WoO 186 Te solo adoro, canone

WoO 186 – “Te solo adoro”, canone per Soliva, 2 giugno 1824, pubblicato per la prima volta nel Supplemento della G.A., 1888. G.A. Numero 285/1 (serie 25, pagina 274) – B. 272/1 – KH. (WoO)186 – T. 243.

Il manoscritto originale si trova nel “Narodne Museum” di Cracovia, porta la scritta: “per il signore Soliva, come sovvenire del suo amico Luigi van Beethoven”.

Titolo ufficiale: WoO 186 Te solo adoro Rätselkanon (Es-dur) nach Worten von Pietro Metastasio Widmung: – NGA XII/2 AGA 285 = Serie 25/22 SBG V/43-44 (2. Auflage: 44-45; Hess 263-264)

Origine e pubblicazione: Scritto il 6 giugno 1824 a Vienna. La prima edizione fu pubblicata postuma nel 1888 come parte dell’AGA da Breitkopf & Härtel a Lipsia. Il canone fu creato per Carlo Evasio Soliva (1792-1853) durante la sua visita a Vienna. Il compositore italiano residente a Varsavia dedicò a Beethoven il suo “Grand Trio Concertant No. 2” (BGA I426f), pubblicato nel 1821, e nello stesso anno assunse l’incarico di insegnante di canto presso il neonato Conservatorio di Varsavia. Tra il 29 maggio e il 2 giugno Nel 1824 soggiornò a Vienna e visitò Beethoven poco prima del suo ritorno. Soliva promise a Beethoven che lo avrebbe informato della vita musicale a Varsavia (BKh 6 p. 258f e 261f). Beethoven discusse con il nipote l’esatta formulazione italiana del titolo del canone (BKh 6 p. 261). Testo: Pietro Metastasio (1698-1782), “La Betulia liberata”, Azione sacra, 1734, Parte seconda, inizio dell’aria n. 13.
Fonti: Abbozzi: schizzi
(1) A-Wgm, A 50, pagina 21.
(2) D-BNba, Coll. H. C. Bodmer, HCB Mh 28, foglio 4versus. Oltre agli schizzi per WoO 186 (Hess 263), contiene un altro abbozzo melodico sullo stesso testo (Hess 264). Facsimili: DBH/online, trascrizione: Osthoff/Wo0186 pagina 212.
Trascrizione chiusa: PL-Kc. Titolo: “Canone a due voci, scritto / al 2do junio 1824 per il Signore Soliva / come sovvenire dal suo amico / Luigi van Beethoven”. Carta: formato orizzontale, 2 righe rigate a mano libera. Facsimili: Anderson/Letters Vol. 2 prima di p. 753. – Osthoff/Wo0186 p. 211. Descrizione: BBB p. 387.
Trascrizione aperta, partitura: A-Wgm, A 50, pagina 21. Datazione: fine maggio / inizio giugno 1824. Contiene anche altri abbozzi. Carta: formato orizzontale, 25 x 31,5 cm, a doppia spaziatura. Provenienza: già parte del taccuino ricostruito Landsberg 8. Descrizione e trascrizione: Osthoff/Wo0186 p. 214. Ulteriore descrizione: Wien/ Autographe. Una copia in possesso di Gustav Nottebohm (rapporto di revisione della serie 25 dell’AGA p. V) servì da modello per l’AGA.
Prima edizione nell’ AGA (offene Wiedergabe, Partitur). Bibliografia: Hess/Green pagina 181. — Klein/Kanons p.35f. — Misch/Pseudokanons pagina 30 e segg. — Osthoff/ WoO 186. – SBG V, 2a edizione, pag. 97 ed ancora in Thayer/1865 n. 243 (pag. 152).

La lettera si trova a Cracovia alla Biblioteka Książąt Czartoryskich in un album di lettere di vari autori. altra copia dovrebbe trovarsi alla Gesellschaft der Musikfreunde a Vienna. autografo porta il testo: “Canone a due voci, scritto al 2 do junio 1824 per il Signore Soliva come sovvenire dal suo amico Luigi van Beethoven”. un canone atipico per Beethoven: la risoluzione infatti di questo canone si traduce in un moto a due parti distanziate alla quinta superiore. Carlo Evasio Soliva compositore, musicista e pedagogo svizzero-italiano nato il 27 novembre 1791 a Casale Monferrato e morto a Parigi il 20 dicembre 1853. Studiò pianoforte con Francesco Pollini, armonia e contrappunto con Bonifazio Asioli e Vincenzo Federici presso il neonato conservatorio di Milano. Finiti gli studi musicali nel 1815 iniziò la sua carriera di operista con l’opera tragico-comica „La testa di bronzo o sia La capanna solitaria“ su libretto del giovane Felice Romani, commissionata dal teatro alla scala di Milano. L’opera ebbe un gran successo e il poeta Carlo Porta scrive: «la musica del sig.r Soliva è divina, ed il pubblico ha lui resa quella giustizia che gli era dovuta avendolo chiamato e richiamato sulla scena, quante volte si è trovato inebbriato di squisito piacere» (6 settembre 1816, in Le lettere di Carlo Porta…, 1967, p. 214). Successivamente scrisse altre opere ma, „La testa di bronzo“ fu il suo gran successo. Fu un musicista apprezzatissimo. Raimondo Boucheron scrive: «il Soliva seppe tenersi lontano dalla servile imitazione di Rossini, e nutrito com’era nello studio di Mozart, seppe aprirsi una via propria, e formarsi uno stile, che al suo prediletto modello s’accosta, non tanto gli rassomiglia da poterlo dire imitazione di quello» (Gazzetta musicale di Milano, XII, n. 16, 16 aprile 1854, p. 122) Dal 1821 fu maestro di canto a Varsavia, dove diede preziosi contributi alla cultura musicale polacca e dove conobbe Fryderyk Chopin.
Come insegnante di canto fu aspramente criticato da Elsner e altri colleghi ma, stimato appieno da F.Chopin. Dal 1827 al 1830 ricoprì la carica di Direttore del Conservatorio di Varsavia. Durante la permanenza a Varsavia si occupò di composizione e direzione d’orchestra e spettò a lui la direzione del primo concerto per pianoforte e orchestra di Chopin e
quest’ultimo scrive «Ci ha saputo guidare tutti in modo che mai prima, ti assicuro, mi era accaduto di suonare così tranquillamente con l’orchestra» (lettera del 12 ottobre 1830 a Tytus Woyciechowski, in Vita di Chopin attraverso le lettere, a cura di V. Rossella, Torino 2003, p. 84). Soliva compose anche per pianoforte e piccolo organico strumentale. Il suo Grand Trio concertant pour piano, harpe ou deux pianos et alto (Milano, Artaria) fu dedicato a Ludwig van Beethoven, che ringraziò con lettera del 9 febbraio 1821 (Soliva rispose con deferenza il 1° marzo). (partitura di proprietà del Centro Ricerche Musicali  in preparazione in articolo)
Tre anni più tardi Soliva, reduce da un primo soggiorno in Polonia e in viaggio per Milano, incontrò Beethoven a Vienna. La sua voce è registrata nei quaderni di conversazione beethoveniani; il 9 giugno 1824 avrebbe detto: «Aujourd’hui nous n’avons que de Cabalettes. On n’entend plus un Morceau de déclamation […] La masse du public est partout presque la même. Il y a très peu de vrais conaisseurs» (Konversationshefte, 1974, pp. 261 s.). Beethoven gli dedicò questo canone; per il testo utilizzò una citazione dall’ oratorio di Metastasio “La Betulia liberata”, quell’ azione sacra che anche il quindicenne Mozart aveva messo in musica: “Te solo io adoro, spirito infinito, origine della vita, della verità”.
Nell’ottobre 1831, in seguito alla repressione dell’insurrezione polacca contro l’Impero russo, il conservatorio di Varsavia fu smantellato e dal 1832 assunse diversi incarichi a Pietroburgo e Divenne insegnante della principessa Aleksandra Nikolaevna, cui dedicò una Ballade et Chansonnette (1840-41), e frequentò il salotto dei fratelli Mateusz e Michał Wielhorski.
L’obiettivo di Soliva era quello di riformare l’educazione musicale del Paese ma, i suoi progetti vennero bocciati. Il 10 agosto 1841 fu licenziato, tornò in Italia e nel 1844 risiedette a Parigi, dove conobbe e fu stimato da Gerge Sand e la sua cerchia. Si spense all’ età di 62 anni. Al pari di Chopin, è sepolto nel cimitero di Père-Lachaise di fronte a quella che era la tomba di Vincenzo Bellini.

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