WoO 55 Preludio in fa minore per pianoforte (organo)

WoO 55 Preludio in fa minore per pianoforte od organo, 1787-1803, pubblicato a Vienna, Bureau d’arts et d’industrie, gennaio 1805. GA. n. 195 (serie 18/13) – BRUERS 166 – KH. (WoO) 55 – L. IV, pagine 322/29 – Nottebohm pagina 149 – P. 13 – Schunemann pagina 216/13 -Thayer 121 – Biamonti 374.

Il manoscritto originale è perduto. A quanto riferisce il Nottebohm, un vecchio esemplare della prima edizione avrebbe portato l’annotazione, di mano ignota: «à l’àge de 15 ans».

Ma sulla attendibilità di questa attribuzione di data — e analogamente a quanto è stato osservato per il Minuetto di cui al n. precedente Biamonti 373 — si sollevano molti dubbi nel senso che, in ogni caso, il Preludio deve avere avuto importanti ritocchi in occasione della progettata e non avvenuta edizione del 1803 di cui parla Ries in una lettera a Simrock del 13 settembre 1803. L’opera costituirebbe, secondo Thayer-Riemann (che la ascrive al 1787), «la più significativa testimonianza dello studio dello stile di Bach compiuto da Beethoven».

A causa della mancanza di fonti autografe, è estremamente difficile determinare quando sia stato scritto questo preludio. Quel che è certo è che il pezzo fu riveduto nel settembre 1803, poiché Ferdinand Ries lo offrì in vendita a Simrock in una lettera del 13 dello stesso mese: „Auch können Sie jetzt 8 Lieder von Beethoven und ein Präludium, die er seinem jüngsten Bruder für einige erwiesene Gefälligkeiten schenkte, kaufen.“ (BGA 155.). Su una copia frammentaria a mano di un copista dell’op. 52 n. 2 c’è anche la seguente dichiarazione di proprietà da parte di Beethoven: „Ich erkläre diese 8 Lieder und das preludium aus f moll für das Eigenthum meines Bruders Johann van Beethoven. Ludwig van Beethoven Wien am 7ten 8bre 1803“.

Una revisione del pezzo forse molto precedente, come ritiene il Kinsky / Halm (KH p. 501) sulla base di considerazioni stilistiche, in relazione ad una edizione a stampa non concretizzata precedente all’ edizione  Simrock del 1803 non può essere giustificata in maniera più dettagliata. Motivi biografici (le lezioni con Neefe e gli studi sul Wohltemperiertem Klavier di Bach) potrebbero fare risalire questa composizione al periodo di Bonn (Cholopow / Wo055 p. 431). Il suggerimento di Nottebohm che una copia dell’edizione originale recasse la nota “è l’ age de 15 ans” di mano ignota (Nottebohm / Studien p. 12) punta in questa direzione.

Questa copia non è stata ancora trovata. Il 30 gennaio 1805, l’edizione originale, che non fu pubblicata da Simrock ma dal Kunst- und Industrie-Comptoir Wien, fu pubblicizzata come “nuovissima” nella Wiener Zeitung.

WoO 55 è una delle opere più piccole cui, secondo il testamento originale di Beethoven, non dovesse esser assegnato un numero d’opera, ma che potessero esser numerate a discrezione dell’editore. In questo senso, la Wiener Kunst- und Industrie-Comptoir gli assegnò il n. 29, a partire dalla seconda pubblicità del 13 febbraio 1805 nella Wiener Zeitung e sulla copertina della seconda edizione del titolo di Steiner & Comp. L’editore iniziò a numerare le opere dal marzo 1804:  numero 24 per la canzone “Der Wachtelschlag” (WoO 129) e continuò sino al numero 29, poi – saltando alcuni numeri – sino al numero 38 (“Sehnsucht”, WoO 134, 1810). Questo numero si trovava solitamente sul frontespizio dell’edizione originale (vedere l’appendice Publishing / Art and Industry Comptoir).

Prima esecuzione non nota. Abbozzi e autografi scomparsi. Edizione originale 1805 (gennaio). Vienna, Kunst- und Industrie-Comptoir (Bureau d’Arts et d’Industrie), VN / PN 429. – Titolo: “PRELUDE / pour le / Pianoforte / composé / par / LOUIS VAN BEETHOVEN. / [1st:] 429. [r.:] 18 Xr. / A Vienne, au Bureau d’Arts et d’Industrie. “- Formato orizzontale. 3 pagine (p. 1 titolo). – Pubblicità: Wiener Zeitung 30 gennaio 1805 (“nuovissimo”, insieme a WoO 82; 13 febbraio 1805: “n. 29”). 

WoO 55 fa parte del progetto La ricerca diventa Arte

Una nuova vita per le opere sconosciute di Ludwig van Beethoven: Un’ esplorazione artistica a cura dei pianisti maestri Emanuele Stracchi e Francesco Gussago

CURIOSITA’

Nella lettera che Ferdinand Ries scrisse in data 13/9/1803 all’editore Nikolaus Simrock si fa riferimento a questo preludio come ad un’opera che Beethoven regalò al fratello Kaspar Anton Karl e si dice che si trattava di una composizione del periodo di Bonn. Nella lettera n. 158 della seconda metà di settembre 1803 Beethoven, scrivendo all’editore Breitkopf& Härtel riferendosi anche a questo preludio, asserì: «(…) purtroppo si vendono e rubano tante mie vecchie cose derelitte.»[1]Questo fa pensare non solo che il preludio non risalga a quell’anno, ma anche che Beethoven non lo modificò. Comunque la pubblicazione avvenne nel gennaio 1805, presso l’editore Bureau d’Arts et d’Industrie di Vienna. Inizialmente gli fu assegnato il numero d’Opus 29, numero che in seguito fu assegnato al Quintetto per archi in do maggiore. Da notare che nelle varie ipotesi della datazione di composizione, oltre al 1787 e al 1803, alcuni hanno ipotizzato il 1795. Luigi della Croce propende per il 1787 e, nel farlo, si domanda da chi Beethoven avesse già potuto così ben imparare: «(…) le regole della musica e in particolare lo stile bachiano, che in questa limpida pagina ha un suo cultore tutt’altro che principiante?(…)» [2]. Il pensiero non può che correre a Christian Gottlob Neefe  che fece studiare al giovane allievo il Clavicembalo ben temperato.

[1] Ludwig van Beethoven. Epistolario volume I 1783-1807. A cura di Sieghard Brandenburg. Skira editore

[2] Luigi Della Croce: Ludwig van Beethoven. La musica pianistica e da camera. L’Epos editore

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