
manch Fläschchen ausgeleert!
Denn auf der Lebensreise
ist Wein das beste Pferd.

Wenn mir bei diesem Lose
Nun auch ein trüb’res fällt,
So denk’ ich: keine Rose
Blüht dornlos in der Welt.

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