WoO 184 Falstafferel (Falstaffino), canone

WoO 184. “Falstafferel” (Falstaffino), canone per Schuppanzig, 26 aprile 1823, pubblicato per la prima volta in appendice al periodico Die Musik del 1 aprile 1903, poi da altri; più recentemente da W. Hess nel quinto fascicolo dei Supplemente zur G A., 1962. Bruers 203 – H. 262 – KH. (WoO)184.

Il manoscritto originale fa parte della raccolta K. Geigy-Hangebach di Basilea. Il canone è indirizzato al violinista amico Ignaz Schuppanzig (a cui Beethoven dava talvolta il nomignolo di “Milord Falstaff” per la sua corpulenza) in occasione del suo ritorno dalla Russia: “Falstafferel, lass? dich sehen!” (Falstaffino, fatti vedere!). Qui è risolto a cinque voci, all’unisono.

 [Da Biamonti Giovanni – Catalogo cronologico e tematico delle opere di Beethoven comprese quelle inedite e gli abbozzi non utilizzati, Torino, ILTE 1968]

Titolo ufficiale: WoO 184 Falstafferel, lass’ dich sehen! Kanon (G-dur) nach einem eigenen Text Widmung: — NGAXII/2 AGA- SBG V/42 (2. Auflage: 43; Hess 262)

Origine e pubblicazione: Scritto nell’aprile 1823 in occasione del ritorno da San Pietroburgo di Ignaz Schuppanigh. La prima edizione fu pubblicata postuma nel 1903 come supplemento alla rivista berlinese “Die Musik”. Beethoven inviò a Schuppanzigh (vedi WoO 100) il canone come invito a fargli visita. L’autografo è datato “26 aprile 1823”, anche se il numero 26 sembra essere stato corretto. Probabilmente Schuppanzigh aveva già incontrato Beethoven il 24 aprile (BKH 3 p. 210) e aveva annunciato la sua visita a Beethoven per la cena del 26 aprile. Questa visita in effetti ebbe luogo (BKh 3 p. 223-228). FAbbozzi: DB, Mus. SM. autogr. Beethoven Artaria 205/5, pagina 26 segg. Data (Artaria 205/5): aprile/maggio 1823, facsimili: Brandenburg/Opl25 appendice Fig. 7 e SBB/ Partitura completa: CH-Bu, Collezione Geigy-Hagenbach n. 1667. Data: “26 aprile 1823”. Titolo: „An Seine Hochgebohren / H. v. Schuppanzig / entsprossen / Aus dem alt Englischen / Adelichen Geschlecht / des Milords Fallstaf. / S. Shakespears LebensBeschrei-bung / des Mylords Fallstaf.“, Firma “amici amicus Beethoven”. Un foglio; 2 pagine scritte. Carta: 5 righe vergate mano libera. Provenienza: Friedrich Gerstacker. – Marie Fluch, Braunschweig. – Fluch Felix. – Karl Ernst Henrici, Berlino (Catalogo 127, 18/19 gennaio 1928, lotto 513). — Coll. K. Geigy-Hagenbach. Facsimile: Bekker/Beethoven p.22 delle illustrazioni. Descrizioni: SBG V, 2a edizione, pagina 97. – Collezione di autografi di K. Geigy-Hagenbach Basilea, stampata come manoscritto, Basilea 1929, n. 1667. Prima Edizione 1903. „EIN UNBEKANNTER KANON / (fünfstimmig) / auf den Geiger / JGNAZ SCHUPPANZIGH / von / LUDWIG VAN BEETHOVEN / Nach dem Originalma-nuscript vollständig herausgegeben von / Dr. Alfr. Chr. Kalischer / Erste Veröffentlichung. / […]“. 4 pagine (titolo p. 1; riproduzione aperta, partitura), p. 4 in basso: “Stich und Druck: Berliner Druckerei G. m. b. H.Charlottenburg”. – Supplemento a: Die Musik 2 (1902/03), volume 13. Nota sul supplemento: „Der unbekannte Kanon von Beethoven, sowohl im Facsimile des Originals, wie in der von Alfr. Chr. Kalischer vollständig ausgeführten fünfstimmigen Fassung wird – ein Unikum unter den Kompositionen des Altmeisters – bei niemandem seine grotesk-heitere Wirkung verfehlen.“ Alla fine del libretto facsimile dell’autografo.

Taschenbuch Artaria 205 vol. V – Schizzo a pag. 26

Taschenbuch Artaria 205 vol. V – Schizzo a Pag. 27

Firma con dedica di Beethoven in fondo alla lettera

Questo canone è stato catalogato da W. Hess con il numero Hess 262 e nel Catalogo Biamonti con il numero 773. Anche questo, come quasi tutti i canoni beethoveniani, è un canone all’unisono; si basa sulla ripetizione dell’accordo di dominante che risolve sulla tonica. Rudolf Klein nel suo volume scrive: “Nell’aprile 1823 l’amico di Beethoven, il violinista Ignaz Schuppanzigh (vedi anche il Canone n. 3) tornò a casa dalla Russia dopo una lunga assenza. Beethoven non vedeva l’ora della sua visita e perciò gli invia il 26 aprile questo canone che, oltre alla data, porta anche la sigla ‘amici amicus Beethoven’. L’autografo è stato conservato. Beethoven dava a Schuppanzigh questo soprannome a causa delle sue dimensioni.” Nel loro libro sugli schizzi beethoveniani Douglas Johnsohn, Alan Tyson e Robert Winter ci informano che schizzi per questo canone si trovano in Artaria 205/5 alle pagine 26-27.

Bibliografia:
R. Klein – Sämtliche Kanons –
D. Johnsohn, A. Tyson, R. Winter – The Beethoven Sketchbooks

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