Opus 126 Bagattelle (6) per pianoforte

I) Andante con moto – II) Allegro – III) Andante cantabile grazioso – IV) Presto – V) Quasi allegretto – VI) Presto

Opus 126 Bagattelle (6) per pianoforte op. 126, fine 1823- febbraio 1824, pubblicate a Magonza, Schott, Pasqua 1825. GA. n. 190 (serie 18/8) – B. 126 – KH. 126 – L. IV, p. 208 – N. 126 – T. 224

Il manoscritto originale fa parte del fondo Bodmer della Beethovenhaus. Un altro manoscritto (della seconda Bagattella) e’ «probabilmente un primo tentativo di una stesura d’insieme» e si trova nella biblioteca del conservatorio di Parigi. Agli abbozzi, compresi quelli inutilizzati di cui al n. 783, e’ dedicato un capitolo del Nottebohm. Sul margine superiore della seconda pagina degli abbozzi della prima Bagattella si trova l’annotazione «Ciclus von Kleinigkeiten» (Ciclo di piccole cose): ciò sta a significare come Beethoven abbia concepito queste paginette, scritte tutte nello stesso periodo di tempo, in una successione organica a differenza delle due precedenti serie (op. 33, op. 119), in ciascuna delle quali sono state invece raggruppate composizioni di epoche diverse. Indice di momentanee brevi distensioni durante i lavori ben più impegnativi della Nona Sinfonia, l’opera non è tuttavia meno caratteristica della attività creatrice di Beethoven negli ultimi anni della sua vita. La concisione e sobrietà degli atteggiamenti melodici, i vari scatti d’umore, le rifiniture dei particolari ci rivelano quella che Rolland ha felicemente chiamato «la mobilite’ extreme de cet esprit, capable de gouter la paix la plus pure et ses delices, mais dont la porte est constamment ouverte aux souffles de l’inquietude».

Prima Bagattella. Un tranquillo movimento melodico, dal cui seno tuttavia si genera con la modulazione del ritmo nel passaggio in 2/4 e il successivo trapasso di figurazioni a terzine e a quartine una certa nervosa agitazione, improvvisa quanto breve; seguita presto dalla riesposizione iniziale più arricchita ed elaborata.

Seconda Bagattella. Un movimento iniziale agitato, a cui si contrappongono brevi passi melodici: l’uno e gli altri poi variamente e spiritosamente intrecciati e delicatamente spenti nella conclusione.

Terza Bagattella. Un motivo dolce, ma alquanto grave, si scioglie man mano in forme leggere ed ornate per finire in una graziosa discesa in pianissimo.

Quarta Bagattella. Presto. La più sviluppata ed ampia della serie, in due parti distinte: la prima martellata, come l’inizio di una danza pesante e con qualche bizzarro scarto; la seconda impostata su una di quelle primordiali repentine opposizioni di colore (a somiglianza per es. della corrispondente nel secondo tempo del Quartetto in la minore op. 132) con la sua elementare figura di tre note legate, che s’innalza e discende ripetutamente nei confini e nella atmosfera immutati del tono di si maggiore.

Quinta Bagattella. Ha in contrasto con la precedente un carattere omogeneo, a tinta diremmo pastorale, tanto per fissarla in uno stampo di genere, specialmente nella seconda parte che inizia con una specie di melodia di pifferai.

Sesta Bagattella. Un Andante con moto 3/8, che si svolge inquadrato dalle sei impetuose battute di Presto introduttive e conclusive; molto flessuosa, come un morbido spunto di danza.

 [Da Biamonti Giovanni – Catalogo cronologico e tematico delle opere di Beethoven comprese quelle inedite e gli abbozzi non utilizzati, Torino, ILTE 1968]

Titolo ufficiale: Opus 126 Sechs Bagatellen (G-dur, g-moll, Es-dur, h-moll, G-dur, Es-dur) für Klavier Widmung: — NGA VII/6 AGA 190 = Serie 18/8

L’ Opus 126 deve probabilmente la sua origine alla ristampa viennese delle Bagatelle op.119 della Sauer & Leidesdorf e alle pretese di Johann van Beethoven su un gruppo di opere – tra cui l’op. 119 nn.1-6 di cui il fratello gli aveva concesso proprietà (per estinguere un mutuo). Nel 1822/23 entrambi tentarono invano di vendere le Bagatelle op.119 nn.1-6 nei paesi di lingua tedesca; invece, all’edizione originale delle Bagatelle op.119 nn.1-11, apparsa a Londra all’inizio di giugno 1823, seguirono ben presto le prime ristampe di Schlesinger a Parigi e, nell’aprile 1824, finalmente anche quella di Sauer & Leidesdorf a Vienna. Con ciò, Beethoven dovette rinunciare alla speranza di poter vendere questi pezzi nel mondo di lingua tedesca e si apprestò a scrivere sei nuove bagatelle da affidare a suo fratello, che divennero proprio quelle della successiva Opus 126, probabilmente terminate il 19 giugno 1824 (BGA 1846). Le „6 Bagatellen ebenfalls ganz neu geschrieben, welche wohl zu den Besten von meinen schon herausgegebenen gehören werden“ (BGA 1853) furono definite sin dall’inizio come un „Ciclus von Kleinigkeiten“ . Beethoven concepì dapprima i pezzi nn. 2-6, poi il n. 1. Per lungo tempo fu incerto se Bagatelle n. 2 e 3 venissero numerate 1 e 2. Successivamente precedette il n. 2 odierno con una versione rivista del n. 1. Già il 25 febbraio 1824 Beethoven aveva offerto all’editore Heinrich Albert Probst di Lipsia „6 Bagatellen für Klawier allein welche aber länger als früher von mir her [aus] gekommen sind“ angeboten” (BGA 1783), parole che inizialmente forse si riferivano all’op. 119 nn. 1-6, ma che dopo la ristampa di Vienna apparsa nell’aprile 1824 verterono sull’op. 126. Le trattative durarono fino al dicembre 1824 e non giunsero ad una conclusione. Nel maggio 1824 anche Johann van Beethoven iniziò dei colloqui con Sauer & Leidesdorf (BGA 1844), ma neanche in questo caso fu raggiunto un accordo.

Nel novembre di quell’anno Beethoven si rivolse a Schott a Magonza e offrì un intero gruppo di opere, tra cui l’op. 126. Poiché Schott offriva loro il compenso più alto, i fratelli decisero di vendere le opere a Mainz. Verso la fine dell’anno 1824/25, Beethoven volle correggere nuovamente il manoscritto (BGA 1916) e il 4 febbraio 1825 Johann van Beethoven inviò finalmente il modello per l’incisione a Schott (BGA 1931). Nella lettera di accompagnamento suggerì che le bozze avrebbero dovuto essere inviate a Gottfried Weber per la correzione (ma Weber rifiutò). Il 19 marzo il compositore Schott comunicò il numero d’opera (BGA 1950) con cui le Bagatelle furono pubblicate intorno a Pasqua. Un tentativo di Johann van Beethoven per vendere le Bagattelle op. 126 a Londra non ebbe successo (BGA 1937, 2018). L’edizione originale fu annunciata per la prima volta nell’aprile 1825 (Caecilia 2, Intelligenzblatt 7): „Neuen Musikalien, welche […] von der Ostermesse 1824 bis Ostermesse 1825 erschienen sind“.  con la seguente raccomandazione: „Unter der so bescheidenen Aufschrift ,Bagatelles‘ beut hier Beethoven den Musikfreunden ein höchst geniales Werkchen, stets neu und originell, wie in allen seinen Werken. Minder Geübtere des Klavierspiels werden ihm noch besonders Dank wissen, daß er es auch ihnen möglich macht, sich seiner erhabenen Ideen zu erfreuen.“  Prima esecuzione sconosciuta.

Gli abbozzi saranno trattati in un articolo appositamente creato per il Centro Ricerche Musicali www.lvbeethoven.it

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