WoO 120 Man strebt die Flamme zu verhehlen – (Si tenta di dissimulare la fiamma) per voce e pianoforte

Andante

WoO 120 – Man strebt die Flamme zu verhehlen – (Si tenta di dissimulare la fiamma) per voce e pianoforte, composto per la signora Weissenthurn, 1794 – marzo 1795, pubblicato per la prima volta nel Supplemento della GA, 1888 GA. n. 278 (serie 25/15) – Boett. 11/8 – B. 267 – KH. (Wo0) 120 – P. 45 – Sch. p. 218/38 – Thayer 268.

Il manoscritto originale è conservato nell’archivio della società degli Amici della Musica di Vienna. L’autore del testo è ignoto. Erroneo è il riferimento del Prod’homme, nel suo catalogo, alla canzone Als die Geliebte sich trennen wollte, che ha in comune soltanto le due prime battute. Lo spunto della melodia, anche per l’identità del tono e la fisionomia espressiva, ha qualche somiglianza con quello dell’ Adagio della Sonata per pianoforte op. 2 n. 1. Il testo:

Man strebt, die Flamme zu verhehlen,
Die bei gefühlvoll edlen Seelen
Sich unbemerkt ins Herze stiehlt;

Geheimnisvoll schließt man die Lippen,
Jedoch verrät sich bald mit Blicken,
Wie sehr man, ach, die Liebe fühlt.

Ein Blick sagt mehr als tausend Worte,
Ein Blick entriegelt oft die Pforte
Der lang verhehlten Leidenschaft.
Er zeigt dem Teuren, den ich liebe,
Des Herzens reine, zarte Triebe
Und gibt ihm auszuharren Kraft.

 [Da Biamonti Giovanni – Catalogo cronologico e tematico delle opere di Beethoven comprese quelle inedite e gli abbozzi non utilizzati, Torino, ILTE 1968]

Titolo ufficiale: WoO 120 Man strebt, die Flamme zu verhehlen Lied (F-dur) nach einem Text von Johanna Franul von Weißenthurn für Singstimme und Klavier Widmung: -NGA XII/1 Nr. 82 AGA 278 = Serie 25/15

Origine e pubblicazione: Lied composto probabilmente prima del 12 maggio 1800. La prima edizione fu pubblicata postuma nel 1888 come parte dell’AGA da Breitkopf & Härtel a Lipsia. Il testo musicato e l’indirizzo sulla partitura autografa suggeriscono che Beethoven compose questa canzone come intermezzo per la commedia “Das Nachspiel” di Johanna Franul von Weißenthurn, che fu rappresentata per la prima volta il 12 maggio 1800 al Burgtheater di Vienna. Anche la carta della partitura autografa – un tipo che Beethoven usò per gli abbozzi delle Opus 17, 22, 23 e per la trascrizione dell’op. 24 – indica che la canzone fu composta nel 1800 o 1801.

D’altra parte anche Eusebius Mandyczewski aveva già datato l’ opera ai primi anni di Beethoven a Vienna. Testo: Johanna Franul von Weißenthurn (1776-1847), „Das Nachspiel. Ein Lustspiel in einem Aufzuge. Nach dem Französischen frey bearbeitet“, 1800, testo della canzone eseguita da Leonore („geht zum Clavier, spielt und singt“). Apparso in “Schauspiele”, 2° volume, Vienna 1804, p. 188. Prima esecuzione sconosciuta.

Gli abbozzi saranno trattati in un articolo appositamente creato per il Centro Ricerche Musicali www.lvbeethoven.it

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