Opus 119 Bagattelle (11) per pianoforte

I) Allegretto – II) Andante con moto – III) A l’ allemande – IV) Andante cantabile – V) Risoluto – VI) Allegretto – VII) Allegro non troppo – VIII) Moderato – IX) Vivace moderato – X) Allegramente – XI) Andante non troppo

Opus 119 Bagattelle (11) per pianoforte, op. 119, fine 1820-autunno 1822, pubblicate a Parigi, Schlesinger, fine 1823. G A. n. 189 (serie 18/7)- B. 119 – KII. 119 – L. IV., p. 132 – N. 119 – T. 233.

La data “fine 1820-autunno 1822” si riferisce alla definitiva redazione per la stampa, ma l’origine di varie Bagattelle è di molto anteriore, come indichiamo appresso per ciascuna. Per le Bagattelle in generale v. quanto già detto al n. 334, pag. 362, nota. (In una posteriore edizione Diabelli (1826?) figurava anche una dodicesima bagattella, che non è altro che la riproduzione abbreviata della parte pianistica della canzone An Laura composta da Beethoven nel 1790).

Prima Bagattella. Allegretto. Il manoscritto originale si trova nella Deutsche Staatsbibliothek di Berlino. L’origine risalirebbe, secondo il Nottebohm, ad un periodo probabilmente fra il 1800 e il 1804, salvo naturalmente la messa a punto posteriore in occasione del raggruppamento con le altre Bagattelle all’epoca della pubblicazione. Pagina finemente elaborata, di un lieve sentimento Melanconico.

Seconda Bagattella. Il manoscritto originale si trova nella Deutsche Staatsbibliothek di Berlino. L’origine risalirebbe, secondo il Nottebohm, al 1800-1804, salvo ulteriori elaborazioni. Pagina spiritosa con l’intreccio del vivace disegno di terzine che volteggia intorno ad un tranquillo movimento bilanciato.

Terza Bagattella. Il manoscritto originale si trova nella Deutsche Staatsbibliothek di Berlino. L’origine risalirebbe, secondo il Nottebohm, come per la precedente, al 1800 -1804, salvo ulteriore rielaborazione. Ha la fisionomia di Allemanda, in due parti: la prima è di molta leggerezza; la seconda, con i pieni accoro della parte superiore sui rapidi passaggi dei bassi, scandisce più pesantemente il ritmo come in una danza paesana.

Quarta Bagattella. Il manoscritto originale si trova nella Deutsche Staatsbibliothek di Berlino. Prima origine, secondo Nottebohm, come per le precedenti, nel periodo 1800-1804. Ha carattere melodico, nel quale (come pure, e anche più, nella undicesima bagattella) il Rolland trova un’eco lontana dell'”Ifigenia” di Gluck.

Quinta Bagattella. Il manoscritto originale si trova nella Deutsche Staatsbibliothek di Berlino. La prima origine, secondo il Nottebohm, risalirebbe, come per le precedenti, al periodo 1800-1804.

Sesta Bagattella. il manoscritto originale si trova nella Deutsche Staatsbibliothek di Berlino. L’epoca è probabilmente 1820-1821; un abbozzo compiuto si trova in un foglio contenente anche quelli per il “judicare vivos et mortuos”, della “Missa solemnis”. Più complessa delle precedenti, consta di una breve introduzione (sei battute gravi ove il tema fa pensare al primo tempo del Quartetto in la minore op. 132 seguite da una capricciosa cadenza) e di un Allegretto in 2/4, 6/8 di volteggiante leggerezza.

Settima Bagattella. Il manoscritto originale si trova nella raccolta Karl v. Vietinghof di New York. La data può stabilirsi alla fine del 1820. Abbozzi in Nottebohm, insieme o quasi con quelli del “Benedictus” della “Missa solemnis” ad un motivo, in principio grave e quasi dubbioso, intercala qualche accento scherzoso; poi esso ridiscende con un movimento più inquieto e conclude turbinosamente.

Ottava Bagattella. Il manoscritto originale si trova nella Beethovenhaus. Data di composizione e abbozzi come per la precedente. Una breve pagina di carattere alquanto opaco, soltanto alla fine rischiarata dalla cadenza in do maggiore.

Nona Bagattella. La prima parte del manoscritto originale si trova nella Beethovenhaus, la seconda nella biblioteca del conservatorio di Parigi. Data di composizione e abbozzi come per la settima e ottava. Breve e leggera pagina, che si riconnette come spirito alla prima parte della terza Bagattella.

Decima Bagattella. Il manoscritto originale si trova nella biblioteca del conservatorio di Parigi. Epoca di composizione – abbozzi come per la settima, ottava e nona. E’ la più breve di tutte le Bagattelle, uno spigliato passaggio di 13 battute.

Undicesima Bagattella. il manoscritto originale si trova nella biblioteca del Conservatorio di Parigi. Epoca di composizione e abbozzi come per la precedente. E’ di carattere melodico; Rolland vi trova l’influenza Gluckiana ancora più che nella quarta.

 [Da Biamonti Giovanni – Catalogo cronologico e tematico delle opere di Beethoven comprese quelle inedite e gli abbozzi non utilizzati, Torino, ILTE 1968]

Titolo ufficiale: “Opus 1119” Elf Bagatellen für Klavier Widmung: — NGA VII/6 AGA 189 = Serie 18/7 Nr. 2

Origine e pubblicazione: i numeri 7-11 furono scritti nella seconda metà del 1820 per la “Wiener Piano-Forte-Schule” di Friedrich Starke. I numeri 1-5 furono presi da Beethoven prese da un portfolio di composizioni degli anni precedenti, alcune delle quali non erano ancora state completate. Le revisionò nel novembre 1822. Il numero 6 fu probabilmente creato in questo momento. I numeri 7-11 furono pubblicati nel 1821 dalla scuola di pianoforte di Starke a Vienna, l’edizione londinese originale dei numeri 1-11 seguì nel giugno 1823 presso Clementi & Co. Il 18 maggio 1822 Carl Friedrich Peters si rivolse a Beethoven con una richiesta di varie composizioni, tra cui „Solosachen für Pianoforte (worunter auch kleinere Werke sein könten)“. Questa fu l’occasione per il compositore di riguardare una serie di opere minori e idee musicali che non erano ancora state pubblicate. A tale scopo creò nel 1822 un portfolio in cui furono raccolti almeno dodici pezzi diversi. Il 5 giugno 1822 Beethoven offrì a Peters „Bagatelles oder Kleinigkeiten für Klawier allein“ senza nominarne un numero specifico (BGA 1468). Il 22 novembre scrive: „von bagatellen könn[t]e ich ihnen noch mehrere schicken als die bestimmten 4, Es sind deren noch 9 oder 10 vorhanden, wenn sie mir hierüber gleich schreiben, so könnte ich selbe oder soviel sie davon verlangen mit allem ändern mitschicken“ (BGA 1512). Come dimostra la datazione degli abbozzi per i singoli numeri, i numeri 2 e 4 risalgono probabilmente al 1794, i numeri 3 e 5 al 1802. Barry Cooper assegna il numero 1 per motivi stilistici agli anni 1796/97. Gli schizzi per il n. 6 furono probabilmente realizzati alla fine di novembre 1822, poiché Beethoven pensava solo a quattro pezzi da inviare a Peters il 22 del mese (BGA 1512). Il 20 dicembre parlò di „gerade 6“ (BGA 1516). Come mostrano le fonti manoscritte per le Bagatelle nn. 1-6, Beethoven rivedette a fondo i brani e ne sperimentò la giusta sequenza. Aveva abbozzato i numeri 7-11 nell’agosto 1820 e li aveva trascritti per Starke il 1° gennaio 1821. Non si conoscono documenti sull’andamento della pubblicazione dei nn. 7-11 nella 3a sezione della “Wiener Piano-Forte-Schule” di Starke, pubblicata a Vienna nel 1821. Beethoven apprezzò Friedrich Starke (1774-1835), che, come lui, fu allievo di Johann Georg Albrechtsberger. Intorno al 1815 gli aveva temporaneamente affidato le lezioni di pianoforte del nipote. Oltre alle Bagatelle appena composte, Starke usò parti delle composizioni di Beethoven nella 2a e 3a sezione della sua “Wiener Piano-Forte-Schule” con il consenso o la partecipazione dell’ autore (per la 3a sezione vedi Op. 27 n. 1, Op. 31 e WoO 200, Fonti IV, nonché Op. 37, Fonti V; nella sezione 2, Op. 28, Fonti IV, già pubblicata nel 1820). Riferimenti al suo consenso si trovano anche nei quaderni di conversazione dell’ aprile e del luglio/agosto 1820. Nel febbraio 1823 Beethoven inviò le belle copie per le incisioni dell’op. 119 n. 1-6 (insieme a Ops 121b, 122 e 128 e WoO 18-20 e 24) a Lipsia, che Peters rifiutò all’inizio di marzo e che rispedì indietro: „Kleinigkeiten habe ich allerdings gewünscht, aber diese sind doch wirklich auch gar zu klein, zudem sind die mehrsten so leicht, daß sie für schon etwas bessere Spieler nicht passen und für angehende Spieler sind mitunter wieder Stellen die für solche zu schwer sind; übrigens gestehe ich, daß der Effeckt meinen Erwartungen ganz entgegen war, N2. 1. 3 u. 5. haben etwas aber die ändern gar nicht angesprochen“ (BGA 1604).

Beethoven ebbe più successo grazie alla mediazione di Ferdinand Ries a Londra. Il 25 febbraio 1823 gli inviò per gli incisori per i due gruppi nn. 1-6 e 7-11: „zugleich erhalten Sie 6 bagatellen oder Kleinigkeit. fenl u. wieder Fünf zusammengehörend in 2 Theile. verschachern sie selbe so gut sie können“  (BGA 1580). Ries vendette le Bagatelle a Clementi & Co., che registrò la stampa presso la Stadoners’ Hall il 3 giugno 1823. Il fatto che tutti gli undici numeri siano stati pubblicati da Clementi come gruppo (e successivamente ricevettero un numero d’opera) è probabilmente dovuto alle ambigue istruzioni di pubblicazione di Beethoven, ma probabilmente non riflette correttamente la sua intenzione. Le edizioni di Maurice Schlesinger a Parigi e Sauer & Leidesdorf a Vienna, a lungo considerate stampe autorizzate, sono ristampe dell’edizione originale londinese. Un’edizione originale viennese dei nn. 1-6 non venne mai realizzata nonostante i ripetuti sforzi di Beethoven e di suo fratello Johann (BGA 1519, 1549, 1728, 1731), le trattative con Pacini a Parigi fallirono, così come quelle con Lissner a San Pietroburgo ( BGA 1518, 1664, 1647). Il brano in sol maggiore stampato nell’edizione Diabelli come N. 12 a pagina13 è un adattamento leggermente modificato della parte pianistica della prima parte della canzone di Beethoven An Laura WoO 112  probabilmente scritta nel 1792  (Hess Anhang 21 – Bagatella per pianoforte (pubblicata come op. 119/12; adattamento del Lied “An Laura”, WoO 112). Secondo Willy Hess, non è provato che lo stesso Beethoven abbia arrangiato il pezzo, ma potrebbe esser possibile. D’altra parte, poiché sono noti gli interventi non autorizzati di Diabelli nelle canzoni di Schubert, il n. 12 potrebbe essere attribuito anche allo stesso Diabelli. Numero d’opera: mentre l’edizione londinese appariva senza un numero d’opera, Schlesinger a Parigi e tutti i successivi editori pubblicarono le Bagatelle come op. 112. Questo numero d’ opera fu presumibilmente fissato da Schlesinger dopo le sonate op.109-111 da lui pubblicate, sebbene fosse già stato destinato all’opera corale „Meeres Stille und Glückliche Fahrt“ pubblicata nella primavera del 1822. Nel “Catalogue des Oeuvres” di Artaria completato del 1837 le Bagatelle sono elencate come op. 112, l’opera corale come “No. 112′, il numero d’opera 119 non è assegnato. Nella collezione Haslinger-Rudolphin le bagatelle hanno il numero arbitrario di Opus 104, corrispondentemente anche in Seyfried/Index (p. 103 dell’appendice). L‘opera compare col numero 119 per la prima volta in B&H/1851. — È possibile che Cappi & Diabelli abbiano scelto di pubblicare le Variazioni Diabelli op. 120 nel giugno 1823 con Steiner (o il suo socio e successivo successore Haslinger) a riservare i numeri da 115 a 119 per le composizioni che Steiner aveva già acquisito nel 1815 ma che non erano ancora state stampate.  Prima esecuzione sconosciuta.

Gli abbozzi saranno trattati in un articolo appositamente creato per il Centro Ricerche Musicali www.lvbeethoven.it

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