WoO 86 Scozzese in mi bemolle maggiore per pianoforte

WoO 86 – Scozzese in mi bemolle maggiore per pianoforte, 14 novembre 1825, pubblicata nella raccolta Ernst und Tandeley. Eine Sammlung verschiedener Gesellschaftstanze fur den Carneval (Serietà e divertimento. Una raccolta di varie danze da società per il carnevale), Vienna, Muller, dicembre 1825. GA. n. 305 (serie 25/42) – B. 312 – KH. (WoO)86 -T. 259.

Beethoven compose i due valzer WoO 84 e 85 e l’Ecossaise (Scozzese) WoO 86 per pianoforte per l’attore viennese Carl Friedrich Müller, che era divenuto invalido al lavoro. Müller pubblicò a sue spese le raccolte di danze, le cui vendite gli garantirono un reddito (a quel tempo l’ invalidità significava che non poteva più lavorare,nel suo caso come attore e quindi faceva affidamento sul sostegno statale). C’è una nota in questo senso in uno dei libri di conversazione di Beethoven della seconda metà del dicembre 1824. Il nipote Karl di Beethoven scrive: “Müller fece incidere i valzer a sue spese e tutti i negozi di arte e musica si sono abbonati alla pubblicazione, ognuno per 20 copie. (Müller) Riceverà 3 f per ogni copia. ” (BKh 79, Pagina 27v). Altri famosi compositori del tempo contribuirono a queste edizioni. Il “Sammlung 40 neuer Walzer” (“Collezione di 40 nuovi valzer” che vedete qui sopra) che Müller pubblicò nel dicembre 1824 con il titolo “Musikalisches Angebinde zum Neuen Jahr” (“Regalo musicale per il nuovo anno”) includeva il WoO 84 di Beethoven e un composizione di Franz Schubert. WoO 85 e 86 apparvero un anno dopo, nel dicembre 1825, nella collezione “Seyd uns zum zweytenmal willkommen! Neujahrs und Carnevalsgabe, als Fortsetzung des beliebten musikalischen Angebindes fünfzig neue Walzer …” (“Benvenuti una seconda volta! Edizione di Capodanno e Carnevale come continuazione del popolare regalo musicale, cinquanta nuovi valzer. “). Müller possedeva le partiture autografe delle tre opere che Beethoven gli aveva regalato per le sue raccolte, rilegate in una cartella. All’interno della copertina quest’ultimo  sottolineò con orgoglio “Des unsterblichen Beethoven eigenhändige Handschrift, welchen Beitrag er für mich zur Herausgabe von Walzern schrieb. CF Müller” (“Il manoscritto originale dell’immortale Beethoven, che scrisse per me per la pubblicazione di valzer. CF Müller “). I fogli sono attaccati e ognuno reca una data scritta a mano dal compositore “am 21ten novemb. 1824” e “am 14ten novemb. 1825”.
Sia nel catalogo delle opere di Beethoven (“Beethoven-Werkverzeichnis”) di Georg Kinsky e Hans Halm che nell’edizione dei suoi quaderni di conversazione, l’attore viennese Carl Friedrich Müller, per il quale Beethoven scrisse le tre opere sopra menzionate, è confuso con il compositore e insegnante di pianoforte di Berlino Karl Friedrich Müller. (nota1) Beethoven scrisse a quest’ultimo una lettera amichevole nel 1825/26, rispondendogli a una domanda. Tuttavia i due Müller non sono la stessa persona. La lettera all’ altro Müller di Berlino si conserva tuttora alla Beethoven-Haus con il numero di archivio NE 188.

Nota1 Carl Friedrich Müller (nato il 17 novembre 1796 a Nimega (Nijmegen), e deceduto nel 1846) fu un compositore tedesco e Kapellmeister. Figlio della cantante e pianista Louise Müller nata Kreß (1763-1829), visse gli anni di gioventù alla  corte del Granduca Giorgio a Neustrelitz.

La madre gli diede anche le prime lezioni di musica, arte in cui fece rapidamente rapidi progressi, tanto che a 16 anni fece debutto  per la prima volta come pianista.
Divenne Kapellmeister di una compagnia viaggiante e nel 1813 prese parte alla guerra di liberazione contro i francesi come volontario. Intorno al 1814 si stabilì a Berlino, insegnando pianoforte e canto. Nel 1825, Beethoven si rivolse a Müller con queste parole : „bereit ihnen, wie jedem wahren Künstler zu dienen“ (“pronto a servirvi come un vero artista”). [1] Grazie alle sue composizioni, Müller ricevette numerosi premi, tra cui la medaglia da 50 ducati con l’ effige di re Carlo X di Francia..
Nel 1835 l’imperatore Dom Pedro II del Brasile lo nominò compositore di corte. E’ degli anni dal 1835 al 1837 la corrispondenza con Robert Schumann.
Il momento clou della sua carriera fu un concerto che tenne il 21 giugno 1846 a Potsdam nel Nuovo Palazzo del re Friedrich Wilhelm IV e della sua famiglia. Suonarono sotto la direzione di Müller „mehrere seiner neusten Original-Werke“ (“molti dei suoi ultimi lavori originali”), interpretati da quasi 100 cantanti e due gruppi militari.
Di Müller si conoscono circa 120 composizioni e diverse pubblicazioni, fra cui scritti pedagogici (con Augustus Frederick Christopher Kollmann) e un opuscolo sugli attacchi giornalistici di Ludwig Rellstab contro il direttore musicale generale di Berlino dell’ epoca Gaspare Spontini.

(1) Ludwig van Beethoven, Briefwechsel. Gesamtausgabe, Band 6, hrsg. von Sieghard Brandenburg, München 1996, S. 129 f.

Abbozzo contenente uno schizzo a matita ed uno ad inchiostro, per la scozzese WoO 86 (spunto melodico e mano sinistra delle prime 3 misure molto simili), seguito da uno schizzo del tema finale del quartetto d’archi op . 127 (misure 6-8), nonché schizzi non identificati. – Schizzi schizzi ad inchiostro e matita. Sul frontespizio scritta da mano non identificata: “muß dieses nicht h zeyn [?]? // zu herren Pixis der Geiger?” (?) (Questo non deve esser dato(?) // Al signor Pixis il violista?)  

e commento di Johann Kafka: “von Beethoven später taub war, so scheint // es, daß jemand hier diese 2 fragen // schriftlich an ihm reichtete”. (poiché Beethoven era divenuto sordo, sembrerebbe che qualcuno, scrivendogli queste due domande // gliele abbia poste per iscritto) – Carta a 20 righi di musica di 5 x 276 mm per pagina (intervallo tra le righe: 8 mm); le due righe superiori tagliate.

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Una nuova vita per le opere sconosciute di Ludwig van Beethoven: Un’ esplorazione artistica a cura dei pianisti maestri Alessandro Lettieri e Francesco Gussago

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