Biamonti 491 – Freudvoll und Leidvoll (Gioiosa e dolente). Abbozzo inutilizzato

(nessuna relazione con l’ Egmont Op. 84)

Biamonti 491 – “Freudvoll und leidvoll” (Gioiosa e dolente). Lied per due voci e pianoforte. Abbozzo rimasto inutilizzato, scritto su un gruppo di fogli descritti da Nottebohm N,II, pagine 270 e 271. Aggraziata pagina melodica, senza nessun rapporto con la canzone per voce ed orchestra per l’”Egmont” di Goethe.

Nuove osservazioni del Centro Ricerche Musicali (maggio 2024): Questi abbozzi si trovano nel Landsberg 5 alle pagine 88 e 89. Scrive Nottebohm nella sua Zweite Beethoveniana: “Entwürfe zur Composition des Goethe’schen Liedes “Freudvoll und leidvoll”, “die jedoch, weil wie mit CIavierbegleitung und zum Theil für zwei Singstimmen gedacht sind, keine Beziehung zur Egmont-Musik (Op. 84) halben*)” [abbozzi per la composizione del Lied di Goethe “Gioiosa e sofferente”, “che però, poiché è intesa con l’accompagnamento del pianoforte e in parte per due voci cantanti, non ha alcun rapporto con la musica di Egmont (Op. 84)] ed anche: “Die Musik zu Egmont wurde im Jahr 1810 componirt. Nun findet sich in dem vorne mit der Jahreszahl 1809 versehenen Original-Manuscript des Quartetts Op. 74 beim dritten Satz die Bemerkung: “Partitur von Egmont gleich an Goethe.” Das scheint ein Widerspruch zu sein. Man darf aber daran erinnern, dass die Jahreszahl “1809” nur auf den Beginn der Reinschrift zu beziehen ist und dass, als die obigen Liedskizzen geschrieben wurden, der zweite und dritte Satz des Quartetts in den Skizzen nocli nicht fertig, der letzte Satz noch nicht angefangen war.” [La musica per Egmont fu composta nel 1810. Ora nel manoscritto originale del Quartetto Op. 74, che riporta sul recto l’anno 1809. nel terzo movimento l’osservazione: “Partitura di Egmont uguale a Goethe”. Sembra essere una contraddizione. Bisogna però ricordare che l’anno “1809” si riferisce solo all’inizio della bella copia e che quando furono scritti gli abbozzi dei brani sopra citati, il secondo e il terzo movimento del quartetto negli abbozzi non erano ancora finiti, l’ultimo movimento non era ancora iniziato.] In effetti, più che un Lied a 2 voci con l’accompagnamento del Pianoforte a noi sembrano 2, anzi 3, tentativi di musicare lo stesso Lied. Tutte e tre le versioni sono in tonalità di Fa maggiore. La prima versione è in tempo di 3/8 e la troviamo ai righi da 3 a 9 di pagina 88; è divisa in due parti: la prima di 17 misure col segno di ritornello; la seconda – che inizia al relativo minore – è di 22 misure con un daccapo che ci riporta all’inizio (alla terza misura per la precisione in quanto le prime 2 misure del daccapo sono accennate da Beethoven) della prima parte del Lied. Il Lied così composto avrebbe una struttura di A-A-B-A. Tra le 3 versioni è quella più completa in quanto mancante soltanto dell’accompagnamento pianistico ed è anche quella che più si adatta al testo di Goethe. Malgrado questa versione richiederebbe almeno 3/4 strofe cantate, Beethoven indica nel testo sempre e soltanto la prima lasciando ad una eventuale successiva riscrittura l’aggiunta delle altre.
La seconda versione è invece in tempo di 2/4. E’ un’unica strofa. La melodia è molto semplice e ritmica con prevalenza con un ritmo reiterato croma-2 semicrome. Poco convincente soprattutto per il fatto che Beethoven non prediligeva il Lied strofico (con cioè tutte le strofe identiche) ma ricercava invece una maggiore aderenza al testo e quindi aveva la tendenza a musicare ogni strofa in modo differente.

Nella pagina successiva troviamo una terza versione di questo Lied. Anche la terza, e la sua variante, sono in tempo di 2/4. Tra le due versioni la variante risulta quella più completa e la più interessante in quanto vediamo una costruzione più in linea col testo della prima strofa: in sole 15 misure ritroviamo una suddivisione in due parti ben distinte: la prima, tetica e di 11 misure, è modulante e con cambi di umore; la seconda – sul testo “felice soltanto è l’anima che ama“ – è anacrusica e di sole 4 misure invece è più allegra e cadenzale.

Freudvoll und leidvoll, gedankenvoll sein,
langen und bangen in schwebender Pein,
himmelhoch jauchzend, zu Tode betrübt,
glücklich allein ist die Seele, die liebt.

Tränen ach fließen auf Erden so viel,
Kummer belastet so manches Gefühl.
Schwermut macht Herzen zum Tode betrübt,
glücklich allein ist die Seele, die liebt.

Veilchen und Rosen im Garten verblühen,
Jugend und Anmut im Leben entfliehen.
Ahnung und Hoffnung und Himmel sich trübt,
grlücklich allein ist die Seele, die liebt.

Geister beschwören den heiligen Bund,
liebevoll schwört ihn der rosige Mund.
Ewiger Treue das Herz sich ergibt,
glücklich allein ist die Seele, die liebt.

Winkt uns das Schicksal, so ruft uns das Grab,
alles, was atmet, sinkt endlich hinab
selig, wem Liebe den Totenkranz gibt,
glücklich allein ist die Seele, die liebt.

Essere gioioso e triste, pieno di pensieri,
a lungo e in ansia nel tormento sospeso,
esultando al cielo, rattristato a morte,
felice soltanto è l’anima che ama.

Lacrime oh, ci sono così tante lacrime sulla
terra, il dolore grava su molti sentimenti.
La malinconia rende i cuori tristi da morire,
felice soltanto è l’anima che ama.

Le viole e le rose nel giardino appassiscono,
la giovinezza e la grazia nella vita fuggono.
Presentimento e speranza e il cielo si rannuvola,
felice soltanto è l’anima che ama.

Gli spiriti evocano il sacro legame,
la bocca rosea lo giura amorosamente.
Il cuore si arrende alla fedeltà eterna,
felice soltanto è l’anima che ama.

Se il destino ci chiama, la tomba ci chiama,
tutto ciò che respira finalmente affonda
felice, a chi l’amore dona la corona funebre,
felice soltanto è l’anima che ama.

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Una nuova vita per le opere sconosciute di Ludwig van Beethoven: Un’ esplorazione artistica a cura della pianista professoressa Antonietta Cappelli

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