Trattato di armonia e composizione – Parte seconda

CAPITOLO III – Delle cinque specie di contrapunto semplice.

La prima specie, o nota contro nota, è il genere di contrappunto più semplice, comunque la composizione sia formata di semibrevi, di minime, di semiminime, o di crome. Tuttavia il tempo a cappella, chiamato alla breve, è il più comodo e il più utile per un principiante. La parte superiore che scrivesi al di sopra di un basso, ogni nota può essere una consonanza perfetta o in perfetta, eccettuate la prima e l’ultima che devono essere sempre perfette.

Giova in questo genere di contrappunto di impiegare alternativamente i tre moti, ma è migliore e più sicuro consiglio preferire il moto contrario e il moto obliquo; poiché questi due motti non danno luogo a tanti errori in quanto il moto retto, il quale esige molte precauzioni nell’applicarlo come proveremo con gli esempii. Quanto alla conclusione, è da notarsi che, quando il canto fermo è al basso, la penultima nota del contrappunto deve essere la sesta maggiore, e al contrario la terza minore, se il canto fermo è alla parte superiore; in appresso si termina sull’ottava o sull’unisono.

Questi due intervalli, del pari che la quinta, sono pure impiegati per la prima misura; ma non si mette mai la quinta al basso, perché quest’intervallo farei ricominciare in un altro tuono che quello del canto fermo. Nella seconda specie si fa uso di due minime contro una, o in generale due note contro una. Di queste due note quella che è al primo tempo, chiamasi thesis, e quella del tempo intellettuale si chiama arsis.

Così in questa specie di contrapunto semplice, una dissonanza non può essere impiegata, se non per la distanza di due note che siano alla terza l’ una dell’ altra.

Il ripieno, o la nota (In arsis) può essere parimente una consonanza, come lo prova l’esempio seguente di una cadenza finale; o quando il canto fermo e al basso, la prima nota(in thesis) debb’ essere una quinta, la seconda (in arsis) essere debbe una sesta maggiore, la quale si cangia in terza minore, quando il canto fermo è alla parte superiore.

Riguardo alla cadenza regolare, giova preparare anticipatamente nel corso del contrappunto queste due misure finali. Per facilitare questa specie, gli è permesso nel contrappunto di surrogare la prima nota da una pausa di mezza battuta, e quando le parti sono troppo vicine, di fare salti di festa e di ottava, e di incrocicchiare le parti in modo che la voce superiore passi al di sotto del inferiore e questa al di sopra della superiore. Giova soprattutto evitare nei tempi forti, due quinte o due ottave che non avrebbero fra di loro al tempo debole se non una terza per salto.

Poiché la nota intermedia é considerata come se essa non esistesse; egli è come se vi fosse.

Questa regola è fondata su ciò, che il tempo dentro l’intermedio ha un valore troppo piccolo, perché l’orecchio non senta il rapporto immediato di queste due quinte, o di queste due ottave. Questo rapporto indebolisce, quando le quinte e le ottave sono separate da salti di quarta, di quinta o di sesta che riempiano un più grande intervallo. Nella terza specie impiegansi in varie maniere. Primieramente, allorché le quattro note Sono consonanti.

Quando cinque note seguono tre gradi congiunti, salendo o discendendo la prima deve essere una consonanza, la seconda una dissonanza, e via alternativamente.

In terzo luogo, la seconda e la quarta nota possono essere consonanza e la terza una dissonanza.

in quarto luogo, quando canto fermo al basso si può saltare dalla settima alla quinta, perché questa settima sia preceduta dall’ottava.

se il canto fermo è alla parte superiore, si può saltare dalla quarta alla sesta, purché il primo di questi intervalli sia preceduto dalla terza.

a questa settima e a questa quarta si dà il nome di note cangiate. Il salto di terza, dalla seconda nota alla testa, dovrebbe farsi tutto rigore dalla prima alla seconda che sarebbe allora una sesta a vece di una settima.

così in questa specie le quattro note possono essere consonanti; o la prima e la terza consonante, la seconda e la quarta dissonante; o la prima, la seconda la quarta consonanti, e la terza dissonante; o infine le tre prime consonanti e la quarta dissonante, come nel seguente esempio:

i movimenti si fanno secondo le regole precedenti. La prima nota del tempo forte deve essere sempre una consonanza. quando il canto fermo è al basso, è necessario accomodare la penultima misura in modo che l’ultima nota formi una sesta (maggiore) prima dell’ ottava finale.

se il canto fermo alla parte superiore, il contrappunto deve essere disposto in modo che l’ultima nota sia una terza (minore) che si risolve sull’unisono o sull’ottava per terminare.

La quarta specie si compone di due note contro una, la prima posta nel tempo,, la seconda al tempo forte della misura seguente, con le due note riunite da una legatura o sincope. Questa sincope può essere di due specie, vale a dire una legatura di consonanze a due tempi

e una legatura composta di una consonanza al tempo debole e una dissonanza al tempo forte della misura seguente.

se si sottolinea in una nota legata, tutti gli intervalli si presentano nella loro tessitura di consonanza.

Da ciò ne consegue che la dissonanza deve sempre risolversi per gradi congiunti sulla dissonanza seguente, mentre che le consonanze legate possono procedere per salti.Quando il canto fermo al basso, la seconda lega dissolversi all’unisono, la quarta alla terza, la settima alla Sesta, la nona all’ ottava, e la penultima misura terminasi con una sesta ritardata per mezzo d’ una settima.

Se il canto fermo è alla parte superiore, la seconda lega dissolversi alla terza, la quarta alla quinta, la settima all’ ottava, ma non alla decima. Nella penultima misura, la seconda legata discende alla terza.

Gli è anzi da osservare che quando per qualche circostanza la legatura non può aver luogo, si riempie la misura con due note battute e non legate. Le successioni seguenti sono proibite.

Poiché se si sopprimono le note allegate, esse divengono unisoni, quinte e ottave.

La quinta specie è chiamata contrappunto florido, poiché oltre le quattro specie precedenti, vi si introducono altre combinazioni e varii abbellimenti.

Le due prime note della battuta possono essere semi minime, e il secondo tempo può essere formato da una minima e viceversa.

In una parola, colla soppressione di questa regola inviolabile dello stile severo, che tutti gli intervalli devono essere consonanze perfette e imperfette e non mai dissonanze, questa quinta specie è già una specie di composizione più libera, nella quale si possono introdurre diverse varietà, e una melodia più gradevole. Lo stile legato e l’introduzione del punto e specialmente di un magico effetto in questo genere, e debb’ essere raccomandato. La carenza della penultima e dell’ultima battuta appartengono spesso alla quarta specie.

Pagina tratta da: Ludwig van Beethoven – Studi ossia Trattato di armonia e di composizione; prima versione italiana con note di F.G. Fétis (1784-1871) e L.F. Rossi (1805 – 1863)  Milano, Luigi Ricordi & C. 1855, traduzione da Ignaz Xaver von Seyfried Ludwig van Beethoven’s Studien im Generalbasse, Contrapunkte und in der Compositions=Lehre , Wien, Tobias Haslinger, 1832. (traduttore Luigi Felice Rossi)