WoO 227 (già Hess 277) Zweistimmiger canon (canone a due voci) con voce ostinata Esel aller Esel.

Biamonti: Hess 277 – Zweistimmiger canon (canone a due voci) con voce ostinata. Pubblicato da W. Hess, Supplemente zur GA, Vol. V. Fritz Kaiser lo descrisse traendolo dal manoscritto Bl. 51 (retro), (Beethovenautographes 24, Preußische Staadtbibliothek Kulturbesiz Berlin-Dahlem) e lo citò con il titolo di “canone”. Piuttosto trattasi di scherzo musicale forse composto circa al tempo dello scherzo “Schuppanzigh ist ein Lump”. L’aggiunta della seconda voce non è indicata, ma è facilmente ricavabile. L’Ostinato “Hi Ah” potrebbe essere inteso come una terza voce.

Hess: “Esel aller Esel (Asino di tutti gli asini). [In tedesco la parola “Esel si traduce normalmente con “asino” o “somaro”, ma può anche essere tradotto con “sciocco” o “stupido”; pertanto, una traduzione del tipo “Stupido di tutti gli stupidi” andrebbe ugualmente bene.] Canone a 2 voci, con una terza voce che canta ostinatamente il verso onomatopeico “hi-ha”. In fa maggiore, di 8 o 12 battute. [Hess sembra essersi confuso sulla tonalità del pezzo. Cfr. i riferimenti che seguono.] Inedito. Ritrovato da Fritz Kaiser (Darmstadt) nel Mus. Ms. Beethoven Autograph 24, folio 51, a Berlino, e attualmente conservato a Tubinga. [Pubblicato da Hess in SBG, vol. V, 1962, p. 79, dove Hess fornisce la corretta tonalità di re maggiore. Pubblicato anche in Rudolf Klein, Beethoven Sämtliche Kanons, Verlag Doblinger, Vienna, 1970, p. 8, dove la tonalità indicata è quella giusta di re maggiore. L’autografo è ora tornato alla SBB.]

Il nuovo catalogo delle opere di Beethoven: Canone (i Fa maggiore) basato su proprio testo. NGAXII / 2 AGA- SBG V/29 (2a edizione: 30; Hess 277) Origine e pubblicazione: Scritta a Vienna tra il settembre ed il novembre 1826. La prima edizione apparve postuma nel 1962 come parte del SBG di Breitkopf & Härtel a Wiesbaden. Il canone si trova sul retro del taccuino “Kullak” (fonte 1.2). Subito dopo (da f. 52r) Beethoven scrisse gli abbozzi per la nuova conclusione dei quartetti d’archi op. 130, che inviò a Mathias Artaria il 22 novembre 1826 (BGA 2229). Senza fornire alcuna motivazione, Willy Hess sospetta che Ignaz Schuppanzigh fosse il destinatario del canone e che sia stato scritto nel 1801 (SBG V p. 92).  Schizzi non esistenti. Trascrizione: D-B, Mus. SM. autogr. Beethoven 24 (“Kullak”. Bl. 51 v.). Titolo: Intestazione “Canon”. Carta: formato orizzontale, 25 x 31 cm, 16 righe. Prima edizione nella SBG (riproduzione chiusa, canone in partitura / parte di accompagnamento).

Graziano Denini: Si trova a Berlino nella Staatsbibliothek nel Quaderno di Schizzi Autograph 6, il Kullak Skizzenbuch, foglio 51r righi 1-2. All’inizio del brano troviamo scritto, probabilmente da Beethoven stesso, la parola “Canon”. Dal punto di vista grafico vediamo come Beethoven era uso scrivere le due voci sovrapposte all’interno dello stesso pentagramma. Troviamo infatti l’ostinato hi-ha scritto con le gambette a testa in su e coi segni di ripetizione scritti sopra il pentagramma mentre la voce del canone ha le gambe a testa in giù. La seconda voce entra naturalmente 4 misure dopo creando un canone a 2 voci all’unisono. Willy Hess nella sua Gesamtausgabe volume 5, alla misura 6 scrive ‘sol-la’ alla melodia del canone. Nell’originale invece troviamo (vedi le immagini qui sotto) il ‘la’ cancellato vistosamente e al suo posto, subito prima della stanghetta di battuta, ‘mi’; infatti, se avesse lasciato il la avremmo una sovrapposizione di 3 la all’unisono ( poco polifonico all’orecchio) tra l’altro presi tutti per salto discendente.

   originale (trascrizione Hess) Sempre Willy Hess data questo canone all’incirca intorno al 1801 mentre il Kullak Skizzenbuch è stato scritto dal novembre 1825 al novembre 1826 e, considerando il numero di foglio in cui si trova (51 su 62 fogli), potremmo determinare la sua composizione decisamente intorno alla seconda metà del 1826.
Infine, rispetto alla versione di Hess che nelle ultime 2 misure del canone fa cantare “Esel Esel”, io ho scritto “hi-ha hi-ha” per riprendere, visto anche gli unisoni della settima misura, il suono onomatopeico dato alla terza voce (ostinato).

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