WoO 93 Nei giorni tuoi felici, duetto per soprano, tenore e orchestra

Adagio

WoO 93 Nei giorni tuoi felici, duetto per soprano, tenore e orchestra, fine 1802 – principio 1803, pubblicato a cura di W. Hess a Lipsia, Eulenburg, 1939 (partitura tascabile, grande partitura, riduzione per canto e pianoforte) e a Wiesbaden, Breitkopf e Härtel (grande partitura), secondo fascicolo dei Supplemente zur GA., 1960.

Il manoscritto originale, conservato già nella Preussische Staatsbibliothek, si trova oggi nel deposito della biblioteca dell’Università di Tubinga. Abbozzi in gran numero sono contenuti nel quaderno Wielhorsky. L’opera si riconnette -— almeno cronologicamente — alla serie abbastanza numerosa di musiche vocali italiane su testi di Metastasio, scritte da Beethoven a più riprese durante il periodo della «pratica» con Salieri dal 1792 al 1802, e comprendente principalmente, come si è visto, oltre le Canzoni italiane, anche l’abbozzo compiuto di un’altra scena: “No, non turbarti” per soprano e orchestra; l’aria appena accennata “E pur fra le tempeste” per tenore e orchestra e la scena “Primo amore piacer del cielo”. Ma a differenza di queste composizioni essa fu inclusa da Beethoven insieme con altre opere in massima parte giovanili, in un elenco proposto all’editore Steiner nel 1822. Le trattative non ebbero esito; il manoscritto restò presso il maestro e dopo la sua morte fu incluso fra le carte messe in vendita all’asta del 5 novembre 1827. Acquistato dall’editore Artaria, passò poi a H. Prieger e infine alla Preussische Staatsbibliothek, dove fu scoperto nell’inverno 1929-1930 da W. Hess. La prima esecuzione avvenne a cura di W. Hess a Winterthur, il 10 febbraio 1939. L’opera fu pubblicata dallo stesso Hess come sopra, completata nelle sue numerose per quanto brevi lacune strumentali e nelle indicazioni di movimento e d’espressione. Più recentemente riportata da Fishman nella pubblicazione del quaderno Wielhorsky. Il testo è quello del duetto fra Megacle ed Aristea nell’atto I, scena X dell’Olimpiade di Metastasio. L’orchestra si compone di 2 flauti, 2 oboi, 2 fagotti, 2 corni e archi. Nell’Adagio il reciproco diverso affanno dei due personaggi (la donna gelosa e l’uomo che sa di doverla cedere, sacrificandosi, all’amico), affiora dal pur carezzevole amoroso fraseggio melodico. La foga dell’Allegro induce a qualche accostamento, dal punto di vista espressivo, al Finale dell’aria “Ah, perfido!”. Sarebbe poi interessante istituire un confronto fra questo duetto e l’altro, sullo stesso testo, di Paisiello, conservato in manoscritto nella biblioteca del conservatorio di Napoli.

 [Da Biamonti Giovanni – Catalogo cronologico e tematico delle opere di Beethoven comprese quelle inedite e gli abbozzi non utilizzati, Torino, ILTE 1968]

Titolo ufficiale: WoO 93 Ne’ giorni tuoi felici Duett (E-dur) nach einem Text von Pietro Metastasio für Sopran, Tenor und Orchester Widmung: -NGAX/3 AGA-SBG II/2 (Hess 120)

Origine e pubblicazione: abbozzato intorno al novembre 1802. Una trascrizione dell’opera era disponibile al più tardi nella primavera del 1803. Le prime edizioni della partitura e della riduzione per pianoforte furono pubblicate postume nel 1939 da Eulenburg a Lipsia. Contrariamente a quanto ipotizzato in precedenza, il duetto probabilmente non ebbe origine durante le lezioni di Antonio Salieri. L’argomento principale contro questa ipotesi è che, a differenza di WoO 92a, non vi sono correzioni di Salieri nella partitura autografa. La datazione delle fonti suggerisce anche che siano state create dopo la fine delle lezioni con il didatta italiano. Il 5 giugno 1822 Beethoven offrì alla casa editrice CF Peters di Lipsia numerose opere precedenti per la pubblicazione oltre alla Missa solemnis. Anche se il duetto WoO 93 non è espressamente citato nella lettera, la pubblicazione potrebbe essere stata pianificata, come si evince dalla bozza del relativo listino („duetto ne’ giorni tuoi felici in E dur mit ganzem Orchester“). Le trattative contrattuali non portarono a una conclusione e il duetto rimase non stampato durante la vita di Beethoven. Testo: Pietro Metastasio (1698-1782), “L’Olimpiade”, Atto I, duetto finale n.10 di Aristea e Megacle. Il dramma per musica fu rappresentato per la prima volta nell’ambientazione di Antonio Caldara (ca 1670-1736) il 28 agosto 1733 nel teatro all’aperto Neue Favorita di Vienna. Prima esecuzione non conosciuta. La prima rappresentazione postuma ebbe luogo il 20 marzo 1832 come parte di un concerto spirituale al Musikvereinssaal di Vienna, diretto da Eduard von Lannoy.

Gli abbozzi saranno trattati in un articolo appositamente creato per il Centro Ricerche Musicali www.lvbeethoven.it

Per gentile concessione della BH – Beethoven Haus Bonn

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