WoO 175 Sanct Petrus war ein Fels! Bernardus war ein Sanct? (San Pietro era una pietra! Bernardo era un santo?), spunti di canone

WoO 175. “Sanct Petrus war ein Fels! Bernardus war ein Sanct?” (San Pietro era una pietra! Bernardo era un santo?), spunti di canone per Peters e Bernard, fine 1819, pubblicati nel cat. Thayer, e recentemente da W. Hess nel quinto fascicolo dei Supplemente zur GA.. 1962. Hess 255 – Bruers 324 – KH. (WoO)175 – Thayer 225.

Sono contenuti in una lettera senza data, inviata al consigliere di casa Lobkowitz Cari Peters, e scherzano sul nome di questo e dello scrittore e giornalista Carl Bernard, molto amico di Beethoven. Furono scritti, sembra, verso la fine del 1819, durante i lavori per il Credo della Missa solemnis. L’originale è passato per varie mani e non si sa dove sia attualmente. Sul modo di interpretare la forma dei due pezzetti vedere il catalogo KH. suddetto; il Supplemento di Hess, pag. 93; M.A.. pagg. 113-114 e Th.-R., IV, pagg. 190-191.

 [Da Biamonti Giovanni – Catalogo cronologico e tematico delle opere di Beethoven comprese quelle inedite e gli abbozzi non utilizzati, Torino, ILTE 1968]

WoO 175 Sankt Petrus war ein Fels? – Bernardus war ein Sankt?? Zwei Rätselkanons (A-dur und a-moll) nach eigenen Texten Widmung: -NGAXII/2 AGA- SBG V/36-37 (2. Auflage: 37-38; Hess 255-256)

Creazione e pubblicazione: Canoni abbozzati alla fine del dicembre 1819 / inizio gennaio 1820? I canoni citati in una lettera a Karl Peters (febbraio 1820?) sono „vermutlich eine neue Niederschrift“ (BGA 1368). La prima edizione apparve postuma nel 1865 nell’indice cronologico di Alexander W. Thayer. Beethoven fece uno schizzo del Canone n. 1 a matita in un taccuino tascabile per la Missa solemnis. Quest’ abbozzo in tre parti in la maggiore (Hess 256) differisce notevolmente dalla versione contenuta nella lettera, Michael Ladenburger la descrive come uno „Pseudokanon“. Forse a causa della fugacità delle note a matita, Karl Peters (1782-1849), educatore dal 1820 al 1825 e co-tutore del nipote di Beethoven, Karl, scrisse con rammarico in un quaderno  di conversazionw di Beethoven all’inizio di gennaio 1820: „Schade um Ihren Canon der ist vielleicht schon verwischt Er hätte mich verewigt —“ . Il 17 o 18 gennaio, il doganiere Franz Janschikh (nato nel 1776 o nel 1777) chiese, riferendosi a Peters e al direttore della Wiener Zeitung, Joseph Karl Bernard (1780-1850): „Was macht der Canon?“ I versi annotati nella lettera a Peters (contrariamente quel che dice il KH) ovviamente non rappresentano un canone, ma due canoni indipendenti (doppia intestazione, tonalità diversa, due e tre parti). Già Alexander W. Thayer parla di due canoni (TDR IV p. 189). Ladenburger valuta la versione dei canoni tramandata nella lettera come una „spontane Neuschöpfung im Sinne einer Reminiszenz“. Già allora Beethoven non era più in grado di accedere alla composizione originale, motivo per cui scrisse a memoria solo un incipit dei due canoni. Ludwig Misch ipotizza: „Aller Wahrscheinlichkeit nach sind es Zitate zweier Kanons, die dem Empfänger des Briefes bekannt waren“.  Anche Rudolf Klein non include WoO 175 nel suo lavoro, sulla base del fatto che le due righe di musica contenute nella lettera a Peters sono „offenbar nur Erinnerungszitate“. Gli schizzi suggeriscono una versione polifonica più estesa in partitura. Willy Hess offre possibili soluzioni basate solo sulle notazioni esistenti. Testo: Beethoven si rivolse più volte a Joseph Karl Bernard nelle sue lettere come “Bernardus non Sanctus” (BGA 1306, 1340, 1588). Questa sembrerebbe essere una forma comune nella cerchia degli amici, perché Peters e Janschikh usano lo stesso pseudo nei loro libretti di conversazione (BKh 1 p. 163 e 170). All’inizio di dicembre, le persone intorno a Beethoven discussero sulla possibilità che Peters  diventasse co-tutore del nipote Karl. Poco prima del 15 dicembre 1819, Joseph Czerny lodò il buon carattere di Peters. Era„ein gescheuter und Edler Mensch. […] Sie kennen sich auf ihm verlassen, wenn er sich um etwas annimmt, so führt er es aus. Er ist zuverläßlich, und kent den Geschäftsgang.“  Il testo, che si basa sulle famose parole di Gesù dal Vangelo di Matteo, potrebbe riferirsi a questa forza caratteriale. La versione di Beethoven del testo negli schizzi  recita: „Sanct petrus ist ein Fels / Auf diesen kann man bauen / Und ist er auch [in] Wels / so kann man auf ihn bauen“. Nel Konversationsheft 6 dell’inizio di gennaio 1820 annota al foglio 12v i versi „Sankt Petrus ist / kein Fels, / Auf ihn kann man / nicht bauen.“ e „Bernardus war ein / Sankt, / der hatte sich gewaschen, / Er hat der Hölle nicht / gewankt, / und nicht zehntausend Flaschen.“

Gli abbozzi saranno trattati in un articolo appositamente creato per il Centro Ricerche Musicali www.lvbeethoven.it

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