Opus 116 Tremate, empi, tremate, terzetto per soprano, tenore, basso e orchestra

I) Allegro

Opus 116 Tremate, empi, tremate, terzetto per soprano, tenore, basso e orchestra, op. 116, gennaio-febbraio 1814, pubblicato in parti separate a Vienna, Steiner, febbraio 1826; in partitura nella GA., 1864. GA. n. 211 (serie 22/2) – B. 116 – KH. 116 – L. IV, p. 126 – N. 116 – T. 87

Il manoscritto originale è sconosciuto. Orchestra: 2 flauti, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe, timpani, archi. Abbozzata nel 1801-1802, questa pagina rimase a lungo giacente, fino a quando Beethoven non la rielaboro’ e la mise a punto per l’esecuzione della «Accademia» che ebbe luogo nella grande sala del Ridotto il 27 febbraio 1814, insieme con la prima dell’Ottava Sinfonia e una replica della Battaglia di Vittoria. Il testo, in lingua italiana, è, come risulta dalla copia manoscritta della partitura riveduta conservata nella Beethovenhaus, «del Sign. Maestro Bettoni». Il soggetto è melodrammatico: un tiranno sorprende la donna che ama in colloquio con un amante, e inveisce e minaccia mentre quelli implorano. Musica adeguata, per quanto rispettabile, in forma di un’aria molto sviluppata nelle tre parti di rito: Recitativo (Allegro) – Adagio cantabile – Allegro molto.

 [Da Biamonti Giovanni – Catalogo cronologico e tematico delle opere di Beethoven comprese quelle inedite e gli abbozzi non utilizzati, Torino, ILTE 1968]

Titolo ufficiale: Opus 116 Tremate, empi, tremate Terzett (B-dur) nach einem Text von Giovanni De Gamerra für Sopran, Tenor, Bass und Orchester Widmung: — NGA X/3 AGA 211= Serie 22/2

Origine e pubblicazione: Schizzato nei primi mesi del 1802, elaborato probabilmente alla fine del 1802/inizio del 1803 a Vienna. L’edizione originale della riduzione per pianoforte e delle parti fu pubblicata nel 1826 da Steiner & Comp, a Vienna. Il trio era probabilmente destinato a un’accademia progettata nell’aprile 1802 ma che non si concretizzò (BGA 85). Resta da vedere se la partitura autografa, oggi perduta, fosse già stata completata. Tuttavia, le annotazioni contenute nel quaderno di abbozzi “Keßler” suggeriscono che si trattasse di una versione del trio che differiva significativamente dalla versione tramandata nella trascrizione della partitura. A causa del tipo di carta utilizzata questa copia può essere datata fine 1802 / inizio 1803. Forse gli appunti scritti sul “Wielhorsky” sono legati a una revisione della partitura autografa che Beethoven potrebbe aver realizzato per una rappresentazione programmata all’Accademia il 5 aprile 1803. 

L’ Opus 116 era tra le opere che Beethoven trasferì in proprietà alla Steiner & Comp nel contratto del 20 maggio 1815. In tutti i casi non apparve a stampa sino al 1826. Mentre la riduzione per pianoforte era probabilmente disponibile in stampa all’inizio di febbraio, la produzione delle parti non sembra essere iniziata prima di aprile  L’opera porta nel frontespizio come “TERZETTO ORIGINALE […] con accompagnamento di CEMBALO”. Ciò ha portato il recensore a ritenere che „es sey ursprünglich so, nämlich nur für Pianofortebegleitung, geschrieben und dann vom Autor für das Orchester bearbeitet worden? oder was heisst es sonst?“ (AmZ 24, 1826, colonna 496). Solo dopo che Beethoven ebbe contattato le autorità di censura viennesi nell’aprile 1826 (BGA 2144) il successore di Steiner, Tobias Haslinger, a quanto pare accettò di cambiare il titolo (e alcuni passaggi nel testo musicale)  e il nuovo titolo dell’edizione del titolo ca settembre 1826:  „Tobias zeigte heute den Probeabdruck des neuen Titels zu dem Terzett osservò Holz in un quaderno di conversazione di quel mese (BKh 10 p. 233f).

Testo: Giovanni De Gamerra (1743-1803); Dramma per Musica “Medonte”, Atto II, Scena 15 Medonte, Selene e Arsace (fine atto). Beethoven potrebbe aver conosciuto il testo dell’ambientazione di Giuseppe Sarti “Medonte, Re di Epiro” (1777), rappresentata a Vienna nel 1794. Prima rappresentazione il 27 febbraio 1814 a Vienna, nell’Accademia di Beethoven nella grande Redoutensaal. Cantarono Pauline Anna Milder, Vincenzo Antonio Giuseppe Siboni e Karl Friedrich Clemens Weinmüller.

Gli abbozzi saranno trattati in un articolo appositamente creato per il Centro Ricerche Musicali www.lvbeethoven.it

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