WoO 67 Otto variazioni in do maggiore, per pianoforte a quattro mani su tema del conte Waldstein

Thema – Andante con moto

WoO 67- Otto variazioni in do maggiore, per pianoforte a quattro mani su tema del conte Waldstein, dedicate al medesimo, 1791- ottobre 1792, pubblicate a Bonn, Simrock, settembre 1794. GA numero 122 (serie 15/3 ) – Bruers 159, KH. (WoO 67) – L. III, Pagina 226 – Nottebohm, pagina 146 – P. 38 – Sch. pagina 217/30. Thayer 31.

Il manoscritto originale è custodito nella biblioteca del conservatorio di Parigi (attualmente si trova nella Biblioteca Nazionale di Francia a Parigi – collezione Gallica). Scritte a Bonn, ma forse ritoccate nel primo anno di soggiorno a Vienna, queste variazioni costituiscono, in ordine di tempo, le prime delle poche – e non di capitale importanza – composizioni per pianoforte a quattro mani lasciateci da Beethoven.

 [Da Biamonti Giovanni – Catalogo cronologico e tematico delle opere di Beethoven comprese quelle inedite e gli abbozzi non utilizzati, Torino, ILTE 1968]

Queste Variazioni, che Beethoven dedicò allo stesso conte Ferdinand von Waldstein, furono composte fra il 1790 e il 1792 (più probabilmente nel maggio 1790, vista la vicinanza di un abbozzo ad altre musiche scritte quel periodo).  Furono riviste a Vienna entro il 18 giugno 1794 (il manoscritto originale è sulla carta usata in quella città), quando Beethoven ne scrisse in una lettera all’amico Nikolaus Simrock, il quale nel 1793 aveva fondato una casa editrice musicale a Bonn, con una filiale a Parigi diretta da suo fratello Heinrich

«Caro Simrock,

mio fratello[1] mi ha detto che Lei avrebbe già inciso o starebbe per incidere le mie Variazioni a quattro mani. Mi sembra che sarebbe stato più corretto chiedermene l’autorizzazione. Si figuri se io avessi agito nello stesso modo e venduto ad Artaria le stesse Variazioni che lei sta ora incidendo. Ma non c’è pericolo. L’unica cosa che Le chiedo vivamente è di interrompere l’incisione e di scrivermi se l’ha veramente iniziata. In caso positivo Le mando di qui, alla prima occasione per mezzo del mio amico il conte Waldstein, il relativo manoscritto in base al quale potrà poi procedere all’incisione , dato che è stato in più punti corretto.(…)»[2]

Le Variazioni, il cui manoscritto originale si trova oggi presso la biblioteca del conservatorio di Parigi, furono pubblicate nell’agosto-settembre del 1794 ma l’editore, nonostante la sollecitazione di Beethoven, lavorò su uno spartito in più punti divergente dall’autografo.

Maynard Solomon, su di esse ha scritto: «(…) sono tipiche e attraenti variazioni ornamentali (…) interessanti anche per il tipico colore orchestrale (…)».[3] Per François-René Tranchefort invece: «(…) L’opera soffre di una insufficiente padronanza di scrittura, e non può essere considerata come traduzione di un pensiero musicale. (…)».[4] Ancora più severo è il giudizio di Piero Rattalino: «(…) Non c’è in esse nulla di particolarmente notevole oltre un generico brio ma, semmai un certo impaccio nel trattare il pianoforte a quattro mani.(…)».[5] In vero e proprio soccorso di queste Variazioni arriva, buon ultimo, Luigi Della Croce ricordandoci che a Beethoven verso di esse: «(…) doveva nutrire una certa considerazione (…)»,[6] visto quello che scrisse nella lettera già da me menzionata, «(…) lavoro (…) accurato e originale, pur traendo partito (…) dal passaggio un po’ scontato dal modo maggiore al minore e viceversa, in questo caso dal Do maggiore al Do minore, modulazione che lo stesso Waldstein aveva lasciato trapelare come un timido barlume all’interno del suo tema. Ma Beethoven riserba questa modifica tonale, con nuovi accidenti in chiave, all’ultima variazione, facendo di essa l’episodio più significativo della partitura e introducendo inoltre un ricco bagaglio di abbellimenti in fatto di tempo di agonica, in continua mutazione (…)»[7]

[1] Kaspar Anton Karl che nella primavera del 1794 si trasferì anche lui a Vienna.

[2] Ludwig van Beethoven. Epistolario volume I 1783-1807. A cura di Sieghard Brandenburg. Skira editore

[3] Maynard Solomon: Beethoven, la vita, l’opera, il romanzo famigliare. Super Tascabili Marsiglio editore

[4] François-René Tranchefort: Guide de la musique dePiano e de Clavecin. Da Amedeo Poggi e Edgar Vallora: Beethoven. Signori il catalogo è questo. Einaudi editore

[5] Piero Rattalino: Guida alla musica pianistica. Zecchini editore

[6] Luigi Della Croce: Ludwig van Beethoven. La musica pianistica e da camera. L’Epos editore

[7] Luigi Della Croce: Ludwig van Beethoven. La musica pianistica e da camera. L’Epos editore

Titolo ufficiale: WoO 67 Acht Variationen (C-dur) über ein Thema des Grafen Ferdinand Ernst von Waldstein für Klavier zu vier Händen Widmung: — NGA VII/1 AGA 122 = Serie 15/3 Beiname: Waldsteinvariationen (nach dem Thema)

Composte negli anni 1790-1792. L’edizione originale fu pubblicata da Simrock a Bonn nell’agosto/settembre 1794. L’esame cartaceo, il manoscritto contenete gli schizzi e la trascrizione in bella copia dell’opera autografa indicano che queste variazioni furono create negli anni 1790-1792. Secondo Douglas Johnson non è possibile indicare con assoluta certezza un termine più preciso di composizione dell’ opera. (Johnson/Fischhof vol. 1 p. 278). Beethoven deve aver almeno apportato migliorie a questa composizione dopo il 1792, come si evince da una lettera all’editore Simrock datata 18 giugno 1794: „mein Bruder sagte mir hier, daß sie meine Variationen zu 4 Händen schon gestochen hätten, oder doch stechen würden […] das einzige, was ich mir ausbitte ist, daß sie jezt den Stich damit aufgeben […], so schicke ich ihnen von hier durch eine Gelegenheit an meinen Freund den Gr.fafen] waldstein das Manuscript davon, wonach sie sie stechen können, weil darin verschiedenes verbessert ist.“ (BGA 15.)

Il testo della lettera suggerisce che la pubblicazione dell’opera fu affrontata all’insaputa e contro la volontà del compositore, ma che in seguito Beethoven quantomeno accettò la cosa di buon grado. Contrariamente a Hans Schmidt (Schmidt/NGA VII/1 p. Vlllf o Buchstein/NGA VII/1 KB p. 19 e BGA 15 nota 5), ​​Peter Riethus ritiene probabile che l’autografo sia stato utilizzato come modello per l’ incisione; conferma anche che lo stesso Beethoven corresse lo stesso  (vedi BGA 17; Riethus/Beckerungen pp. 97-101). Le variazioni sono elencate nel catalogo di Breitkopf per la Michaelimesse del 1794 (Thayer/1865 p. 14 e 186) e furono pubblicate da Simrock poco prima – in agosto o settembre. Nella Wiener Zeitung del 28 gennaio 1795, Traeg le pubblicizza come „zu haben“. Tema: Secondo il frontespizio dell’edizione originale, il soggetto fu scritto da Ferdinand Ernst Graf von Waldstein (1762-1823). Tuttavia il contributo di Beethoven alla stesura finale del tema potrebbe esser stato rilevante. Il fatto che Beethoven annotasse anche il tema sul quaderno di abbozzi utilizzato per queste variazioni e vi abbia apportato correzioni è interpretato da Joseph Kerman come prova dei miglioramenti apposti da Beethoven al tema di Waldstein (Kerman/Kafka vol. 2 p. 283) . Steven Whiting, d’altro canto, ritiene anche possibile che il tema sia stato direttamente dello stesso Beethoven (Whiting/Wo067 p. 460). Prima esecuzione sconosciuta.

Abbozzi: GB-Lbl, Ms. 29801 (“Kafka”), fol. 100v. Dadazione: 1790-1792, facsimile e trascrizione: Kerman/Kafka. Partitura in bella copia: F-Pc (in: Pn), Ms 27. Datazione: 1790-1792 (Johnson/Fischhof vol. 1 p. 277f; contrariamente a BGA 15 nota 5 annotato su carta di Bonn). Titolo: foglio 1 recto “Variations / à quatre mains pour le piano Forte [sotto ulteriori note fittamente barrate e cancellate] / Composta dal L. V. Beethoven.” 8 fogli; foglio 1 recto titolo, 15 pagine di testo musicale fogli 1versus-8versus. Carta: formato orizzontale, 21 x 30,5 cm, 12 righe. Provenienza: Charles Malherbe, Parigi. – dal 1912 con il suo lascito F-Pc. – Dal 1964 in F-Pn. Facsimile: Gallica. Descrizioni: Buchstein/NGA VII/1 KB P. 17. – Johnson/Fischhof Vol. 1 P. 276-278.

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