WoO 96 Leonore Prohaska: musiche di scena per soli, cori ed orchestra per il dramma di Dunker

I) Chor (Feurig) – II) Romanze – III) Melodram – IV) Trauermarsch

WoO 96 Leonore Prohaska: musiche di scena per soli, cori ed orchestra per il dramma di Dunker, primavera 1815, pubblicati nel Supplemento della GA, 1888. GA. Numero 272 (serie 25/9) – Bruers 202 – KH. (WoO)96 – Thayer 187 – Biamonti 595.

Il manoscritto originale del numero 1 si trova nel fondo Bodmenr della Beethovenhaus, quello del numero 4 nella biblioteca del Conservatorio di Parigi; non si ha notizia di dove si trovino gli altri due numeri. Abbozzi dei nn. 1 e 2 sono comunicati da Nottebohm, quelli del numero 3 si trovano nell’Archivio degli Amici della Musica di Vienna. Il segretario di gabinetto del re Federico Guglielmo III di Prussia, Friedrich Duncker, venuto a Vienna per il Congresso insieme al suo sovrano, aveva cercato di far ivi rappresentare una sua tragedia, Leonore Prohaska, che celebrava l’eroismo di una ragazza arruolatasi come volontaria in abito maschile per prendere parte alla guerra di liberazione e ferita a morte a Donnenberg nel 183. Beethoven, che aveva stretto amicizia con Duncker, si assunse l’incarico di comporre la musica di scena, includendovi, anche, per desiderio dell’autore, una trascrizione orchestrale della marcia funebre della sonata Opus 26 per pianoforte. Il progetto però non andò troppo avanti, fors’anche perché poco più di un anno prima era già stato rappresentato a Vienna e ripetuto più volte, un dramma dello stesso argomento: “Das Madchen von Potsdam” (La ragazza di Potsdam) di un certo Piwald, con ouverture e cori di autori diversi. Di Beethoven ci rimangono soltanto le brevi poche pagine che seguono.

 [Da Biamonti Giovanni – Catalogo cronologico e tematico delle opere di Beethoven comprese quelle inedite e gli abbozzi non utilizzati, Torino, ILTE 1968]

Origine e pubblicazione: Musiche composte nella primavera del 1815 a Vienna. La prima edizione della partitura fu pubblicata postuma nel 1888 come parte dell’AGA da Breitkopf & Härtel a Lipsia. Il dramma di Johann Friedrich Leopold Duncker parla di Marie Christiane Eleonore Prochaska (Prohaska; nata l’11 marzo 1785) di Potsdam, che, travestita da uomo, prese parte alle guerre di liberazione sotto il nome di August Renz nel Lützow Freikorps, fu ferita a morte il 16 settembre 1813 e morì il 5 ottobre 1813. Poco dopo la sua morte, le sue imprese divennero leggendarie e fu spesso paragonata a Giovanna d’Arco. Duncker, che servì come segretario di gabinetto del re Federico Guglielmo III di Prussia era presente al Congresso di Vienna e commissionò Beethoven di scrivere musiche di scena per il suo dramma. Sulla base della datazione degli schizzi, Beethoven potrebbe aver composto i quattro numeri nella primavera del 1815. Secondo i ricordi di Fanny Giannattasio del Rio, l’ idea della trascrizione della marcia funebre della Sonata per pianoforte op.26 riarrangiata e trasposta in si minore, risale allo stesso Duncker: „Den bekannten herrlichen Trauermarsch aus der Sonate ließ der Dichter sich von ihm [Beethoven] instrumentiren. Schwester und ich meinten, warum Hr. Duncker sich nicht einen neuen Marsch ausgebeten, doch er fand, daß er keinen schönem hören könne.“ Riguardo al lavoro con lo scrittore, riferì: „Duncker mußte oft deswegen sich mit dem Compositeur besprechen, und immer war dieser mit dem Text des Jägerchors nicht zufrieden, auch zuletzt noch nicht ganz, das machte, weil Beethoven den Nachdruck auf die erste Sylbe wünschte.“ Testo: Il dramma completo del segretario di gabinetto prussiano Johann Friedrich Leopold Duncker (1770-1842) è andato perduto. Sono sopravvissuti solo i testi dei numeri che Beethoven mise in musica, sia attraverso le partiture autografe, sia attraverso copie o grazie alla prima edizione, pubblicata nell’ AGA. Prima esecuzione sconosciuta. Durante il Congresso di Vienna non ci fu alcuna rappresentazione del dramma di Duncker. Gustav Nottebohm supponeva che la rappresentazione dell’opera teatrale di Piwald con cori in quattro atti „Das Mädchen von Potsdam (Eleonore Prohaska)“ al Teatro Leopoldstadt di Vienna (prima rappresentazione il 1 marzo 1814) avesse già anticipato il soggetto. Fanny Giannattasio del Rio affermò come motivo principale „daß der Zeitpunct, wo es allgemeinen Antheil erregt haben könnte, bereits vorübergegangen war“. Fallirono anche i tentativi di Duncker di mettere in scena il dramma in  seguito a Berlino.  Solo la marcia funebre venne, come scrive la Giannattasio: „jährlich einmal, ich glaube in einem geschlossenen Musikverein in Berlin, aufgeführt“.

Gli abbozzi saranno trattati in un articolo appositamente creato per il Centro Ricerche Musicali www.lvbeethoven.it

Numero 1: coro dei soldati (tenori e bassi) “a cappella” Wir bauen und sterben (Noi costruiamo e moriamo).

Coro:
Wir bauen und sterben; aus Trummern ersteht
Ist langst unsre Asche vom Winde verwwht
Der Tempel der Freiheit und Liebe.

Wir folgen dem Konig, verfechten das Recht,
Es schutzet dem Kummernden
Menschengeschlecht
Ds Leben, die Freiheit, die Liebe.

Froh seh’n wir dem Tode ins bleiche Gesicht,
Es ruft uns zum Kampf des Gerechten Gericht,
Zum Kampfe fur Freiheit und Liebe.

Si noti lo spunto, simile a quello del primo tempo della sonata Opus 106 per pianoforte.

WoO 96 – 2 Romanza: “Es bluht eine Blume in Garten mein” (un fiore sboccia nel mio giardino) per soprano ed arpa

Romance
Es blhut eine Blume im Garten mein,

die Will ich wohl hegen und pflegen,
Sie soll mir die nachste am Herzen sein,
so lang ich sie nenne die Blume mein,
gibt sie mir Frohsinn Segen.

Und hat sie ein Engel ins Leben gesat,
sie ist nicht auf Erden entsprossen,
sie hebt sich in lieblicher Majestat auf
Wohlgeruch duftendem Blumenbeet,
vom Tau des Himmels umflossen.

Du, noch eine Blume dienenne ich mein,
sie gluht meinem Herzen in Fulle;
sie gluht in des Morgenrots Purpurschein,
soll mir eine heilige Blume sein,
drum pfleg’ ich sie in der Stille.

dem ich sie weihe, gedenke mein,
bewahre mir Liebe und Treue,
dann soll einst die Blume dein Eigen sein,
sonst wird sie verwelken am Leichestein,
die Zeit bringt dir keine neue!

È la sola volta (se si escludono alcune battute del numero 5 del balletto Prometeo) che Beethoven fece uso dell’arpa, affidandole la parte di accompagnamento della melodia. Il manoscritto originale è perduto, Nottebohm parla di alcuni abbozzi N. II, pagina 322.

WoO 96 – 3 “Du, dem sie gewunden, …. es waren dein zwei Blumen fur Liebe und Treue” (Tu, per cui sono intrecciate…. tuoi erano due fiori per l’ amore e la fedeltà).

Il manoscritto originale è perduto, ma abbozzi si conservano alla Società degli Amici della Musica di Vienna. Per l’accompagnamento o il commento di queste parole recitate, Beethoven impiega eccezionalmente uno speciale strumento di cui non aveva fatto né farà più uso: l’armonica.

Melodram

Du, dem sie gewunden,
es waren dein zwei Blumen fur Liebe und Treue.
Jetzt kann ich Totenblumen dir weih’n,
doch wachsen an meinem Leichenstein
die Lilie und Rose auf’s neue.

WoO 96 – 4 Marcia funebre.

Come si è detto, è la trascrizione orchestrale in tono di si minore della marcia funebre della sonata per pianoforte Opus 26. L’orchestra si compone di  due flauti, due clarinetti, due fagotti, 4 corni, timpani ed archi.

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