WoO 174 Glaube und Hoffe! (credi e spera!), principio di canone

WoO 174 “Glaube und Hoffe!” (credi e spera!), principio di canone, per M. Scheslinger, 21 settembre 1819, pubblicato per la prima volta da Nohl in Briefe Beethovens, 1865, numero 217. GA. Numero 285/3 (serie 25 pagina 275) Bruers 201 e 272/3 KH (WoO) 174.

Il manoscritto fa parte della raccolta Wittgenstein. Il canone fu scritto per Moritz Scheslinger di Berlino, figlio dell’editore A. Martin Scheslinger, in occasione di una sua visita a Beethoven per affari.

 [Da Biamonti Giovanni – Catalogo cronologico e tematico delle opere di Beethoven comprese quelle inedite e gli abbozzi non utilizzati, Torino, ILTE 1968]

Titolo ufficiale: WoO 174 Glaube und hoffe Vierstimmiger Satz (B-dur) nach einem eigenen Text Widmung: – NGA XII/2 AGA 285 = Serie 25/22

Origine e pubblicazione: Scritto il 21 settembre 1819 a Vienna per Maurice Schlesinger. La prima edizione apparve postuma nell’edizione delle lettere di Ludwig Nohl del 1865, ma già nel 1863 Adolph Bernhard Marx aveva pubblicato un facsimile della partitura autografa nella seconda edizione della sua biografia di Beethoven. Il 3 luglio 1822 l’editore musicale parigino Maurice Schlesinger (1798-1871) scriveva a Beethoven: „Stets werde ich mich der Stunden erinnern die ich das Glück hatte bey Ihnen zuzubringen, den mir damals gegebenen Anfang eines Canons, ehre ich wie ein Heiligthum, und bewahre solchen mit der höchsten Sorgfalt, zur Freude aller derer die nie das Glück hatten etwas von Ihrer Hand geschriebenes zu sehen“ (BGA 1476). Durante la visita a Vienna nel 1819, Schlesinger fu presentato a Beethoven da Tobias Haslinger nel negozio di musica di Steiner. Si guadagnò la simpatia di Beethoven inviandogli un arrosto di vitello da Vienna a Mödling, che Beethoven ricordò con gratitudine anni dopo (BGA 1458). Schlesinger riferì l’ aneddoto nel 1859 in una lettera ad Adolph Bernhard Marx, che lo riprodusse nella seconda edizione della sua biografia di Beethoven.  Ludwig Misch afferma: „In der Fassung, in der diese Komposition auf einem Gedenkblatt für den jüngeren Schlesinger niedergeschrieben […] und entsprechend in der Gesamtausgabe unter den Canons gedruckt ist, stellt sie keinen Kanon dar, sondern einen frei imitierenden Satz, in dem nicht eine der drei Oberstimmen das vom Baß eingeführte Motiv kanonmäßig getreu wiederholt.“ Testo: basato su Paolo: „Glaube, Hoffnung, Liebe“ Dalla prima lettera di Paolo ai Corinzi 13, 1-13.

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto,  non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia.  Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!

Gli abbozzi saranno trattati in un articolo appositamente creato per il Centro Ricerche Musicali www.lvbeethoven.it

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