Hess Anhang 58 – Bundeslied, su versi di Goethe

Hess Anhang 58 – “Bundeslied”, su versi di Goethe, per 2 voci maschili e coro maschile a cappella (di Engelbert Humperdinck), basata sul tema con variazioni del Settimino op. 20. Pubblicato nel saggio di Max Friedländer Engelbert Humperdinck als Beethovenforscher, « Die Musik », vol. 18, n. 6, marzo 1926, p. 450. Il pezzo è stato stampato a p. 452. Non avremmo affatto citato in questa sede questo delizioso scherzo di Humperdinck, se non fosse stato preso per oro colato da Hans Böttcher, che cita veramente, nella Tabella IV del suo “Beethoven ah Liederkomponist”, questo pezzo come composizione originale di Beethoven.

Chi non riuscì ad entrare in confidenza con Humperdinck  fu ingannato dal suo apparire esteriore,  silenzioso, indifferente, ma chi lo giudicò come artista si rese conto che la sua fantasia volava nei più alti cieli che sulla terra, e colui che sembrava così serio e spesso accigliato, in realtà fosse caloroso, umorista genuino e giusto. Humperdinck stava con entrambi i piedi ben piantati sulla »festen, wohlgegründeten Erde« “terra solida e ferma”; seguiva tutto ciò che accadeva intorno a lui con il massimo interesse, e niente gli dava più piacere che fare scherzi innocui ai suoi conoscenti. Molto prima che me ne rendessi conto di questo, ricevetti una lettera dal maestro in risposta a un saggio sul suo connazionale, il poeta-compositore August Wilhelm v. Zuccalmaglio, nel qual saggio dimostrai che parte dei testi e parte della sua musica derivassero da canti popolari famosi, tra cui: »Es fiel ein Reif in der Frühlingsnacht«, »Die Blümelein, sie schlafen«, »Schwesterlein, wann gehn wir nach Haus«, »Verstohlen geht der Mond auf«, »Die Sonne scheint nicht mehr«, »Dort in den Weiden steht ein Haus«, »Mein Mädel hat einen Rosenmund«, »»Vergebliches Ständchen« (Guten Abend, mein Schatz).

In questa lettera vi è scritto:

Berlin-Wannsee, 14 luglio 1919.

Caro caro amico e consigliere privato! Mi hai fatto molto piacere leggere il tuo lavoro su Zuccalmaglio e sulla canzone popolare tedesca, più di quanto avresti potuto immaginare! In un momento in cui la nostra bella Renania rischia di esserci strappata o almeno alienata, questo libretto arriva proprio al momento giusto per rivisitare il legame con la madrepatria tedesca, prima che si allenti, sulle ali di queste canzoni per ricucire questo strappo. Per me e per tutti coloro per i quali la germanicità del nostro Reno è questione di cuore, vi siete guadagnati il ​​diritto a una gratitudine permanente con il vostro lavoro! In quanto figlio del Bergisches Land, sono particolarmente interessato a quello che hai da dire sul lavoro e sulla vita di Zuccalmaglio, che ho avuto il piacere di conoscere in giovane età (nel 1871). Sei sicuro che, come racconti a pagina 6, sia morto nel 1867? Quando lo conobbi (a Siegburg durante un discorso di “rivolta culturale”), non sembrava affatto morto, ma piuttosto vivo e fresco con la sua barba bianca, che sembra da »alten Fuhrmann« – vecchio carrettiere – come si diceva allora. A pagina 21 del tuo saggio trovo l’interessante informazione che Zuccalmaglio  inserì un nuovo testo di una canzone popolare (»Ach Schiffer, lieber Schiffer«) utilizzando il tema in si bemolle maggiore dal settimino di Beethoven per definito una “canzone popolare renana” . Secondo me, Z. non avrebbe dovuto utilizzare la sua musa per questo scopo, poiché nientemeno che lo stesso Beethoven fornì un testo che non avrebbe potuto essere più bello ed adatto. Si sa che Goethe, incontrando Beethoven a Marienbad, gli fece leggere il suo “Bundeslied” chiedendo a Beethoven di metterlo in musica.

Il compositore svolse quest’ incarico con grande piacere e già il giorno successivo inviò al poeta la composizione finita assieme a una lettera. Forse la melodia sembrò troppo “moderna” o addirittura “stravagante” al poeta e quindi non si seppe più  nulla di questa geniale collaborazione, e la bella melodia sarebbe andata per sempre perduta se Beethoven stesso non si fosse preso cura di conservarla incorporandola, insieme a una serie di splendide variazioni, nel suo famoso settimino in mi bemolle maggiore. Fortunatamente, lo stesso “Bundeslied” non è tra la cose perdute del musicista. Lo ritrovai per caso durante una visita alla casa di Beethoven a Bonn, dove non esitai a prenderne una copia, che ora ti metto a disposizione. Per favore, chiedi ai tuoi studenti di cantare questa bellissima canzone durante le prove;

Sono convinto che questi ultimi  sanno orgogliosi di aver regalato una “prima mondiale” a Beethoven e così di regalare al popolo tedesco una nuova canzone di uno dei nostri spiriti più sublimi. Perdonami, caro consigliere privato, per averti costretto a dedicare il tuo tempo prezioso a questa mia oggi.

Ti saluto calorosamente.

Il tuo fedele E. Humperdinck

Engelbert Humperdinck (ca1854)

Max Friedländer

“Beethoven an Liederkomponist” 1928

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