Michele Trenti – Il concerto per violino suonato con il Cannone di Paganini

Il presente articolo documenta dal vivo un concerto eseguito il 21 Febbraio 1995 al Teatro Carlo Felice di Genova.

Principale- ma non unico- motivo di interesse di questa esecuzione consiste nel fatto la solista usa il violino realizzato Giuseppe Guarnieri – detto “del Gesù”- nel 1742 ed appartenuto a Niccolò Paganini; il grande violinista genovese lo considerò il migliore strumento da lui mai suonato, e lo definì “il Cannone” per la potenza e profondità di suono, accompagnata da una purezza eccezionale nel registro acuto.

Secondo le istruzioni testamentarie di Paganini il Comune di Genova ereditò lo strumento, conservato nel Municipio.
Nel Febbraio 1995 l’Associazione Filarmonica Genovese chiese di potere inaugurare la sua 7a Stagione Sinfonica affidando il “Cannone” a Bin Huang,

vincitrice della 41a edizione del Premio Paganini, per l’esecuzione del concerto op. 61 di Beethoven accompagnato da Michele Trenti e dall’Orchestra Filarmonica Giovanile. Con l’approvazione dell’Amministrazione comunale il concerto fu registrato, e venne prodotto un limitato numero di CD promozionali dalla Fondazione Giacomo Costa.

Al momento della sua uscita il CD rappresenta l’unico disco che documenti un’esecuzione dal vivo sul violino di Paganini.

Michele Trenti, nato a Genova il 25 agosto 1961, ha studiato chitarra per 13 anni con Anselmo Bersano; ha intrapreso quindi gli studi di pianoforte e composizione trasferendosi a Graz (Austria) per frequentare, presso la Hochschule fur Musik und Darstellende Kunst  i corsi di composizione, con Ivan Erod, e direzione d’orchestra, con Milan Horvat, diplomandosi con il massimo dei voti e la lode nel 1988.

Dopo il diploma ha frequentato masterclasses tenute da Arpad Joo, Mosche Atzmon e Leonard Bernstein. Dal 1988 al 2004 è stato Direttore Artistico dell’Associazione Filarmonica Genovese. Nel 1989 ha fondato l’Orchestra Filarmonica Giovanile di Genova divenendone Direttore Principale.

Nel 1992 ha curato a Genova le manifestazioni musicali per le celebrazioni del 500° anniversario della scoperta dall’America
Dal 1997 al 1999 è stato Vicepresidente dell’AMI-Associazione dei Musicisti Italiani, con sede a Pesaro.

Nel 2003 è stato incaricato del progetto finanziato  dalla Commissione di Bruxelles per la presentazione internazionale di Genova Capitale Europea della Cultura 2004, dirigendo una tournée nelle capitali dei Paesi dell’allargamento dell’Unione Europea
Il 1° gennaio 2004 ha diretto a Budapest il Concerto di Capodanno organizzato nel Palazzo del primo Parlamento ungherese in collaborazione con l’Ambasciata Italiana

Bin Huang si impose all’attenzione del mondo musicale vincendo all’età di quattordici anni il primo premio al Concorso Wieniasky di Lublino (Polonia), affermandosi definitivamente nel 1994 con la vittoria del Premio Paganini di Genova.
Da allora si esibisce come solista in recital e con orchestre quali Baltimora Symphony, Filarmonica cinese, Korean Broadcasting System Symphony, Orchestra Arturo Toscanini, Orchestre regionali del Lazio e della Toscana, Orchestra del Teatro Carlo Felice, ecc. Nel 1995 Bin Huang ha eseguito il concerto della notte di Capodanno che venne trasmesso in diretta nel suo paese (fu il primo concerto di musica classica ad essere trasmesso dal vivo dalla televisione cinese).

In Cina numerosi giornali e riviste le hanno dedicato articoli e servizi.
Bin Huang iniziò a studiare violino all’età di quattro anni nella sua città natale, Hunan (Cina) ed entrò al Conservatorio Centrale di Pechino cinque anni dopo. Ancora studente si esibì frequentemente in Cina ed incise per la radio e televisione nazionale. In qualità di solista venne invitata dalla Comunità Europea ad esibirsi in Germania, Italia, Inghilterra, Francia e Belgio con l’Orchestra Sinfonica Giovanile Cinese.

Nel 1988 Bin Huang si trasferì negli Stati Uniti per perfezionarsi con Berl Senofsky al Peabody Conservatory of Music, dove ottenne il Bachelor of Music degree e l’Artist Diploma. In quel periodo vinse la medaglia d’argento al Concorso Primavera di Praga, la medaglia di bronzo al Concorso Regina Elisabetta. Ha inoltre partecipato ai Festival di Santa Barbara (Music Academy of the West), Grand Teton e Marlboro, dove ha suonato con membri del Trio Beaux Arts, del Quartetto Juilliard e del Quartetto Guarnieri.

Il “Cannone” fu donato a Paganini nel 1802 da un tale Livron, musicista dilettante livornese. Paganini era allora poco più che ventenne ed il nostro violino si accingeva a compiere la sessantina, un’età che consideriamo giovane per uno strumento ad arco.

E’ interessante quindi osservare come il grande virtuoso si sia trovato ad affrontare la propria carriera con uno strumento giovane, per il tempo, il cui autore rappresentava una “seconda” scelta: i violini più ricercati e costosi erano allora gli Stradivari naturalmente e i violini di Steiner (ritenuto l’autore “sonoro” per eccellenza)

. Nonostante gli si riconoscessero indubbie qualità acustiche, le opere di “del Gesù” erano considerate l’espressione della decadenza della Scuola cremonese.

La fortuna di Guarneri del Gesù ebbe pertanto inizio proprio con Paganini e crebbe con la fama del violinista.

Niccolò Paganini decise di lasciare nel 1837 il violino alla sua città; alla sua morte però, avvenuta nel 1840, il Comune di Genova, data la reticenza dell’erede, il barone Achille, non riuscì ad entrare in possesso dello strumento.

La querelle si protrasse per oltre dieci anni, soprattutto a causa di una palese diffidenza reciproca: se da una parte le autorità comunali esigevano che il lascito andasse a buon fine, dall’altra si evince una precisa richiesta di garanzie, e comunque una forte ritrosia a separarsi dal prezioso cimelio

Il violino venne finalmente consegnato all’Autorità comunale e alla città solo nel luglio del 1851; da allora esso viene amorevolmente conservato a Palazzo Tursi, assiso oggi all’interno di una moderna vetrina-cassaforte.

Lo strumento non solo rappresenta uno dei migliori esempi di Giuseppe Bartolomeo Guarneri, ma colpisce anche per le condizioni di purezza generale: la vernice, di eccezionale qualità e vividezza, ricopre ancora abbondantemente lo strumento, non vi sono fratture rilevanti (solo un paio sul piano armonico riparate nel 1833 dal liutaio parigino Vuillaume), e soprattutto il violino ancora possiede il manico originale, fatto piuttosto inusuale per uno strumento storico.

Nell’arco di quasi centocinquant’anni ha subito solamente la sostituzione degli accessori (cordiera, tastiera, piroli) e nel 1937 un intervento di ripristino da parte del liutaio genovese Cesare Candi che ancor oggi ci consente di poterne interrogare la voce.