WoO 58 Cadenze (2) per il primo e l’ultimo tempo del Concerto in re minore per pianoforte e orchestra di Mozart K.466

WoO 58 Cadenze (2) per il primo e l’ultimo tempo del Concerto in re minore per pianoforte e orchestra di Mozart K.466, 1802-1805, pubblicate rispettivamente in appendice al numero 10 del Wiener Zeitschrìft fur Kunst, Literatur und Musik, 23 gennaio 1836, e nella GA., 1864. GA. n. 701a, 11 e 12 (serie 9/7) – Bruers 175 – KH. (WoO) 58 – N. pagine 154/11-12 – P. 125. NGA VII/7 AGA 70a = Serie 9 Nr. 7/11 und 12.

Origine e pubblicazione: scritte probabilmente nel 1809 per l’arciduca Rodolfo. Le prime edizioni apparvero postume: la prima cadenza del movimento nel gennaio 1836, come supplemento musicale nella rivista viennese di arte, letteratura, teatro e moda, la cadenza per il terzo movimento nel 1864 come parte dell’AGA presso Breitkopf & Härtel a Lipsia. I manoscritti  e le filigrane della carta utilizzata per gli autografi, in particolare la cadenza del primo movimento, indicano un’origine intorno al 1809 (JTW p. 557 n. 37; Kramer / Cadenza p. 125; Loesti / NGA VII / 7 KB p. 8).

Poiché anche la cadenza del primo movimento fu in possesso di Ferdinand Ries, si presuppose che Beethoven la scrisse per lui (KH p. 504). Sieghard Brandenburg dimostrò  che quasi tutte le cadenze di Beethoven appartenevano alla raccolta musicale dell’arciduca Rodolfo (Brandenburg / Rudolph p. 173f). ‘ origine delle cadenze non è chiara; tuttavia, attorno al 1811 l’Arciduca apparve più frequentemente come solista in concerti privati ​​dell’alta aristocrazia viennese, soprattutto a  Palazzo Lobkowitz. In quelle occasioni si esibì come solista in diversi concerti per pianoforte, ed è concepibile che le cadenze siano state scritte a suo uso. (Steblin / Chotek p.108-162).

È documentato che lo stesso Beethoven suonò in pubblico i concerti per pianoforte di Wolfgang Amadeus Mozart nel 1795/96 (questo concerto in oggetto tra il primo ed il secondo atto della “Clemenza di Tito”, nella rappresentazione allestita dalla vedova di Mozart il 31 marzo 1795 al Burgtheater).  (Eduard Wlassak, Hrsg.: Chronik des kuk Hof-Burgtheater).  Ovviamente le cadenze non avrebbero potuto esser  disponibili in quegli anni. La prima esibizione non è nota, così come gli abbozzi.

Cadenza per il 1 ° movimento: D-BNba, BH 80 Data: 1809 (Kramer / Cadenza p. 125f; Loesti / NGA VII / 7 KB p. 8).  Intestazione “Cadenza”. Dimensione: 4 fogli; 7 pagine di fogli di testo musicale lr-4r, foglio 4v vuoto. Carta: formato orizzontale, 23,5 x 31,5 cm, 12 righe. Provenienza: collezione musicale dell’arciduca Rodolfo. – Ferdinand Ries.

Cadenza per il 3 ° movimento: GB-Lbl, Add. Ms. 29803 Data: probabilmente 1809 (Loesti / NGA VII / 7 KB p. 13). Intestazione “Cadenza”. Dimensione: 2 fogli; 4 pagine di fogli di testo musicale lr-2v. Carta: formato orizzontale, 25 x 33 cm, 12 righe. Provenienza: collezione musicale dell’arciduca Rodolfo. – Johann Nepomuk Kafka, Vienna (Brandenburg / Kafka p. 102). – Acquistato nel 1875. Facsimile: Hess / Kadenzen. Descrizione: Loesti / NGA VII / 7 KB p. 13f.

Il concerto KV466 di Mozart è il decimo che scrive a Vienna, città che l’ha ospitato a braccia aperte. Amadeus voleva affermarsi come pianista e gli aristocratici amavano il suo pianismo clavicembalistico e scorrevole che lo rendeva unico. Questo concerto è uno dei più eseguiti ed amati dall’autore e dal pubblico. Non ci dobbiamo stupire del fatto che i primi concerti viennesi scritti da Mozart ci tengano a far emergere la bravura del Mozart pianista e in effetti il pianoforte è il principe degli strumenti e si pone allo stesso piano dell’organico orchestrale, dall’inizio alla fine.

Questo concerto sembra preannunciare il linguaggio beethoveniano e quello dei romantici e non a caso fu uno dei più eseguiti anche nell’Ottocento. La scelta della tonalità del re minore dona drammaticità e i contrasti interni di ritmo, melodia e armonia creano un discorso variopinto e fantastico. E’ indiscusso che il pubblico sia catturato dall’inizio alla fine: c’è un miscuglio di sentimenti ed emozioni che lascia senza respiro fino all’ultima nota.

Nel fitto epistolario di casa Mozart troviamo tracce di questo concerto.

Vienna, 16 febbraio 1785 Leopold scrive alla figlia Nannarel: “Venerdì scorso, verso l’una siamo arrivati ​​al n. 846 Schullerstrasse, dove tuo fratello ha una sistemazione eccellente al secondo piano con tutti i mobili necessari […] Lo stesso venerdì sera, verso le sei, siamo andati al Mehlgrube […], il concerto era eccezionale, l’orchestra eccezionale. Oltre alle sinfoni, un cantante del teatro ha cantato due arie, poi è arrivato un “concerto per tastiera appena composto da Mozart (K. 466 in re minore) ”, che il copista stava ancora copiando quando arrivammo; e tuo fratello non ha avuto il tempo di riprodurre il rondeau perché doveva supervisionare il copista…”

Beethoven dimostra la su stima  a Mozart scrivendo le cadenze per il primo e il terzo movimento ( attualmente sono quelle più eseguite in concerto). Nell prima cadenza Ludvig conserva il ritmo sincopato, i temi e soprattutto da rilievo all’elemento iniziale delle terzine suonate dei violoncelli, sottolineando l’inquietudine del brano. Ogni volta che questo elemento si ripropone sembra quasi una scossa elettrica o dei cannoni che sparano in battaglia. Tumulto interiore, rivoluzione e movimento! tipici della drammaticità che sottolinea questo movimento che si chiude nello stile mozartiano: trillare a più non posso.

Nella cadenza del terzo tempo si avverte la fretta, quella che ha avuto nello scriverlo, visto che l’ha ultimato di scrivere pochi minuti prima dell’esecuzione.

Grande concerto e belle cadenze che gli rendono omaggio.

La mia interpretazione è più accesa rispetto a tante. Ho fatto questa scelta perché la drammaticità che vivo ogni qualvolta che ascolto questo concerto la avverto in modi diversi. Potrei suonarlo 1000 volte di seguito e sicuramente eseguirei le cadenze in modi differenti, tutte le volte.

Antonietta Cappelli

WoO 58 fa parte del progetto La ricerca diventa Arte

Una nuova vita per le opere sconosciute di Ludwig van Beethoven: Un’ esplorazione artistica a cura della pianista professoressa Antonietta Cappelli

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