WoO 161 Ewig dein, (Sempre tuo), Canone

WoO 161 “Ewig dein”, (Sempre tuo), Canone, 1810, pubblicato a Lipsia da C F. Pohl nella Allgemeine Musik. Zeitung N. F. I, 856 (numero 51 del 16 dicembre 1863). G.A. numero 256/14 (serie 23 pagina 198) – Bruers 218 – KH. (WoO) 161 – Nottebohm pagina 162/15 – Thayer 278.

Il manoscritto originale, una volta in possesso di Antonia von Arneths, nata Adamberger (la prima interprete del personaggio di Chiarina nell’Egmont), ma, sembra, a lei non dedicato, si trova nel fondo Boddmer della Beethovenhaus. Anche la notizia della G.A. che il canone sia stato scritto per il barone Pasqualati, noto amico di Beethoven, non è in alcun modo provata. Nel numero 307 del suo catalogo W. Hess, fondandosi su un’altra notizia data pure da Unger nel quaderno del novembre 1935 della Zeitschrift fur Musik pagina 1199, si domanda se vi possa essere stato un altro canone sulle stesse , dedicato veramente alla Adamberger.

Troviamo questo canone anche nel catalogi Biamonti col numero 528 ed anche nel Catalogo Hess col numero 307.
Scrive Julia Ronge come presentazione al manoscritto: “Ewig dein” – un altro canone autografo da interpretare come saluto o come prova di amicizia per qualcuno. Come spesso accade, Beethoven ha scritto il canone, senza – come avremmo voluto – fornirlo di un nome, una dedica o anche una data. Gustav Nottebohm ha ipotizzato che Beethoven avesse scritto l’opera per il barone von Pasqualati, nella cui casa sul Mölkerbastei visse a lungo. Dato il testo, tuttavia, questo è più che improbabile. L’autografo era un tempo di proprietà di Antonie Adamberger (sposata con von Arneths), che fu la prima “Clärchen” di Beethoven nell’Egmont di Goethe, e per la quale Beethoven aveva composto le musiche di scena.”
Per Rudolf Klein invece: “Zwei Autographen, eines davon verschollen, haben diesen Kanon überliefert. Keines weist ein Datum auf. Daß der Kanon “angeblich für Baron Pasqualati”, den Eigentümer des Hauses auf der Mölkerbastei, in dem Beethoven acht Jahre wohnte, bestimmt gewesen sei, wie ursprünglich angenommen wurde, ist schon angesichts des Textes äußerst unwahrscheinlich. Daß dagegen das eine der beiden Autographen aus dem Besitz der Familie Antonie von Arneths, geboren Adamberger, ins Bonner Beethoven-Arkiv kam, könnte als ein Hinweis gewertet werden, obwohl der Beethoven-Forscher Max Unger in Erfahrung brachte, daß der Kanon “nach früher Familientradition” nicht für sie geschrieben wurde. Immerhin könnte Beethoven das erste Clärchen in Goethes “Egmont”, das die von ihm komponierten Lieder sang – am 15. Juni 1810 im alten Burgtheater – , mit der Widmung dieses Kanons ausgezeichnet haben. Die Entstehungszeit wäre dann wahrscheinlich mit dem genannten Datum der Erstaufführung gleichzusetzten.” [Due autografi, di cui uno perduto, hanno tramandato questo canone. Nessuno dei due ha una data. Alla luce del testo, è estremamente improbabile che il canone fosse destinato “presumibilmente al barone Pasqualati”, proprietario della casa sul Mölkerbastei dove Beethoven visse per otto anni, come si pensava in origine. D’altra parte, può essere preso come indicativo il fatto che uno dei due autografi dal possesso della famiglia Antonie von Arneth, nata Adamberger, sia entrato nell’archivio di Bonn Beethoven, sebbene il ricercatore di Beethoven Max Unger abbia scoperto che il canone “dopo la precedente tradizione di famiglia” non è stato scritto per lei. Del resto Beethoven avrebbe potuto premiare la prima Clärchen dell'”Egmont” di Goethe, che cantò le canzoni da lui composte – il 15 giugno 1810 nell’antico Burgtheater – con la dedica di questo canone. La data originaria sarebbe quindi probabilmente equiparata alla data dichiarata della prima rappresentazione.] E’ scritto con tutte le voci sovrapposte quasi non fosse un canone ma un terzetto vocale e secondo me si potrebbe cantare anche in questa maniera. Sul margine sinistro, al di fuori del foglio pentagrammato, troviamo una firma “Ludovicus” non di mano di Beethoven anche perché Beethoven di solito preferiva firmarsi come Louis oppure Bthvn.

BIBLIOGRAFIA:
J. Ronge – Vale la Pena sapere – Commento al manoscritto nel sito della Beethovenhaus
R. Klein – Sämtliche Kanons – Doblinger Verlag, Wien

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Per gentile concessione della BH – Beethoven Haus Bonn