Opus 128 Der Kuss (Il bacio): Ich war bei Chloen ganz allein (Ero solo soletto con Cloe) Lied per voce e pianoforte

Opus 128 – Der Kuss (Il bacio): Ich war bei Chloen ganz allein (Ero solo soletto con Cloe) per voce e pianoforte, Opus 128 (redazione definitiva), dicembre 1822, pubblicato a Mainz, primavera 1825, B. Schott Sohne. G.A. 227 (serie 23/13) – Boett. IV/8 – Bruers 128 – KH. 128 – Biamonti 748 – L. IV, pagina 301 – Nottebohm 128 – Thayer 237.

Il manoscritto originale è oggi disperso. Abbozzi comunicati da Nottebohm, II, pagine 477, 478. Questa è la redazione definitiva della canzone cui al numero 169, non molto differente peraltro rispetto a quello che si conosce della prima. Il testo è di Christian Fr. Weisse. Una piccola opera, particolarmente riuscita per lo spirito e la felice maliziosa rispondenza del fraseggio musicale al testo poetico: “Mit Lebhaftikeit, jedoch nicht in zu geswindem Zeitmass und scherzend vogetragen” (con vivacità) dice l’annotazione in principio dello spartito.

 [Da Biamonti Giovanni – Catalogo cronologico e tematico delle opere di Beethoven comprese quelle inedite e gli abbozzi non utilizzati, Torino, ILTE 1968]

Titolo originale: Opus 128 Der Kuß Ariette (A-dur) nach einem Gedicht von Christian Felix Weiße für Singstimme und Klavier Widmung: — NGA XII/1 Nr. 69 AGA 227 = Serie 23/13

Origine e pubblicazione: una prima bozza della melodia si trova già in un taccuino di appunti del 1798, ulteriori schizzi e le partiture autografe furono definite nel 1822. L’edizione originale fu pubblicata da Schott a Magonza nella primavera del 1825. Nel quaderno di abbozzi denominato “Grasnick 1” esiste un abbozzi del 1798 che mostra grande somiglianza con la versione pubblicata (vedere Hess 147). Tuttavia non è possibile verificare se Beethoven avesse già scritto una trascrizione completa con accompagnamento di pianoforte nel 1798 . In una lista di opere dell’inizio di giugno 1822, probabilmente redatto per un’offerta a Carl Friedrich Peters a Lipsia, compare la voce „bey Chloen war ich ganz allein von gleim“  (BGA 1468). Questa è probabilmente la prima menzione scritta del Lied del 1798, anche se con Gleim Beethoven nominò l’autore sbagliato.

Presumibilmente Beethoven si occupò della revisione del canto nella seconda metà del 1822. La trascrizione più antica ci è pervenuta solo in frammenti e conferma una versione precedente; la trascrizione finale dell’  opera data “1822 in Decmb”. L’ Opus 128 fu una delle opere che Beethoven lasciò a suo fratello Johann nel 1822 in cambio di un prestito. Fu probabilmente offerta a Peters a Lipsia come “Arietta” già nel giugno 1822, ma nel marzo 1823 Peters la rifiutò, assieme a molte altre opere. Nei mesi successivi Johann van Beethoven tentò di farla pubblicare da Steiner (BGA 1728) e Leidesdorf (BGA 1844) a Vienna, mentre il compositore collaborò con Simrock a Bonn il 10 marzo 1823 (BGA 1607) e poi a febbraio. Nel 1824 iniziarono le trattative con Probst a Lipsia per l'”Ariette”, che „eben nicht lang[e] aber doch ganz durchgeführt[e]“ (BGA 1783) che fallirono quando Schott a Magonza gli offrì un compenso più alto nel dicembre 1824 (BGA 1909). Infine, il 4 febbraio 1825, la bella copia dell’incisore fu inviata a Magonza, e il giorno successivo Beethoven firmò il passaggio di proprietà, anche per l’ „Ariette mit Klawier“ (BGA 1925, 1931).

Un successivo tentativo di Johann van Beethoven di trovare un editore inglese tramite Johann Andreas Stumpff a Londra non ebbe successo (BGA 1937). Per quanto riguarda l’offerta di Beethoven dei canti op.121b, 122 e 128 a Schott e l’opus numero 121 (erroneamente assegnato per l’op. 128) vedere op. 121b. L’opus numero “121” errato fu corretto a mano in “128” in varie copie dell’edizione originale. La canzone fu inizialmente pubblicizzata senza numero d’opus: per la prima volta nell’aprile 1825 (Caecilia 2, Intelligenzblatt 7, p. 56): „Neue Musikalien, welche […] Von der Ostermesse 1824 bis Ostermesse 1825 erschienen sind“ , al prezzo di 24 kreuzers; poi nell’agosto del 1825 con le nuove uscite „bis zum 31. Juli“ assieme alla versione per voce e chitarra: „Das niedliche leichte Liedchen […] verdient, auch von dem anziehenden und reizenden Texte abgesehen, schon allein um der Originalität der musikalischen Behandlung willen, den grössten Beifall“ (Intelligenzblatt 11, p. 35).

Testo: Christian Felix Weisse (1726-1804), „Der Kuß“,da „Scherzhaften Liedern“, Lipsia 1758. Ristampa invariata in “Lieder der Deutschen” (a cura di Karl Wilhelm Ramler, Berlino 1766) e “Kleinen lyrischen Gedichten“ (Vol. 1, Lipsia 1772). Per Prima esibizione sconosciuta.

Gli abbozzi saranno trattati in un articolo appositamente creato per il Centro Ricerche Musicali www.lvbeethoven.it

Ich war bei Chloen ganz allein,
Und küssen wollt ich sie:
Jedoch sie sprach,
Sie würde schrein,
Es sei vergebne Müh.

Ich wagt es doch und küßte sie,
Trotz ihrer Gegenwehr.
Und schrie sie nicht?
Jawohl, sie schrie,
Doch lange hinterher.

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