Opus 134 Riduzione per pianoforte a quattro mani della Grande Fuga in si bemolle maggiore Opus 133

I) Overtura – Allegro

Opus 134 Riduzione per pianoforte a quattro mani della Grande Fuga in si bemolle maggiore Opus 133 per quartetto d’archi, dedicata all’Arciduca Rodolfo d’Austria, agosto – principio settembre 1826, pubblicata a Vienna, Artaria, maggio 1827; poi da altri e recentemente da Willy Hess nell’ottavo fascicolo dei supplemento zur G.A., 1964. – B. 134 Hess 86- KH. 134 – L. IV, p. 303 – N. 134.

Titolo ufficiale: Opus 134 Große Fuge (B-dur) für Klavier zu vier Händen Widmung: Erzherzog Rudolph von Österreich NGAVII/1 AGA-SBG VIII/13 (Hess 86) Il manoscritto originale, dato per perduto, è stato recentissimamente ritrovato e venduto:

(fonte Wiki: In July 2005 an authentic 1826 Beethoven manuscript titled “Große Fuge” was found by a Pennsylvania librarian at the Palmer Theological Seminary in Wynnewood, Pennsylvania. The manuscript was authenticated by Dr. Jeffrey Kallberg at the University of Pennsylvania and by Dr. Stephen Roe, head of Sotheby’s Manuscript Department. This was the four-hand piano arrangement of the Große Fuge, Op. 134. The manuscript had been missing for 115 years. It was auctioned by Sotheby’s Auction House on 1 December 2005; it was bought for GBP 1.12 million (USD 1.95 million) by a then-unknown purchaser, who has since revealed himself to be Bruce Kovner, a publicity-shy multi-billionaire who donated the manuscript—along with 139 other original and rare pieces of music—to the Juilliard School of Music in February 2006. It has since become available in their online manuscript collection.[18] The manuscript’s known provenance is that it was listed in an 1890 catalogue and sold at an auction in Berlin to a Cincinnati, Ohio industrialist, whose daughter gave it and other manuscripts including a Mozart Fantasia to a church in Philadelphia, Pennsylvania in 1952. It is not known how the Beethoven manuscript came to be in the possession of the library).

Nel fondo Bodmer della Beethovenhaus è conservato soltanto un foglio con le ultime 17 battute. Beethoven aveva dato l’incarico della trascrizione al pianista Anton Halm, da lui molto apprezzato; ma non restò soddisfatto a causa della eccessiva suddivisione delle parti fra primo e secondo esecutore e si accinse pertanto egli stesso ad effettuare il lavoro. La notizia dello Schindler che si tratterebbe soltanto di una revisione del Maestro è confutata da una dichiarazione dello stesso Halm riferita già nel catalogo Thayer.

Pubblicazione: Beethoven arrangiò per pianoforte a quattro mani la versione originale per Quartetto d’ archi (OP. 133) a Vienna, lavorandoci dall’ agosto ai primi giorni del settembre 1826. L’edizione originale apparve nel maggio 1827 presso Mathias Artaria di Vienna.

Attorno all’11 aprile 1826, Mathias Artaria – L’editore del Quartetto Op. 130, cui la Grande Fuga Op. 133 era inizialmente stata composta come finale originale scrisse a Beethoven: „Es ist schon viele Nachfrage um die Fuge zu 4 Hände für Piano forte arrangirt erlauben Sie mir, daß ich sie so herausgebe? – Partitur[,] in Stimmen [,] die fuge à 4 Mains von Ihnen arrangirt auf einmahl heraus zu geben“ (BKH 9 p. 184F). Ed ancora: Beethoven wollte das Arrangement zunächst nicht selbst erstellen, daher wurde der dem Komponisten bekannte Pianist, Komponist und Klavierlehrer Anton Halm (1789-1872) mit dieser Aufgabe beauftragt. Er besuchte Beethoven wenige Tage später, am 16. April, und diskutierte einige Details der Arbeit mit Karl Holz und dem Komponisten (BKH 9 p. 193F). Già una settimana dopo Halm scrisse: „Ich habe Ihre Fuge, welche zu übersenden die Ehre habe, mit möglichstem Fleiße, und aller Sorgfalt beendigt. […] Was meine Umarbeitung betrifft, war es leider nicht möglich, daß die Suges immer in ihrer Gestalt geblieben, sondern öfters zerißen werden mußten. […] Ich werde bis längstens 1/4 auf 4 Morgen Nachmittag mit Uiberbringung Ihres Manuscripts so frei seyn, über meine Bearbeitung Ihre gütige Meinung einzuhohlen“. (BGA 2149). Halm fu pagato da Artaria per questo lavoro. (Nottebohm / Beethovenia ll p. 365) Il 12 maggio Beethoven scrisse che, guardando il manoscritto, non era rimasto soddisfatto del lavoro di Halm (BKH 9 p. 254). Scrive così Karl Holz il 9 giugno 1826: „Halm scheint es doch zu merken, daß Sie nicht zufrieden seyn; er getraut sich nicht zu Ihnen zu kommen“ (BKH 9 p. 282). Ancora all’inizio di luglio, la questione non sembra essere stata risolta, in quanto Karl Holz chiede ancora: „Von der Fuge ist jetzt keine Rede mehr? Wird sie Halm machen? Oder läßt es Artaria ganz fahren?“(BKH 10 p. 24).

Ad agosto il lavoro, assieme a tutta la trascrizione dell’ Opus 130 viene proposto a Carl Czerny, ma anche questa via viene probabilmente scartata (BKH 10 p. 107). A questo punto Beethoven decise di trascrivere lui stesso la Fuga. Artaria lo pagò il 5 settembre (Nottebohm / Beethovenia ll p. 365), confermando che l’ editore ebbe a disposizione il manoscritto almeno in quella data, probabilmente ricevuto tramite Karl Holz. In una lettera lettera autografia dello stesso Holz leggiamo: „Ich gelange endlich zu meinem Wunsche, übermorgen eine Ausflucht auf mehrere Täge zu machen, in dieser rücksicht, ersuche ich sie Hr. Mathias A[rtaria] zu sagen, daß ich ihn durchaus nicht zwingen will meinen KlawierAuszug zu nehmen, ich sende ihnen deshalb den Haimischen K.A. mit, damit sie, sobald sie meinen K. Ausz. zurück empfangen haben, den Halm, [sehen] M.[athias] A.[rtaria] gleich einhändigen — will aber Hr. A. meinen Klawierauszug behalten für das aus 12 # in Gold bestehende Honorar, so verlange ich nichts, als daß dieses schriftlich von ihm gegeben wird, oder auch ihnen das Honorar eingehändigt wird – + zu welchem Behufe ich ihnen die Quittung hier beyfüge + der Klawierauszug kann mir als Schuldigkeit auf keine weise aufgebürdet werden -“ (BGA 2194). Prima esecuzione non non nota. Abbozzi: PL-Kj, Mus. ms. autogr. Beethoven Artaria 214, 6 pagine. Facsimile: SBB.

Partitura autografa: US-NYj, 4 B393gr 1826. Datazione: da agosto ai primi di settembre 1826. Titolo: pagina 1 recto „Overtura“. Dimensioni: 41 fogli, 80 facciate di testo musicale Carta: formato orizzontale, circa 24,5 x 30,5 cm.

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