WoO 207 (Già Hess 13) Romanza cantabile (incompiuta) in mi minore, per cembalo, flauto e fagotto, con accompagnamento di 2 oboi e orchestra d’archi

Andante (Frammento)

Hess 13 – Romanza cantabile (incompiuta) in mi minore, per cembalo, flauto e fagotto, con accompagnamento di 2 oboi e orchestra d’archi, 1792-1793, pubblicata a Wiesbaden, Breitkopf e Hartel, da W. Hess, con un suo completamento, nel 1952; e secondo l’originale incompiuto nel terzo fascicolo dei Supplemente zur GA., 1960. B. 315 – H. 13 – KH. (WoO): accenno, p. 479 in fondo – Sch. p. 219/45.

Pubblicata a Wiesbaden, Breitkopf e Hartel, da W. Hess, con un suo completamento, nel 1952; e secondo l’originale incompiuto nel terzo fascicolo dei Supplemente zur GA., 1960. B. 315 – H. 13 – KH. (WoO): accenno, p. 479 in fondo – Sch. p. 219/45. Il manoscritto originale è oggi conservato a Londra nel British Museum (Kafka Schizzenbuch). Primi a parlarne, brevemente, sono stati Nottebohm e, parecchi anni dopo, Shedlock. Nel 1946 Hess ha potuto conoscere l’originale e darne maggiori notizie, curandone in seguito le edizioni di cui sopra. Si tratta di un piccolo pezzo, composto di una prima parte (52 battute in mi minore, con un tema complementare in sol maggiore) e dello spunto (4 battute) di una parte mediana in maggiore alla quale doveva seguire, secondo le indicazioni della partitura, una ripresa abbreviata della prima parte. Questa incompiutezza ci impedisce di farcene un’idea esatta: non possiamo neppure sapere se si tratti del frammento di un’opera maggiore o di una composizione a sé. La data del 1795, attribuita da Nottebohm, non è oggi più generalmente accettata dagli studiosi, che propendono per un’epoca anteriore: 1792 – 1793, non escludendo neppure che la Romanza possa essere stata scritta ancora a Bonn, per i membri di quella famiglia Westerholt ai quali Beethoven aveva dedicato già il Trio per clavicembalo, flauto e fagotto in sol maggiore WoO 37. Di questo che potrebbe essere stato un vero e proprio concerto, a noi è pervenuto un solo frammento. Il tipo di organico è certamente insolito e richiama il tipo di orchestra del barone Friedrich Ludolf Anton von Westerholt-Gysenberg. Si tratta di una pagina di suggestiva emotività che evidenzia quella vena melodica in Beethoven non preponderante, ma che diede successivamente frutti di altissimo livello.

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Una nuova vita per le opere sconosciute di Ludwig van Beethoven: Un’ esplorazione artistica a cura di Jana ArcoDiva

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