WoO 27 Duetti (3) in do maggiore, fa maggiore e si bemolle maggiore per clarinetto e fagotto

WoO 27 -Duetti (3) in do maggiore, fa maggiore e si bemolle maggiore per clarinetto e fagotto, 1792 (non oltre l’ottobre), pubblicati in parti staccate a Parigi, Lefort, 1810-1815 circa; in partitura nella GA. 1864, GA. n. 64 (serie 8/6) – B. 147 – KH. (WoO)27 – L. IV, p. 341/1 – N. pagina 141 – P. 121 – T. 70.

Insieme con il Duetto per due flauti e l’Allegro per viola e violoncello con “due paia di occhiali obbligati” (più due pezzetti di poche battute per due violini, di epoca molto posteriore, WoO 34 e WoO 35) questi Duetti costituiscono il complesso delle composizioni per due strumenti, senza partecipazione di pianoforte, lasciateci da Beethoven: piccole opere senza dubbio, che però, nonostante l’origine occasionale (spesso anche in funzione della particolare valentia di qualche singolo virtuoso) e pur uniformandosi alla pratica di modelli precedenti, vivono una loro propria vita, per quanto nell’ambito di una esperienza artistica giovanile. I primi due Duetti sono scritti per il clarinetto in do, il terzo per quello in si bemolle.

Titolo ufficiale: WoO 27 Drei Duos (C-dur, F-dur, B-dur) für Klarinette und Fagott NGA VI/1 AGA 64 = Serie 8/6

La paternità e la storia dell’origine dei duetti sono oscure per mancanza di prove. I primi documenti sono due edizioni a nome di Beethoven: una pubblicata prima del 1828 da Leduc a Parigi, una tra il 1828 e il 1833 da André a Offenbach. Nel suo catalogo, Alexander W. Thayer data presumibilmente i duetti intorno al 1800 e li associa ai musicisti Joseph Beer (1744-1812), clarinetto, e Wenzel Mattuschek (ca 1760-1824), fagotto, attivi a Vienna in quegli anni. Hugo Riemann citava criteri stilistici (melodia di Mannheim, guida della voce di accompagnamento e ambitus inferiore della parte di clarinetto) che rendevano necessario datare questi trii „dieser Trios erheblich vor 1800, vielleicht sogar in die Bonner Zeit“ e indicava strumentisti di fiati della Cappella elettorale a Bonn. Nel 1980, Douglas Johnson descrisse i duetti come „probably spurious“ e li incluse nell’elenco delle opere dubbie del New Grove Dictionary. Egon Voss sottolinea le differenze esterne (trasposizione del clarinetto, sequenza dei movimenti) e interne (livello compositivo) tra i duetti n.1 e 2 e il duo n.3 e ritiene possibile che solo il n.3 non sia mano di Beethoven. A causa della vicinanza stilistica al pezzo WoO 33b No. 1, datò i duetti al 1799 circa. La prima edizione completamente conservata dei duetti è una stampa di André a Offenbach, pubblicata probabilmente tra il 1828 e il 1833. Questa edizione fu probabilmente preceduta da un’edizione parigina di Leduc prima del 1828, di cui si può verificare solo il frontespizio. L’annuncio trovato nella rivista pubbliciataria Wh II si riferisce a loro: “Duos p. Clar et Basson. Paris, Leduc 2 Fr. 50 Ct.“  (e già nel catalogo della casa editrice Leduc dal 1820 sotto “Duos” e VN 1213: “1213. Beethoven, idem [= Clarinette] et basson. 7. 50”.) Non è stato ancora possibile chiarire se si tratta di WoO 27 perché non è stato trovato ad oggi alcun esemplare. Poiché Lefort, sconosciuto come editore era probabilmente attivo solo come commerciante, l’annuncio in Wh I potrebbe anche aver riportato erroneamente il nome di Lefort invece di quello di Leduc.

Dopo l’eccellente studio portato in tempi recentissimi da Egon Voss sui “Neue Beethoven Studien” volume 9, a cura della Beethoven – Haus di Bonn, Carus Verlag, 2011, ecco due valenti musicisti che hanno deciso di compiere uno studio definitivo sui tre duetti. Si tratta di Graziano Denini, violoncello, e Roberta Piras, flauto. La scelta del flauto – violoncello non è oziosa, trattandosi di una alternativa coeva. Alternativa forse è parola persino esagerata: i tre duetti, (come sottolinea Egon Voss) uscirono contemporaneamente in diverse sfumature d’organico: clarinetto e fagotto, violino e violoncello, flauto e fagotto ed appunto flauto e violoncello. Ecco questi duetti, offerti in WP nel sito. Grazie a tutti e due per la splendida interpretazione, ma, mi sia consentito, un plauso particolare a Graziano per l’ottima revisione dei tre duetti; si è trattato di un lungo lavoro di “restauro” che ha riportato le tre partiture al primigenio splendore. Completate tutte le registrazioni ad agosto 2015, si nota che tutti i file sonori seguenti sono stati registrati dai musicisti in “live performing”.

Roberta Piras – Flauto. Graziano Denini – Violoncello

WoO 27 fa parte del progetto La ricerca diventa Arte

Una nuova vita per le opere sconosciute di Ludwig van Beethoven: Un’ esplorazione artistica a cura del duo Mazzola – Glavina

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