Hess 245 Fuga per quartetto d’archi, in re minore (Frammento).

Hess 245 Biamonti 82. – Fuga per quartetto d’ archi, in re minore (Frammento), scritta forse durante l’ultimo periodo dell’insegnamento di Albrechtsberger, principio 1795 (non oltre il marzo).

Hess/Green: Frammento di una fuga per quartetto d’archi, in re minore, “probabilmente elaborata da Beethoven durante le lezioni con Albrechtsberger”. Raggruppate sotto il manoscritto Mh 46 ci sono 18 pagine contenenti le trascrizioni fatte da Beethoven di pezzi di Albrechtsberger, Marpurg e altri. La questione è se quelle pagine possano essere appartenute in precedenza all’Autograph 75 di Vienna, che al tempo di Seyfried era considerato il più completo. Seyfred ha regalato una pagina autografa di questi frammenti “al direttore d’orchestra Weber, di Rostock. In allegato c’è anche la lettera d’accompagnamento (Br 380) che egli aveva mandato al suo amico Friedrich Schwaan, in cui gli chiedeva di portare la pagina al direttore”. La citazione è da Max Unger. [Il manoscritto Mh 46 è stato ora ricatalogato come SBH 597 alla Beethoven-Haus di Bonn. Hess cita solo i manoscritti Mh 46 (SBH 597) e A 75 di Vienna per spiegare che la fuga in re minore può aver fatto parte, un tempo, di una raccolta più ampia. Questo frammento di fuga è stato scritto sul retro di un foglio contenente gli abbozzi della canzone Adelaide (op. 46) e pertanto è databile al 1794 o 1795. Esso è identificato da un altro numero rispetto a quelli citati sopra, e cioè Mh 62, ora SBH 614 (SV 109), e anch’esso si trova all Beethoven-Haus di Bonn. Come fa notare Nottebohm nei suoi Beethoven Studien, p. 70: “Nella calligrafia di Beethoven abbiamo solo l’ultima pagina della fuga, che contiene 17 battute. Pertanto la fuga è stata completata da Beethoven, ma le pagine precedenti sono andate perdute. La fuga, scritta nello stile libero, termina con un accordo di dominante invece che di tonica, e questo implica che doveva probabilmente seguire un altro movimento”. Ciò ci conduce alla congettura se questa fuga possa essere e meno appartenuta allo stesso gruppo del preludio e fuga in mi minore, Hess 29 del presente catalogo, perché Beethoven a un certo punto ha evidentemente inteso che la fuga Hess 29 dovesse essere seguita da un altro movimento, dato che ha scritto sulla sua brutta copia “mit einem presto endigen” (con un finale presto). Johnson scrive: “La partitura del quartetto nel manoscritto SBH 614 è probabilmente la conclusione di un preludio a una fuga in re minore (non la fuga stessa, come ritiene Hess)”. Cfr. Johnson, Beethovens Early Sketches in the Fischhof Miscellany: Berlin Autograph 28, tesi di dottorato, Univeristy of California, Berkeley, 1978, p. 234. Quando Hess ha scritto questo catalogo, nel 1955, ha chiamato il frammento “fuga” (probabilmente seguendo la terminologia di Nottebohm), ma quando lo ha pubblicato nel 1963 in SBG, voi. VI, p. 52, lo ha chiamato “conclusione di un preludio a una fuga”, accogliendo chiaramente quindi l’osservazione di Johnson. Quando Biamonti, nel 1968, ha pubblicato il suo catalogo, non ha considerato questo cambiamento d’opinione e ha catalogato il pezzo come Biamonti 82 a p. 97 e Biamonti 100 a p. 110, citando anche Mh 62 come fonte per entrambi. Curiosamente Biamonti lo descrive come costituito da 15 battute, non da 17 come aveva fatto Nottebohm.]

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