WoO 121 – Abschiedsgesang an Wiens Bürger – (Canto d’addio ai borghesi di Vienna): Keine Klage soll erschallen… (Nessun lamento deve risuonare…) per voce, coro e pianoforte

Entschlossen und Feurig

WoO 121 – Abschiedsgesang an Wiens Bürger – (Canto d’addio ai borghesi di Vienna): Keine Klage soll erschallen… (Nessun lamento deve risuonare…) per voce, coro e pianoforte, dedicato al maggiore Köwesdy, novembre 1796, pubblicato a Vienna, Artaria, novembre 1796. GA. n. 230 (serie 23/16) – Boett. IV/1 – B. 231 – KH. (Wo0)121 – L. IV, p. 352/C/2 – N. p. 177 – P. 68 – T. 45.

II manoscritto originale è perduto. A quanto scrive Thayer-Riemann, le vittorie riportate in Italia da Napoleone nel 1796 avevano suscitato un certo allarme anche nella cittadinanza viennese, timorosa d’invasioni e diedero il primo impulso alla formazione di speciali milizie cittadine per la difesa nazionale. Fra queste è da annoverare anche un battaglione di 1400 uomini di fanteria leggera, costituitosi con il nome di «Corpo dei liberi volontari viennesi» sotto il comando del maggiore Köwesdy, con sede a Stockerau. Il luogotenente Friedelberg (morto poi ancor giovane per ferite in combattimento) scrisse un Canto d’addio ai borghesi di Vienna in occasione della partenza della Divisione delle bandiere dei Liberi volontari viennesi, che fu subito messo in musica da Beethoven. Un canto patriottico di carattere popolare; che però, sempre a quanto riferisce Thayer-Riemann, non sembra abbia goduto di una straordinaria popolarità, alla musica del quale poi altri editori hanno adattato le parole di un Trinklied: “Lasst das Herz uns froh erheben” (Lasciateci elevare gioiosamente il cuore). Affine a questo Canto d’addio è la Canzone di guerra degli Austriaci, che Beethoven musicherà pochi mesi dopo. Il testo (Josef von Friedelberg):

Keine Klage soll erschallen,
Wenn von hier die Fahne zieht,
Tränen keinem Äug’ entfallen,
Das im Scheiden nach ihr sieht.
Es ist stolz auf diese Zierde
Und Gefühl der Bürgerwürde,
Was auf aller Wangen glüht.

Trotzend stehn vor Donnerschlünden
Kann wohl auch der Bösewicht.
Milden Sinn mit Mut verbinden,
Menschheit ehren kann er nicht.
Nie das Glück der Tugend trüben,
Brüderlich den Landmann lieben,
Das ist deutscher Helden Pflicht!

Bessre Menschen, bessre Bürger,
Als wir nun von hinnen gehn,
Keine sittenlosen Würger
Sollt ihr in uns wiedersehn.
Unser Wien empfängt uns wieder,
Ruhmbekränzet, stark und bieder;
Auf! Laßt hoch die Fahne wehn!

 [Da Biamonti Giovanni – Catalogo cronologico e tematico delle opere di Beethoven comprese quelle inedite e gli abbozzi non utilizzati, Torino, ILTE 1968]

Titolo ufficiale: WoO 121 Abschiedsgesang an Wiens Bürger Lied (G-dur) nach einem Gedicht von Josef Friedeiberg für Singstimme und Klavier Widmung: Obristwachtmeister Karl von Kövesdy NGA XII/1 Nr. 15 AGA 230 = Serie 23/16

Creazione e pubblicazione: Composto nell’autunno 1796, immediatamente prima della stampa dell’edizione originale di Artaria a Vienna, che porta la data 15 novembre 1796. L’11 agosto 1796 (dopo che l’Austria subì perdite devastanti contro le truppe francesi in Italia), l’imperatore Francesco II invitò tutti coloro che erano altrimenti esentati dal servizio militare a prendere le armi. Furono promessi vantaggi speciali ai volontari. La cittadinanza viennese si offrì allora di costituire a loro spese un corpo di volontari, per il quale il 14 agosto si offrirono così tanti „daß sie in kurzer Zeit schon einige Kompagnien formierten“. Il 4 settembre l’Imperatore approvò con un decreto la denominazione di „Korps der Wiener Freiwilligen“. Il 20 ottobre a Stockerau avvenne la consacrazione del vessillo alla presenza dell’Imperatore e dell’Imperatrice e il giorno successivo il corpo iniziò la marcia verso l’Italia. La composizione di Beethoven potrebbe essere stata scritta in occasione di questo solenne corteo. Secondo Alfred Orel, Beethoven aveva un legame specifico con il corpo dei volontari: ne era il direttore „als Volontär“. „Es muß dahingestellt bleiben, ob es sich bei dieser Funktion Beethovens als Kapellmeister nur um eine Art Titel, eine bloße Ehrenstelle gehandelt hat, oder ob wir uns Beethoven derart uniformiert vorzustellen haben“. Testo: Josef Friedeiberg (1781 ?—1800), sottotenente del Korps der Wiener Freiwilligen und dem k.k. Infanterieregiment de Ligne; la poesia è sopravvissuta solo grazie alla composizione di Beethoven. – Nell’edizione pubblicata da Kühnel nel 1806, la canzone ha un nuovo testo come „Trinklied“ Dedica: „Es wurde ein 1,400 Mann starkes leichtes Fuselierbatallion unter dem Nahmen: Corps der Wiener Freywilligen gebildet […]. In Stockerau war der Sammelplatz, Major Kowosdy [!], Commandant desselben.“ (Dall’ Österreichische National-Encyklopädie, Wien 1837, vol. 6, p. 137.) Secondo Alfred Orel, è Karl von Kövesdy, nato a Tirtmon , già comparso nel 1774 come guardiamarina nel 2° Reggimento di Fanteria. Dopo una carriera militare, Kövesdy morì il 30 giugno 1800 ad Alessandria in Piemonte. Prima esecuzione sconosciuta.

Gli abbozzi saranno trattati in un articolo appositamente creato per il Centro Ricerche Musicali www.lvbeethoven.it

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