Trattato di armonia e composizione – Parte terza

CAPITOLO XIII – NOTE SULLA COMPOSIZIONE DEL CANTO
Estensione delle Voci

Si pronunziano difficilmente le parole sulle note troppo basse o troppo alte; il medium è più conveniente, perché le voci vi sono in tutta la loro forza. Il soprano ha d’ordinario, nell’estensione di due ottave, tre registri: il primo contiene quattro suoni di petto dal do a fa.

Nel secondo che contiene nove suoni. Il cangiamento di registro ha  luogo ordinariamente tra fa e sol.

Il terzo registro contiene i suoni di testa, quali sono:

E così via via. La voce si prende al di là di questi limiti nelle cavità del naso e della fronte, e quivi essa non ha, per così dire, più limiti. Alcune cantanti arrivano all’ottava del do acuto: chiamasi questo genere di voce soprano acuto. La voce di petto del tenore si stende dal do al sol.

I suoni più alti appartengono alla voce di testa. Il merito del cantante di buona scuola consiste nel passare impercettibilmente da un registro all’ altro.

DEL RECITATIVO

II recitativo debb’ essere declamato come se fosse parlato. Esso è un discorso talvolta precipitato, talvolta rallentato, secondo che esige espressione appassionata delle parole. La virgola, il punto e virgola, i due punti, il punto, il punto interrogatorio e il punto d’esclamazione, esigono ciascuno un accento diverso.

Se il senso delle parole è precipitato, si sopprime la pausa.

Il punto è espresso, anche quando il periodo essendo terminato, si continua nullameno a parlare sullo stesso soggetto. Ripigliandosene un altro, s’ impiega l’ accento del punto finale.

Il punto interrogatorio è espresso diversamente, secondo la natura del discorso.

Punto esclamativo.

Alcuna dissonanza non dev’ esser risolta prima che il senso non sia compiutamente terminato. Pel riposo s’ impiegano note lunghe; pel movimento note brevi.

In luogo di questo scrivete così:

ed

Le frasi del recitativo seguente sono cattive.

Frasi corte e violente.

Armonia per gli effetti tristi e malinconici

Le voci ascendono o discendono, secondo che i sentimenti prendono o perdono forza.

Espressione della sorpresa e della gioia.

L’effetto è più vivo, quando il canto ascende o discende coll’armonia.

La ripetizione delle parole dà maggiore forza all’ espressione.

Affetto di contrasto.

La terminazione finale si fa con una cadenza finale.

Terminazione di un periodo che ne attende un altro.

La stessa cosa per mezzo di una mezza cadenza.

Mezza cadenza per un’ espressione premurosa.

Per passioni che si calmano:

Terminazione per uomo: eseguite come segue.

Cadenza per una sortita di donna: essa dev’ essere cantata così.

Frasi d’ interrogazione.

Bisogna notare che si trova nel recitativo parole sulle quali si appoggia, e l’accento può cadere sopra un sostantivo, un verbo, un pronome, un avverbio ecc. Si esprime meglio con un salto le domande che sono nel tempo stesso una esclamazione.

Per ben comporre un recitativo, giova declamare da se la poesia, come farebbe un attore intelligente. Quegli le cui forze non bastino per quest’ impresa, non deve arrossire di ricorrere ad altri.

Pagina tratta da: Ludwig van Beethoven – Studi ossia Trattato di armonia e di composizione; prima versione italiana con note di F.G. Fétis (1784-1871) e L.F. Rossi (1805 – 1863)  Milano, Luigi Ricordi & C. 1855, traduzione da Ignaz Xaver von Seyfried Ludwig van Beethoven’s Studien im Generalbasse, Contrapunkte und in der Compositions=Lehre , Wien, Tobias Haslinger, 1832. (traduttore Luigi Felice Rossi)