WoO 13 Danze tedesche (12) per orchestra (in riduzione pianistica)

WoO 13 – Danze tedesche (12) per orchestra (in riduzione pianistica), 1800 circa, pubblicate la prima volta nel 1929 a cura di O.E. Deutsch, Vienna (Praga-Lipsia), edizioni Strache; poi a cura di Edwin Fischer e Georg Schunemann, Berlino, Eichmann, 1937; più recentemente da W. Hess nell’ottavo fascicolo dei Supplemente zur GA., 1964. Bruers 350 – Hess 5 – KH. (WoO)13 – Thayer 291.

Il manoscritto originale della partitura e delle parti d’orchestra è sconosciuto: nella Deutsche Staatsbibliothek di Berlino si conserva soltanto la copia di una riduzione pianistica, riveduta probabilmente dallo stesso Beethoven, in cui è detto altresì che le danze furono eseguite nella «piccola sala del reale imperiale Ridotto». Il Deutsch precisa che esse non furono scritte (al contrario di altre di cui si è parlato precedentemente) per la Società per le pensioni degli artisti delle arti figurative, ma in occasione di una delle normali feste da ballo di qualche altro ridotto viennese, e non nel 1796-1797, come prima si credeva, ma intorno al 1800. Per quanto riguarda il tipo della musica ci riferiamo alle composizioni precedenti del medesimo genere.

WoO 13 Danze tedesche (12) Riduzione per pianoforte

WoO 13 Danze tedesche (12) Orchestrazione di Albert Willem Holsbergen

WoO 13 fa parte del progetto La ricerca diventa Arte

Una nuova vita per le opere sconosciute di Ludwig van Beethoven: Un’ esplorazione artistica a cura della pianista professoressa Antonietta Cappelli

“12 danze dal carattere festoso, tipico dei brani composti per puro divertimento. Le sonorità sono luminose e piene di scenari variopinti. Tutte scritte in tonalità maggiori e, come spesso avviene per i brani ‘solari’, quelle predilette sono il SOL e RE. È affascinante rilevare  come il passaggio da una danza all’altra riporti alla mente le grandi sale Viennesi. Suonandole si ha la percezione degli organici orchestrali che potrebbe aver pensato Beethoven: immancabili gli archi, protagonisti indiscussi nella n.9 e la presenza del clarinetto, e ottoni, in quelle scritte in SIb. Poi arriva la danza n.12 che è scoppiettante e richiama i valzer viennesi di Strauss. Interessante il fatto che il Metro fa da collante dell’opera: tutte le danze sono scritte in ¾ e presentano (ad eccezione della danza n.12 che presenta una coda in stile “cadenza”) la forma del Minuetto.  L’articolazione delle tonalità mi fa pensare ad un disegno ben preciso. Osserviamo la successione delle tonalità: RE, SIb, SOL, RE, FA, SIb, RE, SOL, MIb, DO,  LA, Re/Sib/Re. Come si può notare, mettendo in ordine le note si ottiene la scala di SIb maggiore che in effetti fa da protagonista. Si potrebbe addirittura pensare a un vago presagire il primo tempo della sonata op.106, scritta proprio in tonalità di SIb che presenta modulazioni in Re e Sol nella parte espositiva. In effetti le prime 4 danze sembrano fare parte di un unico blocco.  Seguono tutte le altre danze che, se le pensiamo come un ‘corpus unicum’, ognuna potrebbe essere pensata come serie di modulazioni che approdano, nella chiusura, alla tonalità iniziale.
Antonietta Cappelli.

Il sito Unheardbeethoven è a cura di Albert Willem Holsbergen e Mark Zimmer. A loro va il nostro ringraziamento.

Gli esempi musicali in MIDI di questa pagina sono curati da Pierre-Jean Chenevez. Chi volesse consultare o richiedere questi file, può contattare l’ autore tramite il nostro modulo di contatto.

Per gentile concessione della  Staatsbibliothek zu Berlin Preußischer Kulturbesitz)