Unv. 5 – Frammento di un Concertante in do maggiore

1802 circa

Molte volte Beethoven cominciò opere di grande respiro per poi abbandonarne il progetto. È il caso di questo concertante in do maggiore, un doppio o triplo concerto forse per violino, violoncello (pianoforte) ed orchestra, che precede di alcuni anni il ben conosciuto Triplo Concerto Opus 56. Beethoven cominciò a lavorare alacremente su questo concertante sul quaderno di abbozzi denominato “Kessler”, che usò dalla prima metà del 1802. Qualche abbozzo compare già sui fogli 38 versus e 38 recto, proseguendo fittamente sino al foglio 41 versus. A partire da questo punto probabilmente il compositore cominciò ad esser poco soddisfatto dei progressi, riscrivendo la seconda metà dell’ opera in modo molto più disordinato di quanto fosse successo prima.
Contemporaneamente Beethoven cominciò anche a prepararne una partitura orchestrale completa, su carta che riporta la stessa filigrana del quaderno Kessler. Questa partitura, arrivata a noi come un frammento di 12 pagine, è stata catalogata come Artaria 183, ed è conservata alla Staatsbibliothek di Berlino. Le prime pagine sono andate perdute e quello che ci è rimasto è la parte corrispondente alla battuta 43 del progetto Kessler, proseguendo con l’entrata del solo fino alle battute 113-126. Qualche idea per ulteriori parti di “solo” sono state trovate al foglio 41r del quaderno, ma le stesse parti corrispondenti nella partitura sono molto meglio sviluppate.
Quel che risulta chiaramente è che il manoscritto Artaria 183 è mancante delle pagine iniziali. Difatti la prima nota in assoluto è una battuta di viola, con una legatura che doveva necessariamente partire da una pagina precedente (ora perduta). Se Beethoven abbia continuato a scrivere dopo la battuta 126, è una questione ancora aperta. L’ultima battuta della parte del violino   solista coincide con la fine della pagina, ma da questo punto, la partitura che fino a quel punto era abbastanza rifinita (anche se non completa), declina gradualmente in un abbozzo. Poco è stato sviluppato oltre la prima esposizione: qualche idea progettuale e poco sviluppata. È importante sottolineare come una di queste idee è indicata “per il Concertante”, specificando esattamente la forma estetica che Beethoven aveva in mente per questa composizionea.

Lo studio principale di questo materiale fu fatto da Richard Kramer. Il suo lavoro fu pubblicato nel 1977 nel libro “Beethoven Studies”. Kramer osserva che: “The very existence of a fragmentary score for the first movement of the concertante stands as evidence that Beethoven would work intermittently between sketchbook and score within a single movement …. Much remained to be worked out in the sketchbook: the solo exposition is not sufficiently drafted; the development has not even been attempted; the recapitulation would surely require at least some sketching. With fundamental aspects of the first movement still unsettled, Beethoven has begun the transfer from sketchbook to score.” “L’esistenza di una partitura frammentaria del primo movimento del Concertante sta ad indicare che Beethoven avrebbe elaborato abbozzi e partitura nello stesso momento …. Gli rimaneva molto rimane da fare;  l’esposizione del solo non è sufficientemente sviluppata; lo sviluppo non è stato neanche tentato; la ripresa avrebbe sicuramente richiesto altri abbozzi. Sebbene molti aspetti fondamentali del primo movimento fossero ancora incerti, Beethoven cominciò la trascrizione dagli abbozzi alla partitura”.

In effetti queste considerazioni ci fanno riflettere sul metodo compositivo di Beethoven. Ma allora per quale motivo Beethoven abbandonò infine questo progetto? Kramer pensa che la risposta si possa trovare in una lettera datata 22 aprile 1802 del fratello Karl van Beethoven indirizzata a Breitkopf & Härtel: “Mio fratello avrebbe scritto in prima persona, ma non è disposto a farlo al momento, poiché il barone van Braun è uno stupido e grossolano regista teatrale ed ha rifiutato l’uso del teatro per la Akademie, e lo ha trasformato nel palcoscenico di artisti del tutto mediocri”. Se Beethoven stava preparando il concertante per questa Akademie e per questo teatro, l’accaduto potrebbe averlo scoraggiato. Ritroviamo Karl in un’altra lettera, sempre a Breitkopf & Härtel datata 14 ottobre 1803 che offre un “Konzertant für alle Instrumente für Klavier, Violonzello und Violino”. Dal momento che i primi abbozzi a noi noti del concerto triplo Op. 56 sono datati primi mesi del 1804, è del tutto plausibile che Beethoven prendesse in considerazione di ritornare a lavorare su questo concertante.
L’insoddisfazione di Beethoven per questo primo tentativo di concertante potrebbe essere ascritta al limitato potenziale del materiale scelto. Anche se le entrate degli strumenti solisti sono belle ed interessanti, come nota Kramer, il tema principale è allo stesso tempo corto e povero, e non è probabilmente adatto a supportare una composizione su larga scala. Kramer veder il Triplo Concerto: “at once a reaction to the failed attempt, and … a realization of images and concepts latent in the fragment. The muted opening bars, barely articulate in the low strings, are common to both works (though we must infer some of this quality from the inconclusive sketches in ‘Kessler’). In both cases, this initial idea is detached from, or introductory to, a principal thematic event, though in Opus 56 he two are motivically akin.” “Come una reazione al fallito tentativo, e …. una realizzazione di immagini e concetti latenti nel frammento. Le battute di apertura, appena articolate nelle note del basso, sono comuni ad entrambe le composizioni  (anche se, per quanto riguarda il “concertante” dobbiamo dedurre per speculazione, visto che gli abbozzi nel quaderno Kessler non sono finiti). In entrambi i casi, questa idea iniziale è staccata o introduttiva a un evento tematico principale, sebbene nell’Opus 56 i due temi siano motivicamente affini”.

Il Concertante in re maggiore sembra essere stato quindi abbandonato quando venne meno il motivo che ne giustificava l’immediata realizzazione. Il sapore amaro di quella delusione avrebbe potuto rafforzare l’insoddisfazione di Beethoven per i difetti nella concezione dell’opera che avrebbe potuto ritenere irreparabili. Ma penso che si possa affermare con ragione il vedere il Triplo Concerto come una fase definitiva della gestazione di uno stesso progetto. I concetti importanti e basilari del concertante precedente non vengono semplicemente rigettati. Vengono invece assimilati, consapevolmente o meno, in un’opera che incarna il completamento di un lavoro temporaneamente accantonato.

Composizione: Composto nei primi mesi fino ad aprile 1802 al più tardi. Le opere orchestrali redatte nel taccuino “Keßler” all’inizio del 1802 (vedi Brandenburg/Keßler vol. 1 p. 32f) possono essere viste quasi tutte in connessione con un’accademia che Beethoven progettò per l’aprile 1802 e che non si concretizzò (vedere lettera BGA 85). Tra le opere non  finite il Concertante è l’ opera allo stadio più avanzato; Beethoven aveva anche cominciato ad elaborare l’ espozione del primo movimento. Esistono inoltre brevi abbozzi ed idee per agli altri movimenti. Sieghard Brandenburg presume che Beethoven probabilmente non sarebbe stato in grado di completare l’opera in tempo, anche se l’Accademia avesse avuto luogo. (Brandenburg/Keßler vol. 1 p. 14). Forse per questo aveva già rinunciato al Concertante. Richard Kramer postula ragioni musicali per l’incarico, rafforzate dal fallito piano dell’Accademia (Kramer/Concertante).

Nel 1803 Beethoven riprovò con la stessa strumentazione con un Concertante in Fa maggiore (vedere BGA 163 e Op. 56) e infine compose il Triplo Concerto Op. 56 nel 1804. Sui possibili rapporti musicali tra l’op. 56 e Unv 5 vedere Kramer/Concertante e Ferencz/Op56).

Abbozzi e schizzi: A-Wgm, A 34 (“Keßler”), Folii 38v-39r, 40v-43r e 71 r. Datazione: dai primi mesi all’ aprile 1802, facsimili e trascrizioni: Brandenburg/Keßler, Kramer/ Concertante. Partitura autografa, 1° movimento: Re maggiore – Sibemolle, Mus. SM. autogr. Beethoven Artaria 183. Mancano fogli all’inizio e forse alla fine del manoscritto, la partitura è incompleta. Ambito: 12 fogli; 24 pagine in partitura 1r-12v. Carta: formato orizzontale, 23,5 x 32 cm, a doppia spaziatura. Provenienza: Acquistato da Artaria all’asta nel 1827. Archivio della casa editrice Artaria, Vienna. – Erich Prieger, Bonn, dal 1897. – Acquisito nel 1901. Facsimile dei fogli 1r e 10v e trascrizione parziale: Kramer/Concertante, facsimile completo: SBB Descrizioni: Bartlitz/Catalogo. – Johnson/Artaria pag.21 lf. – Kramer/ Concertante.
Biografia: Brandeburg/Kessler. – Ferencz/Op56 pagg.134-145. – Kramer/Concertante.

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