WoO 213 Quattro bagatelle per pianoforte

I) in re bemolle maggiore – II) in sol maggiore – III) in la maggiore – IV) in la maggiore

Nel 1822 Beethoven ebbe l’offerta di pubblicare alcuni brevi pezzi per piano, per la maggior parte scritti molto tempo prima, con il nome di bagatelle. Alcune di esse apparvero poi nell’Op. 119; altre, dopo alcune revisioni, furono lasciate da parte, principalmente perché non si accostavano bene a quelle pubblicate.

Il 18 maggio 1822 l’editore Carl Friedrich Peters, titolare della casa editrice Bureau de Musique, scrisse a Beethoven per chiedergli di pubblicare alcune sue opere e, fra le altre, gli chiese anche dei: «(…) pezzi per pianoforte solo (fra cui anche opere di piccolo formato) (…)».[1]

La lettera giunse a Beethoven in un momento di forte bisogno di denaro e, per questo, egli cercò di vendergli alcuni abbozzi risalenti ai suoi primi anni a Vienna, trasformandoli in Bagatelle e cercando di spacciarle per nuove. Alla fine rastrellò circa 13 o 14 piccoli pezzi e, fra questi, molti risalgono al 1793. Carl Friedrich Peters, che non era certo uno sprovveduto in materia, si accorse della scarsa qualità del materiale e, alla fine, dopo una lunga trattativa che li vide impegnati per tutto il resto dell’anno, si accordò con Beethoven per l’acquisto di sole 6 di quelle Bagatelle, la sesta delle quali era l’unica composta in quel periodo. Queste, in seguito, diventeranno le Bagatelle Opus 119 n. 1 – 6, ma furono stampate da un altro editore perché Peters le rifiutò, in un secondo momento, tutte.

Quelle risalenti al 1793 furono tutte scartate in prima battuta e queste quattro sono state recentemente inserite nel nuovo catalogo Kinsky – Halm. Si tratta di abbozzi già catalogati da Giovanni Biamonti nel 1968 e datati erroneamente 1800. Ci informa Mark Zimmer, che si trovano assieme all’Allemande WoO 81, all’Anglaise WoO 212, alla Bagatella Hess 60, ad altre due Bagatelle già praticamente compiute (le Biamonti 269 e 277) e a numerosi abbozzi catalogati Biamonti 268 – 270 – 271 – 272 – 273 – 274 – 276 – 278 – 279 – 280 – 281, in due fogli nel Beethoven-Archiv di Bonn, SBH 631 (SV 88).

Alcune di queste sono state successivamente stampate, mentre altre non sono sufficientemente complete da rendere possibile una esecuzione. Le quattro pubblicate qui possono invece essere suonate con una minima opera di revisione. Ciascuna compare in due o più frammenti del manoscritto (ms) originale, con indicazioni di come i frammenti debbano succedersi l’uno all’altro. Una volta che la notazione di Beethoven e queste indicazioni sono state decifrate e interpretate, i frammenti danno vita a brani completi, con soltanto poche note di armonia da completare. Nessuno di questi è stato finora pubblicato in una edizione eseguibile in concerto.

Due delle quattro bagatelle corrispondevano ai numeri 7 e 11 della serie compilata e progettata da Beethoven nel 1822, e questo ordine (sebbene non la numerazione) è stato mantenuto. Provengono tutte da un foglio doppio del 1793 circa, descritto per la prima volta da Arnold Schmitz (Beethoven: Unbekannte Skizzen und Entwürfe, Bonn, 1924 . Untersuchung, Übertragung, Faksimile, Bonn 1924, riportato nella sua interezza, con testo ed esempi musicali in MIDI – Mp3.- Articolo presente sul nostro sito), che ne pubblicò una trascrizione facsimile e quasi completa, senza provare ad aggiungere le note mancanti o a porre i frammenti nel giusto ordine. Pare che Beethoven abbia fatto una veloce revisione  nel 1822; da notare in questo senso l’aggiunta di note molto basse nella coda del N 1 — note usate soltanto nel suo ultimo periodo.

Due di questi quattro abbozzi sono stati riveduti piuttosto arbitrariamente  da Barry Cooper e la loro prima pubblicazione ed esecuzione è avvenuta nel 1991 al Novello Theatre di Londra.

I quattro pezzi in questa versione sono stati riveduti da Graziano Denini e suonati in Word Premiere dal Maestro Emanuele Stracchi, valente musicista e studioso con cui ci onoriamo di collaborare.

[1] Lettera n. 1465 dell’Epistolario di Ludwig Van Beethoven volume IV 1817-1822. A cura di Sieghard Brandeburg. Skira editore

Descrizione ufficiale del nuovo catalogo delle opere di Beethoven

Entstehung und Herausgabe: Komponiert 1793 in Wien, spätere Revisionen vermutlich 1822 im Zusammenhang mit den Vorbereitungen zur Publikation der Bagatellen op. 119. Die Erstausgabe von Nr. 1 und 4 erschien postum 1991 bei Novello in London.

Beethoven verwendete die Papiersorte, zu der das Blatt mit der Niederschrift der Bagatellen gehört, 1793 (Johnson/Fischhof Bd. 1 S. 87f). Neben den vier Bagatellen finden sich dort auch die Niederschriften zu den Bagatellen WoO 81 und 212 sowie Skizzen zum „Flohlied” op. 75 Nr. 3 und zu später nicht vollendeten Klavierstücken. In seiner Bitte um Kompositionen von Beethoven erwähnt der Leipziger Verleger Carl Friedrich Peters am 18. Mai 1822 unter anderem „Solosachen ftir Pianoforte (worunter auch kleinere Werke sein könten)” (BGA 1465). Dies mag Beethoven veranlasst haben, ein Portfolio mit ca 13 oder 14 noch unpublizierten Klavierstücken zusammenzustellen, die er durchnummerierte (siehe auch Op. 119). Auf dem Blatt BH 114 (Quelle 1.2) fand er für diese Sammlung mehrere taugliche Kompositionen: WoO 81 wurde zunächst als Nr. 7, später als Nr. 6 gezählt; das Andante WoO 213 Nr. 1 erhielt wohl zunächst eine heute nicht mehr erkennbare Nummer, dann die Nr. 7, WoO 213 Nr. 2 und 3 wurden als Nr. 8 und 9 gezählt; und das Rondo WoO 213 Nr. 4 war zunächst Nr. 10, schließlich Nr. 11 (Cooper/Portfolio S. 211, Cooper/Process S. 265). Im Zuge dieser Zusammenstellung müssen wohl die auf dem Skizzenblatt erkennbaren Revisionen vorgenommen worden sein (Cooper/Portfolio S. 215f, Cooper/Process S. 268f). In der endgültigen Auswahl für die Bagatellen op. 119 blieb WoO 213 (neben anderen Werken wie WoO  52, 56, 59 und 81) unberücksichtigt.

Erste Aufführung nicht bekannt.

Quellen

 I Autographe 

Skizzen nicht nachgewiesen.

2 Werkniederschrift: D-BNba, BH 114, Bl. lv und 2v. Datierung: 1793 (Johnson/Fischhof Bd. 1 S. 87f), Revisionen 1822 Cooper/Process S. 268). Das Doppelblatt enthält neben der Niederschrift von WoO 81 und 212 auch Skizzen zu Op. 75Nr.3 und zu nicht ausgefuhrten Werken. Titel: Bl. lv letzte Akkolade „Rondo [darüber mit Bleistift hinzugefügt:] Nr. 11 korrigiert aus: 10]”, Bl. 2v über der 1. Akkolade mit Bleistift hinzugefügt „Nr 8″ in der  3. Akkolade „Andante [darüber mit Bleistift hinzugefügt:] Nr 7″, in der 6. Akkolade mit Tinte hinzugefugt „Nr 9″. Umfang: ein Doppelblatt; 4 Seiten Notentext, WoO 213 Nr. 4 auf Bl. lv , WoO 213 Nr. 2, 3, 1 auf Bl. 2v. Papier: Querformat, 23×32 cm 16zeilig. Provenienz: Johann Nepomuk Kafka, Wien. — William Cart. – Erworben 1922. Faksimile und Übertragung: Schmitz/Skizzen. Weiteres Faksimile: DBH/online. Beschreibung: DBH/online.

II Überprüfte Abschriften nicht nachgewiesen.

III Erstausgabe (Nr. 1 und 4)

1991. In: Ludwig van Beethoven, Three bagatelles, Transcribed and edited by Barry Cooper, London, Novello & Company. – 10 Seiten. Zusammen mit WoO 59. Mit Einleitung und Kritischem Bericht des Herausgebers.

Briefbelege: - 

Literatur: Cooper/Portfolio Bd. 2 S. 208—228. — Cooper/Process S. 263—282. — Johnson/Fischhof Bd. 1 S. 83-88. – Schmitz/Skizzen.

WoO 213 fa parte del progetto La ricerca diventa Arte

Una nuova vita per le opere sconosciute di Ludwig van Beethoven: Un’ esplorazione artistica a cura del pianista compositore e direttore d’ orchestra Emanuele Stracchi

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