WoO 79 Variazioni (5) in re maggiore per pianoforte sul tema del Rule Britannia

Thema – Tempo moderato

WoO 79 Variazioni (5) in re maggiore per pianoforte: tema del “Rule Britannia”, metà 1803, pubblicate a Vienna. Bureau d’arts et d’industrie, giugno 1804. GA. n. 180 (serie 17/19) – B. 190 – KH. (WoO) 79 -L. IV, p. 322/26 – N. p. 159 – T. 117.

Il manoscritto originale è sconosciuto. Gli abbozzi occupano le pagg. 2, 3, 5 del quaderno dell’Eroica descritto da Nottebohm. Scritte insieme con le precedenti sul God save the King, queste variazioni vanno poste accanto ad esse anche per una certa affinità di spirito. Dieci anni dopo Beethoven impiegherà congiuntamente un’altra volta i due temi nella Battaglia di Vittoria che incomincia appunto con il Rule Britannia e conclude, dopo la descrizione musicale della battaglia e della sconfitta dei Francesi, con la celebrazione solenne e festosa del God save the King. Spicca nella serie la quarta variazione, in minore, in cui il tema, innalzandosi dal cupo mormorio del bassi (simile ad un rullo di tamburo), assume un carattere di coralità guerriera. (Notevole, nel primo periodo l’effetto della battuta aggiunta alla cadenza terminale come un ulteriore pittoresco commento). La quinta ed ultima (Allegro), nuovamente in maggiore, torna movimento brillante e ornamentale. La Coda sottopone le prime due battute del tema ad una serie di passaggi in progressione ascendente e discendente, che possono forse interessare dal punto di vista tecnico. Chiude però con elegante leggerezza dileguando in pianissimo nella ripercussione di ottava in ottava delle note fondamentali la – re.

Rule, Britannia! è un canto patriottico britannico. Trae le sue origini dal poema Rule, Britannia composto da James Thomson, venne musicato da Thomas Arne nel 1740. Dopo, o quasi al pari, del God Save the Queen è considerata la marcia più famosa del Regno Unito e probabilmente è anche una delle marce più famose di tutto il mondo. Divenuta in voga soprattutto nel XIX secolo rappresentò per più di un secolo l’imperialismo britannico nel mondo. Anche oggi è universalmente abbinata alla Gran Bretagna e spesso nei film e nelle Serie televisive viene inserita quando ci si sposta nel Regno Unito o quando ci sono come protagonisti dei britannici, è il caso ad esempio de Il giro del mondo in 80 giorni del 1956 con David Niven. Ufficialmente è una delle marce della Royal Navy, ma essendo ormai “nazionale” viene comunque eseguita dalle bande militari dei reggimenti terrestri e aeronautici di tutto il Regno Unito. Il canto chiude ogni anno insieme con l’inno nazionale l’ultima notte dei Proms a Londra. (Da Wiki) Qui di seguito alcuni libri e partiture di proprietà del sito; il libro “The Works of James Thomson by James Thomson”, Pubblicato nel 1763, dove nel volume II, pagina 191 appare il testo del Rule Britannia riportato sulla pagina, ed alcune partiture di fine secolo XVIII, tutte pubblicate a Londra.

1

When Britain first, at Heaven’s command
Arose from out the azure main;
This was the charter of the land,
And guardian angels sang this strain:
“Rule, Britannia! rule the waves:
“Britons never will be slaves.”

2

The nations, not so blest as thee,
Must, in their turns, to tyrants fall;
While thou shalt flourish great and free,
The dread and envy of them all.
“Rule, Britannia! rule the waves:
“Britons never will be slaves.”

3

Still more majestic shalt thou rise,
More dreadful, from each foreign stroke;
As the loud blast that tears the skies,
Serves but to root thy native oak.
“Rule, Britannia! rule the waves:
“Britons never will be slaves.”

4

Thee haughty tyrants ne’er shall tame:
All their attempts to bend thee down,
Will but arouse thy generous flame;
But work their woe, and thy renown.
“Rule, Britannia! rule the waves:
“Britons never will be slaves.”

5

To thee belongs the rural reign;
Thy cities shall with commerce shine:
All thine shall be the subject main,
And every shore it circles thine.
“Rule, Britannia! rule the waves:
“Britons never will be slaves.”

6

The Muses, still with freedom found,
Shall to thy happy coast repair;
Blest Isle! With matchless beauty crown’d,
And manly hearts to guard the fair.
“Rule, Britannia! rule the waves:
“Britons never will be slaves.”

Citiamo dal libro di Douglas Johnson “The Beethoven’s Sketchbooks”,  pagina 139 [si parla del quaderno di abbozzi denominato Landsberg 6] : La parte superstite della raccolta risulta contenere solo 3 fogli, da foglio 1 a foglio 3. La sua ricostruzione conferma interamente l’affermazione del Nottebohm, secondo cui manca un foglio prima del foglio 1 e 4 fogli tra i fogli 1 e 2. Si può ipotizzare quindi che fosse originariamente un fascicolo di 8 fogli, come molti quaderni di abbozzi simili. Nessuno dei presunti 5 fogli persi è stato ad oggi rintracciato, ma alcuni dei loro contenuti possono essere congetturati: sono schizzi per le variazioni per pianoforte sul “Rule Britannia” WoO 79, opera abbozzata sul foglio 1v e di nuovo sui fogli 2r e 3r., forse due piccoli Klavierstüke del 1803, che potrebbero esser stati scritti in queste pagine perdute; così come la canzone ” Der Wachtelschlag “WoO 129 e le variazioni per pianoforte sul ” God save the King “WoO 78 […] Il Landsberg6 sembra seguire più o meno direttamente il quaderno di abbozzi Wielhorsky e inizia con gli schizzi per le variazioni sul “Rule Britannia” WoO 79. Sia queste che WoO 78  in ogni caso furono completate entro il 6 agosto 1803, dal momento che quel giorno l’allievo di Beethoven, Ferdinand Ries, scrisse a Simrock a Bonn queste parole per chiedere se la casa editrice fosse interessata a pubblicarle: “Er hat jetzt über 2 englische Lieder Variationen geschrieben, wollten Sie vielleicht diese haben, so könnte ich deswegen mit ihm sprechen “[Erich H. Müller, Beethoven e Simrock, in: Simrock Jahrbuch 2 (1929), pp. 23-24; Kinsky-Halm, pp. 531-533.]. Ovviamente la seconda serie di variazioni non poteva che essere quella per il “God save the King”.

Un abbozzo intitolato “god save te (sic!) King è conservato nella miscellanea Kafka Add. Ms. 29801 nella British Library (f. 82r), inserito in una pagina contenente anche schizzi  per il Secondo Concerto per pianoforte Opus 19. Per questo motivo l’autografo è stato datato attorno al 1800. L’interesse di Beethoven per “Rule Britannia” e il “God save the King”  potrebbe essere iniziato quindi prima del 1803. Del “Rule Britannia” ne copiò il tema (misure 1-30)  in modo ordinato, in riduzione  per pianoforte, nel manoscritto Landsberg 12 (Berlin Deutsche Staatsbibliothek), p. 59. La datazione di questa pezzo non può essere stabilita con certezza,  ma alle pagine 62 e 63 nel Landsberg 12 troviamo alcuni schizzi per la Seconda Sinfonia, scritti sulla stessa carta della stessa altezza, larghezza e numero di righi di pagina 59. Se quella copia del tema “Rule Britannia” risalisse al 1802, l’anno in cui Beethoven lavorò alla Seconda Sinfonia,  potrebbe segnare il momento in cui iniziò a pensare di comporre delle  variazioni su quel tema.

Rachel Wade nel suo scritto “Beethoven’s Eroica Sketchbook” ha evidenziato tutti gli schizzi che fanno riferimento a queste variazioni l primo schizzo lo si trova a pagina 1 righi 4-5 (seconda metà del rigo)

e corrisponde all’inizio della Coda della V Variazione (misure 39-42)

altri li troviamo a pagina 2 – righi 1/5

poi ai righi 6-7

e 12/13.

pagina 3 – righi 1/4 troviamo gli schizzi per la Coda della V Variazione (misure 71-82)

e nei due righi sotto (5/6) per le misure 76/83

infine ai righi 7/8 (prima metà del rigo) una altro schizzo forse poi non utilizzato, forse sempre per la V Variazione.

Gli schizzi proseguono poi alla pagina 5 ai righi 1/2 e 5/6 dove troviamo gli schizzi per la III Variazione (misure 14/30).

E questi sono gli ultimi schizzi rintracciabili.

WoO 79 fa parte del progetto La ricerca diventa Arte

Una nuova vita per le opere di Ludwig van Beethoven: Un’ esplorazione artistica a cura del pianista maestro Giuseppe Bruno
Sesta conversazione: “Before Brexit”. WoO 78 & 79.

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