WoO 166 Kurz ist der Schmerz (breve è il dolore), canone

WoO 166 “Kurz ist der Schmerz” (breve è il dolore), canone per Spohr, 3 marzo 1815, pubblicato nella GA. Numero 256/3/B (serie 23 pagina 180-182) Bruers 207 KH (WoO) 166 – Nottebohm pagina 162/4 – Thayer 195.

Il manoscritto originale è sconosciuto. Gli abbozzi si trovano nel quaderno di cui al Biamonti 576, comunicati dal Nottebohm. Fu scritto per l’album del noto compositore e violinista Louis Spohr, che ne parla nelle sue memorie. Le parole appartengono alla “Fanciulla d’Orléans di Schiller: Kurz ist der Schmerz und ewig ist die Freude” (Breve è il dolore e eterna è la gioia).

Si trova nel Nohl Briefe Beethovens 1865 al n. 118-120.

Biamonti lo ha inserito nel suo catalogo con il numero 594 e così ne scrive: “canone per Spohr, 3 marzo 1815, pubblicato nella GA. L’originale è rimasto sconosciuto. Gli abbozzi si trovano nel quaderno di cui al n. 576, comunicati dal Nottebohm (Zweite Beethoveniana, pag. 312 e 315). Fu scritto per l’album del noto compositore e violinista Louis Spohr, che ne parla nelle sue memorie. Le parole appartengono alla Fanciulla d’Orleans di Schiller : Kurz ist der Schmerz und ewig ist die Freude (Breve è il dolore ed eterna è la gioia).” Lo schizzo si trova a Cracovia nella Biblioteka Jagiellonska e precisamente nel Quaderno di Schizzi Mendelssohn 6 alla pagina 140, righi 13-16. Hess lo ha trascritto inserendolo nella sua Gesamtausgabe (n. 256/3/b – serie 23, pagine 180-182); considerando che la versione di Hess e la nostra differiscono in 2 punti ve le presentiamo entrambe. Personalmente però non condivido il sol di misura 26 in quanto crea una fastidiosa, anche se momentanea sovrapposizione di seconde (fa-sol-la con il sol che risolve sul fa). La seconda differenza invece potrebbe anche essere accettabile ma crea un accordo di settima di dominante con il raddoppio della settima; anche qui personalmente preferisco la soluzione del do invece che del si bemolle.
Johnsohn-Tyson-Winter nel loro libro The Beethoven’s sketchbooks scrivono: “Nell’ultima pagina del Mendelssohn 6 (pagina 140) c’è una bozza del canone “Kurz ist der Schmerz”, WoO 166, e schizzi per una polacca e per un Lied (probabilmente “Merkenstein”). Il canone termina dopo la decima battuta con alcune legature che dovevano essere ovviamente proseguite su un altro foglio. Nessun foglio è stata ancora identificato, né per il loro contenuto degli schizzi né per criteri fisici, come un tempo appartenuto a Mendelssohn 6.” A proposito di questa definizione abbiamo individuato lo schizzo al rigo 7, dal levare sulla seconda misura, combacia con il tema alla sesta misura del canone ed anche il testo sembra combaciare; allo stesso modo il frammento al rigo successivo che corrisponde al canone alle misure 41-43. Potremmo quindi forse pensare che questi frammenti non siano stati pensati per il Lied Merkenstein ma che Beethoven abbia provato alcune soluzioni nei righi lasciati vuoti per completare la polacca abbozzata ai righi 2-4 o che questi frammenti di studio, forse per il Lied suddetto, siano poi confluiti nel canone? Frammenti ai righi 7-12
L’originale del biglietto per Spohr si trova al British Museum di Londra nella Collezione ZWEIG; questi i commenti al manoscritto : Autografo. Scritto a inchiostro sul recto di un singolo foglio; righi disegnati a mano libera da Beethoven. La musica su cinque righi singoli con il testo sottostante. Datato ‘Wien am / 3ten März / 1815’ a pié di pagina, con la dedica firmata ‘Mögten sie doch lieber Spohr / überall, wo sie wahre Kunst und / wahre Künstler finden, gerne / meiner gedenken / ihres / freundes / ludwig wan Beethoven’. [“Gradisca amato Spohr / ovunque trovi la vera arte e / i veri artisti, ricordare / il suo / amico / ludwig van Beethoven”.] Una battuta nella terza voce omessa da Beethoven è stata inserita da Spohr. ‘Beethoven’ aggiunto a matita sul retro del biglietto. Spohr descrive nella sua Autobiografia come Beethoven abbia tracciato le linee per questo foglio d’album “senza l’aiuto di un righello”, e come lui stesso abbia
fornito le note che mancavano nella terza voce. WoO 163 è un canone separato in tre parti allo stesso testo composto nel 1813. proprietà di K.E. Henrici, Berlino, asta CXXXII, 27 aprile 1928, lotto. 17 (Das Werk Beethovens); acquistato da Zweig da Henrici ‘auserhalb der Auction’, maggio 1928 (scheda di registrazione, non in mano a Zweig, Add. MS 73167, f. 6); British Library, prestito 77.18 dal 1981 al 1986. Pubblicato: Ludwig van Beethoven’s Werke, XXIII/3 (Leipzig: Breitkopf & Härtl, [1864-7]), pp. 180-2.
Appendice alla biografia di Spohr, Selbstbiographie, vol. K.E. Henrici, Berlino, asta cat. CXXXII (1928), frontespizio (vedi Das Werk Beethovens); Arthur Searle, The British Library Stefan Zweig Collection: catalogue of the music manuscripts (Londra: The British Library, 1999), tavola XII. Bibliografia: Louis Spohr, Selbstbiographie (Kassel, 1860), vol. I, p. 213, con traduzione inglese come Louis Spohr’s Autobiography (Londra, 1865), pp. 198-9; Georg Kinsky, a cura di Hans Halm,
Das Werk Beethovens. Thematisch-Bibliographisches Verzeichnis seicciatrice … Kompositionen (Monaco di Baviera, 1955), p. 674; Oliver Matuschek, Ich kenne den Zauber der Schrift (Vienna: Inlibris, 2005), pp. 357-358.

WoO 166 – Mendelssohn 6 pagina 140 righi 13-16

WoO 166 -Frammenti ai righi 7-12

ZWEIG 11 pag.1

ZWEIG 11 pag.2

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