Rosemary Brown – Music From Beyond The Grave

L’ ultima erede dello spiritismo anglosassone

Si narra che la bambina avesse sette anni quando vide per la prima volta un ectoplasma. I capelli della presenza erano lunghi e bianchi e indossava una lunga tunica; l’apparizione le disse che in vita era stato compositore e pianista e che sarebbe tornato per donarle la sua arte. La bimba ricordò l’incontro per il resto della vita, ma non sapeva chi fosse quell’uomo finché, alcuni anni dopo, non vide una foto di Franz Liszt. Quella bambina si chiamava Rosemary Dickeson Brown e la sua storia è una delle più strane nella storia della musica.

Rosemary Dickeson nacque a Londra nel 1916;  il padre era un elettricista, la madre una “catering manager” ed abitavano in un appartamento in affitto sopra una sala da ballo. Proprio in questa sala in gioventù la Brown prese saltuarie lezioni di piano. Sebbene le fonti non siano d’accordo sul suo talento musicale, non emerge dai racconti di chi la conobbe alcuna possibilità che potesse diventare una pianista professionista. Nel 1952 sposò uno scienziato di nome Charles Brown ed ebbe due figli; il matrimonio durò nove anni, sino alla morte del marito, avvenuta nel 1961.

La Brown fu sempre assai sensibile. (Una volta disse: “Ho sempre avuto l’abilità, sin da quando riesco a ricordarlo, di vedere e sentire persone che sono considerate decedute.”) La morte della madre e di suo marito innescarono un nuovo interesse per l’aldilà e non molto tempo dopo, le riapparve la presenza che aveva vista in fanciullezza. La Brown descrisse l’inizio del suo percorso con Liszt in questa intervista alla BBC:

In realtà ero a casa perché avevo avuto un incidente al lavoro; mi ero rotta alcune costole e l’ospedale mi aveva dimesso dicendomi che avrei dovuto  riposare, che non avrei dovuto fare alcun lavoro pesante. Il tempo scorreva molto lentamente perché non potevo fare molto; decisi allora di andare al vecchio piano, che non era stato toccato per anni, e pensai che mi sarei seduta e avrei provato a ricordare qualche piccolo motivetto che avevo imparato da bambina. Così mi sedetti e iniziai a provare qualche melodia…..  improvvisamente le mani furono controllate da Liszt e iniziarono a suonare musica bella e straordinariamente difficile”.
Successivamente Liszt servì anche come una sorta di “canale” per evocare altri compositori. Alla fine trascrisse brani “di” Debussy, Rachmaninoff, Schubert, Chopin, Stravinsky (e ovviamente del nostro Beethoven, che è il fulcro di quest’ articolo, NdA). Sosteneva che ogni compositore avesse uno stile di trasmissione unico. Alcuni le premevano le mani sulla tastiera (la Brown apprezzava questo metodo: in quella maniera poteva effettivamente sentire quello che stava scrivendo), mentre altri preferivano dettarle direttamente la musica affinché lei la trascrivesse sulla carta pentagrammata.

Doveva quindi affidare le composizioni a pianisti esperti, poiché non ebbe mai la tecnica per suonarle da sola. Tra le “sessioni di trasmissione”, i compositori incominciarono ad interagire con lei a livello più intimo ed umano; la Brown sostenne che Liszt si interessasse al prezzo delle banane, mentre Chopin era terrorizzato dalla televisione e Debussy era “un tipo hippie”.

Affascinata dal lavoro che la Brown stava producendo, l’insegnante di musica scozzese Mary Firth collaborò con Sir George Trevelyan per creare un fondo che le permettesse di lasciare il suo lavoro giornaliero e dedicarsi integralmente a queste sessioni spiritistiche. I produttori televisivi cominciarono a interessarsi a questa vedova silenziosa, che ripeteva pazientemente la storia più e più volte…. Compose pezzi musicali davanti alle telecamere della BBC ed anche davanti al presentatore TV Johnny Carson. In vecchiaia scrisse diversi libri su queste esperienze, di cui riportiamo alcune copertine (e un documentario apparve anche sulla nostra RAI NdA).
Musicisti e psicologi furono affascinati dalle composizioni della Brown. (La sua fama negli anni ’60 e ’70 fu tale che le fece visita anche  lo stesso Leonard Bernstein!) Alcuni musicisti abbracciarono la teoria dell’origine ultraterrena dei suoi pezzi. Altri ne furono assai meno impressionati (sento di collocarmi in questa secondo campo NdA) In effetti nessuno trovò una spiegazione logica convincente per confutare o screditare la creazione di queste musiche, anche perché la Brown ricavò molto poco in termini economici da questa sua attività.
Le visite paranormali rallentarono quando la salute della sensitiva diminuì fin quando ella si spense nel novembre 2001.

Forse Rosemary Brown stava davvero canalizzando gli spiriti (o lo spirito) dei grandi compositori. O forse ingannò tutti quanti lavorando con un complice o avendo una cultura musicale avanzata tenuta gelosamente segreta. (O forse più probabilmente il suo subconscio in qualche modo le dettò queste opere forse in estatica buona fede NdA). Indipendentemente da ciò, le composizioni di Rosemary Brown si presentano come alcune delle più uniche, straordinarie (e improbabili NdA) musiche mai scritte.

 (Tratto e tradotto da Weird Classics )

Rosemary Brown – Music From Beyond The Grave

Fonti ed alcune rapide considerazioni

Erano gli anni ’60 e ’70, l’apogeo dello spiritismo moderno ed anche quello della Brown. I mezzi di informazione si contendevano Uri Geller,  il presunto sensitivo israeliano che infine si rivelò più abile a manipolare cucchiai con la forza bruta che a controllare il suo fluido mentale. Gli anni degli UFO, dei libri di Peter Kolosimo che ebbe una fortuna immensa nel nostro paese. Non entriamo nel dettaglio dello spiritismo e delle comunicazioni con l’ aldilà; Allan Kardec ci ha già lasciato in eredità i fantastici tavolini girevoli (tables tournantes), la pratica spiritica più nota, le Medium e tutto un apparato iconografico affascinante.

Tuttavia la produzione della Brown, che ritengo del tutto personale ed attinta inconsciamente – se non in modo fraudolento – dalla propria creatività –  è quantomeno interessante. I brani beethoveniani sono ben costruiti, a tratti persino con una vaga “allure” di Ludwig… nulla che non possa esser fatto a tavolino, beninteso (e non su tables tournantes ovviamente!).

In una intervista rilasciata in Germania e poi inserita nelle note esplicative di un LP della Philips dedicato all’esecuzione dei brani tramessi dall’aldilà la Brown sentenzia:

„Der Umgang mit Beethoven ist ein wenig anstrengend, weil er manchmal drei oder vier oder sogar sieben oder acht Stücke gleichzeitig übermitteln will. Ich würde mich freuen, ein Stück vollständig auf einmal zu erhalten, stattdessen aber gibt er eine Seite von einem Stück und dann zwei Seiten von einem anderen – das ist ein wenig verwirrend, aber ich muss mich ihm schon an passen. Vielleicht fügt er die Teile einmal zusammen. Wenn sie so übermittelt werden, geschieht das nur abschnittweise, bis dass sie schliesslich vollständig sind, obwohl es auch einige gibt, die er zwar begonnen, aber noch immer nicht vollendet hat. Möglich ist es durchaus, dass er sie übermittelt, weil die meisten von ihnen einen so herrlichen, vielversprechenden Anfang haben.” „Noch immer fürchte ich mich vor Beethoven, obwohl , der offenbar ein Mensch mit Grossen Mitgefühl ist.”  „Beethoven benötigt kein Orchester. Er hat eine so ausgeprägt starke Überzeugungskraft, dass» wenn jemand seine Schöpfungen hören soll, er denjenigen einfach auffordert, zuzuhören. Dann denkt er an die Musik und der Klang des ganzen Orchesters strömt aus seinem Geist. Er ist der einzige, der dazu in der Lage ist.” „Beethoven scheint Mitte Dreissig zu sein. Er sieht sehr gut aus er hat noch nicht diesen mürrischen Gesichtsausdruck”

Che nella nostra lingua può essere così tradotto: “Avere a che fare con Beethoven è un po’ estenuante, perché a volte desidera trasmettere tre o quattro o addirittura sette o otto pezzi allo stesso tempo. Sarei felice di completarne un pezzo tutto assieme, ma invece il compositore mi dà un frammento di un pezzo e poi due pagine di un altro – questo è veramente (un modo di procedere) confuso, ma devo adattarmi ad esso…. Forse chissà unirà i pezzi assieme alla fine…  Se così accadrà, succederà solo in sezioni, fino a quando il tutto non sarà completo, esistono inoltre composizioni che ha iniziato ma che non sono ancora state completate. E’ possibile, del tutto possibile, che saranno pubblicate perché la maggior parte di loro hanno un meraviglioso e promettente inizio. Sono ancora intimorita da Beethoven, anche se è, con me, un uomo di grande compassione. Beethoven non richiede orchestra. Ha una forza persuasiva così forte che quando qualcuno ascolta le sue creazioni, le stesse chiedono solo di essere semplicemente ascoltate. Poi pensa alla musica e il suono di tutta l’orchestra fluisce dalla sua mente. È l’unico che è in grado di farlo. Beethoven sembra avere circa trentacinque anni. Sembra stia molto bene e non ha certo quell’espressione scontrosa (che ci è stata tramandata)”

La Brown centra perfettamente il segno dell’Arte compositiva di Beethoven: procedere su più composizioni differenti, a volte in modo confuso e completare il tutto quando si chiarisce il disegno finale. Certo, erano presenti e già disponibili nel Regno Unito grandi pubblicazioni circa il modus operandi di Ludwig, che avrebbero potuto esser facilmente consultate dalla “medium”: dalla Zweite Beeethoveniana di Nottebohm, al Lenz, a tutte le pubblicazioni dello Shedlock apparse sul Musical Time. In tutti i casi, a noi non rimane che dare spazio alla musica e alle immagini; per adesso ho individuato quattro brani trasmessi da Ludwig alla Brown; non dimentichiamo che in tanti anni trascrisse più di 1100 composizioni diverse di numerosi artisti; non appena individueremo altre “opere di Ludwig” le aggiungeremo alla lista.

Anche su Youtube esistono diverse registrazioni di interviste e di recital pianistici dedicati a questo particolare tipo di composizione; ne alleghiamo alcuni.

Infine, se qualcuno fosse interessato ad approfondire la questione, può consultare queste fonti

  1. Martin, Douglas (2 December 2001). “Rosemary Brown, a Friend of Dead Composers, Dies at 85”. New York Times. Retrieved 29 September 2008. 
  2. Brown, Rosemary. (1971). Unfinished Symphonies. William Morrow. p. 161
  3. Kastenbaum, Robert. (1984). Is There Life After Death?. Rider and Company. pp. 182–183
  4. Edwards, Harry (1995). “Rosemary Brown (1931 – )”. A skeptic’s guide to the New Age. Australian Skeptics. ISBN 978-0-646-24502-7.  (from on-line copy in Investigator (104), September 2005, retrieved 29 September 2008
  5. Neher, Andrew. (2011). Paranormal and Transcendental Experience: A Psychological Examination. Dover Publications. p. 208. ISBN 0-486-26167-0
  6. Zusne, Leonard; Jones, Warren H. (1989). Anomalistic Psychology: A Study of Magical Thinking. Lawrence Erlbaum Associates, Inc. p. 105. ISBN 978-0-805-80507-9
  7. Brown, Matthew. (2012). Debussy Redux: The Impact of His Music on Popular Culture. Indiana University Press. pp. 36–37. ISBN 978-0-253-35716-8

GUIDÉE PAR LES ESPRITS ? – L’Incroyable Histoire de Rosemary Brown, Pianiste Médium

Un reportage che cita il Centro Ricerche Musicali.
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