Biografia e cronologia delle opere di Ludwig van Beethoven: 1790

A cura di Daniele Scarpetti

Beethoven ottenne la metà dello stipendio del padre per mantenere la famiglia e, su richiesta del genitore, accettò che venisse versato in rate trimestrali.

Rispetto agli anni precedenti, il 1790 fu un anno molto prolifico dal punto di vista della produzione musicale; questo incremento fu determinato dall’esigenza di guadagnare, ma fu anche effetto delle amicizie che Beethoveen aveva stretto con personaggi influenti, a cominciare proprio dal conte Ferdinand Ernst Gabriel von Waldstein.

In questo contesto vanno ricercate le motivazioni che portarono la Lesegesellscaft ad affidare l’incarico di musicare una Cantata per commemorare la morte dell’imperatore del Sacro Romano Impero, Giuseppe II d’Asburgo-Lorena, avvenuta il 20 febbraio 1790 a Vienna, proprio a Beethoven, affidando la scrittura del testo al canonico Severin Anton Averdonk. L’imperatore era fratello del principe elettore Maximilian Franz e fu il principale rappresentante del “dispotismo illuminato”.

A tal proposito il musicologo Douglas Johnson si domandò: «(…) perché all’inizio del 1790, l’impegnativo compito di comporre una Cantata sulla morte di Giuseppe II fosse stata affidato ad un compositore diciannovenne che non aveva scritto nessuna opera di rilievo in quei tre anni.»[1]

Il professor Klaus Kropfinger, sostenne che l’incarico fu conferito a Beethoven perché, comunque, veniva riconosciuto il suo indubbio talento.

Ritengo, invece, che i motivi che portarono alla scelta di Beethoven per comporre la musica per la Cantata in memoria dell’imperatore, non vadano tanto ricercati nella sua produzione passata o nella certezza del suo talento, ma nel fatto che egli era appoggiato da persone potenti e, ancor più importante, dalla sua vicinanza alla loggia massonica degli Illuminati prima e poi alla Lesegesellscaft.

A tal proposito, Maynard Solomon nel suo ultimo libro di raccolta di saggi beethoveniani, ci racconta che Karl Holz, assistente personale di Beethoven dal 1824 al 1826, incaricato dallo stesso compositore di stendere la sua biografia affermò: «(…) Beethoven fu massone ma non fu attivo negli ultimi anni.(…)»[2]. Alexander Wheelok Tayer, sostenne a sua volta, l’adesione giovanile di Beethoven ad un ordine massonico e la sua frequentazione anche a Vienna fino a dopo la perdita dell’udito, senza però riportare nessun documento che comprovi la veridicità di quest’affermazione. In realtà, il nome del compositore non appare mai in nessuna lista di alcun ordine massonico e dunque una sua adesione appare assai improbabile; questo non esclude però che da parte sua ci fosse una forte simpatia verso di essa, soprattutto negli anni di Bonn. Questo anche perché, nel periodo di Giuseppe II, le organizzazioni segrete, acquisirono un’importanza ed una potenza notevole. Molto esplicita a tal proposito, è una testimonianza di Caroline Pichler: «(…) A quel tempo non era inutile far parte di questa confraternita che aveva membri in ogni collegio in ciascuno dei quali aveva saputo attirare nel suo seno, il direttore, il presidente, il governatore. Qui ogni confratello aiutava l’altro (…)».[3]

Alla commemorazione della morte di Giuseppe II, che avvenne il 19 marzo, la Cantata non fu però eseguita perché, dopo una sola prova, venne ritenuta di difficile esecuzione per il complesso dei fiati presente alla corte dell’elettorato di Bonn.

Probabilmente prima dell’estate, Beethoven accompagnò la famiglia Westerholt-Gysenberg in Vestfalia nel castello di Schloss Westerholt. In questa cornice si spensero le sue speranze di amore per la loro figlia, Maria Anna Wilhelmine von Westerholt-Gysinberg.

In luglio fu poi probabilmente eseguito per la prima volta a Bonn il Concerto per pianoforte e orchestra in sib+ nella sua prima stesura.

Da segnalare anche  che in quell’anno al teatro della città, vennero eseguite due opere di Mozart: “Le nozze di Figaro” e “Don Giovanni” e fu probabilmente in quell’occasione che Beethoven conobbe il contralto Magdalena Willmann con la quale strinse amicizia e della quale si innamorerà quando la rincontrerà a Vienna nel 1795.

Il signor Wurzer – futuro Presidente del tribunale provinciale di Koblenz – compagno di classe di Beethoven nel breve periodo in cui frequentò la scuola pubblica e che, evidentemente, egli continuò a frequentare almeno saltuariamente negli anni successivi, riporta un aneddoto risalente all’estate del 1790 – o forse del 1791 – che si svolse a Bad Godesberg: «(…) Dopo cena Beethoven ed un altro giovane si avvicinarono. Gli raccontai che la chiesa di Marienforst era stata rinnovata e riparata, e questo era vero anche per l’organo che era del tutto nuovo o almeno migliorato.

La nostra compagnia lo pregò di darci il piacere di sentirlo suonare lo strumento. La sua natura bonaria lo portò ad acconsentire al nostro desiderio. La chiesa era chiusa a chiave, ma il priore fu molto cortese e la fece aprire. Beethoven cominciò a suonare variazioni al piano su temi a lui da noi indicati, in un modo che ci commosse profondamente; ma ciò che fu molto più significativo, furono le persone addette alla pulizia dei detriti lasciati durante la ristrutturazione della chiesa, che smisero tutti di lavorare e si misero ad ascoltare rapiti da quella musica non appena le prime note cominciarono ad essere suonate.»[4]

In agosto a Beethoven fu proposto di eseguire la Cantata per la morte di Giuseppe II al festival di Bad Mergentheim, a patto però che intervenisse sulla partitura per limitarne le difficoltà. Lui rifiutò e questo fece sì che, anche in quell’occasione, la Cantata non fosse eseguita, cosa che per altro non avvenne mai durante la vita di Beethoven.

II 30 settembre 1790 a Frankfurt am Main fu incoronato l’imperatore Leopoldo II fratello di Giuseppe II.

Probabilmente il principe elettore di Bonn, Maximilian Franz, incaricò il canonico Severin Anton Averdonk di scrivere il testo per una nuova Cantata per festeggiare l’evento e Beethoven di comporre la musica.

Non abbiamo notizie che il 9 ottobre, data in cui avvennero i festeggiamenti, la Cantata sia stata effettivamente eseguita anche se, a tal proposito, Luigi della Croce, sembra essere possibilista. Comunque sia il brano rimase “dimenticato” fino a parecchi anni dopo la morte di Beethoven.

Riporto, a questo punto, un evento molto sottovalutato nelle varie biografie beethoveniane: in occasione del compleanno del compositore, il 17 dicembre, Eleonore von Breuning, dedicò al suo amico e maestro una poesia scritta di suo pugno.

Fu una chiara dimostrazione di grande simpatia e affetto da parte della ragazza, su cui forse sarebbe necessario riflettere anche alla luce di quanto, come si vedrà, accadde poi in seguito fra i due.

Franz Joseph Haydn, a seguito della morte del suo protettore, il principe Nicholas I Esterázy,  fu invitato a Londra da Johann Peter Salomon, un violinista, compositore e, soprattutto un impresario nato a Bonn e residente nella capitale del Regno Unito che lo accompagnò per tutto il viaggio. Fra il 25 dicembre e il 26 dicembre fecero sosta nei pressi di Bonn.

In suo onore Maximilian Franz organizzò grandi festeggiamenti e, ad accoglierlo, fu naturalmente in principale modo il mondo musicale e, fra questi, ovviamente Beethoven. Le varie biografie non sono concordi nell’indicare se fu in quest’occasione che Beethoven gli presentò una delle sue cantate, più probabilmente la Cantata per la morte di Giuseppe II o se ciò avvenne in occasione del ritorno di Haydn a Vienna, nella primavera del 1792, quando rifece sosta a Bonn.

Il professor Klaus Kropfinger, opta per la fine del 1790 e io concordo. Sembra che Haydn fece i complimenti al giovane incoraggiandolo a proseguire per quella strada e, così facendo, piantando il primo seme che porterà Beethoven a Vienna all’inizio del novembre 1792 per prendere lezioni dal maestro di Rohrau.

  • 1 Klaus Kropfinger: Beethoven. Editore Ricordi Lim
  • 2 Maynard Solomon: L’ultimo Beethoven. Musica pensiero e immaginazione. Editore Carocci
  • 3 Caroline Pichler: Denkwürdigkeiten aus meine Leben da H. C. Robbins Landon: Beethoven. La sua vita e il mondo in documenti e immagini d’epoca. Rusconi editore
  • 4  Alexander Wheelock Thayer: Ludwig van Beethovens Leben

     

Cronologia delle opere di Ludwig van Beethoven: 1790

A cura di Daniele Scarpetti

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