Opus 103 Ottetto (Parthia) in mi bemolle maggiore per 2 oboi, 2 clarinetti, 2 corni e 2 fagotti

I) Allegro – II) Andante – III) Allegro Minuetto -. IV) Finale – Presto

Opus 103 – Ottetto in mi bemolle maggiore per 2 oboi, 2 clarinetti, 2 corni e 2 fagotti op. 103, 1792 (non oltre l’ottobre), pubblicato in parti staccate a Vienna, Artaria, autunno 1830; in partitura nella GA., 1863. GA. n. 59 (serie 8/1) – B. 103 – KH. 103 – L. IV, p. 362jm – N. 103 – P. 40 – Sch. p. 218/39 – T. 25.

Titolo ufficiale: „Opus 103“ Oktett (Es-dur) Parthia für je zwei Hörner, Oboen, Klarinetten und Fagotte Widmung: – NGA VI/1 AGA 59 = Serie 8/1

Il manoscritto originale, conservato nella Deutsche Staatsbibliothek di Berlino, porta il titolo: Parthia dans un Concert in Es / a / due Clarinetti / due Corni / due Fagotti: ciò ha fatto supporre al Thayer-Riemann che Beethoven abbia avuto sott’occhio qualche modello mozartiano dello stesso titolo per complessi analoghi. La composizione dovette essere scritta per la «musica da tavola» dell’elettore. Qualche anno dopo il maestro la rielaborò con sensibili modificazioni per un Quintetto di violini, 2 viole e violoncello, che fu pubblicato quasi subito nel 1796 con il numero d’opera 4 e venne quindi divulgato molto prima della redazione originaria per strumenti a fiato.

Nel Museo della Moravia di Brno (Brünn) esiste una copia manoscritta che riporta  al secondo movimento un “Minuetto primo” e che equipara i tempi di questa composizione alle serenate di altri autori, come ad esempio Cartellieri.  Qui alla traccia 6 il suddetto  “Minuetto primo”

Composizione e pubblicazione: composto presumibilmente prima del novembre 1792 a Bonn e rivisto e riscritto un anno dopo, forse sotto la supervisione di Joseph Haydn a Vienna. La prima edizione in parti fu pubblicata postuma nell’autunno del 1830 da Artaria a Vienna. La partitura autografa superstite e parte degli schizzi sono scritti su carta che Beethoven utilizzò principalmente nel 1793. Il 23 novembre 1793 Haydn aveva inviato molte delle opere di Beethoven, tra cui una “parthie” in otto parti (BGA 13) a Maximilian Franz, elettore di Colonia. L’ Elettore rispose il 23 dicembre di quell’anno che „diese Musik […] von demselben schon hier zu Bonn komponirt und produzirt worden, ehe er diese seine zweyte Reise nach Wien machte“ (BGA 14). L’impulso per la composizione di un ottetto di fiati potrebbe essere stato dato a Bonn dalla Tafelmusik elettorale, alla quale apparteneva anche Nikolaus Simrock (vedere prima esecuzione) (TDR I p. 309f, Kerst/Erinnerungen vol. 1 p. 15f). Nel catalogo musicale della musica di corte di Bonn (I-MOe, Cat. 53), conservato fino al 1794, si trova infatti una „Parthia in Es a2 Oboe, 2 Clarinetti, 2 Corni, 2 Fagotti di Beethoven“ (Voss /NGA VI/1 p.356f; è anche ipotizzabile che una copia non sia arrivata a Bonn sino al 1793/94). Se l’opera citata nella lettera e nel catalogo musicale fosse l’op. 103, la versione sopravvissuta del 1793 è forse una rielaborazione con la supervisione di Haydn (Johnson/Fischhof vol. 1 pp. 83-88 e 403-406). Sulla base dei risultati degli abbozzi Douglas Johnson presume che Beethoven abbia composto il 3° movimento a  partire da zero. Sembrerebbe anche che Beethoven avesse originariamente progettato il Rondò WoO 25 come movimento finale, perché nella sua partitura scrisse alcune battute di questa composizione dopo il 3° movimento, per poi interrompersi e continuare con il presto (vedere Raab/ Harmoniemusik pag. 121). Forse il presto era anche il movimento finale della versione precedente, che Beethoven riprese nel 1793, sebbene avesse originariamente composto il rondò come nuovo movimento finale (Johnson/Fischhof vol. 1 p. 405f). L’opera fu pubblicizzata da Hofmeister nel novembre/dicembre 1830, contrariamente a quanto disse Nottebohm “um 1834” (Nottebohm/1868 p. 99). Per quanto riguarda il numero d’opera: Il numero di Opus 103 fu indicato come l’ultimo numero d’ opera mancante nell’indagine di Artaria del 24 luglio 1819 (BGA 1317). Nella successiva edizione del 1837 del catalogo l’ottetto è elencato come secondo delle „Werken ohne Nummern“ e nelle „nachgelassenen Werke“. Nell’elenco di Haslinger del 1830 circa (Seyfried/Studi appendice p. 110: „XXL Musikstücke für Blasinstrumente“) manca completamente; poiché l’opera 103 (p. 108, n. 67) è il „Abendlied [unterm gestirnten Himmel]“ WoO 150. Troviamo l’ ottetto al numero di Opus 103 sia pure con una descrizione imprecisa „nach dem Quintett Op. 4 arrangiert vom Komponisten“ per la prima volta nel 1851 nell’elenco di Breitkopf & Härtel (B&H/1851). Schindler criticò come errore: „Es existiert weder ein Op. 103 noch ein Op. 104 als Originalwerk. Grund: die Konfusion und ihre Urheber [d. h. die Verleger]“ (Schindler/Beethoven 1860 vol. 1 p. 55). Prima esecuzione sconosciuta. In una lettera del 2 agosto 1794, Beethoven chiese a Nikolaus Simrock a Bonn se la sua “Partie” fosse già stato eseguita (BGA 17). Simrock fu secondo corno della cappella elettorale.
Abbozzi (1) 3° movimento: GB-Lbl, Add. Ms. 29801 (“Kafka”), Bl. 74r. Datazione: 1793? (Johnson/Fischhof vol. 1 p. 405f), facsimile e trascrizione: Kerman/Kafka. (2) 3° movimento: Re-Sib, mus. SM. autogr. Beethoven 28 (“Fischhof”), pp. 54v-55r. Datazione: 1793 (Johnson/Fischhof vol. 1 p. 403-406), facsimile: SBB, trascrizione: Johnson/Fischhof. (3) 4° movimento: collezione privata sconosciuta (venduta da Sotheby’s, Londra all’ asta del 10.6.2009, lotto 16), un foglio. La pagina contiene anche schizzi per l’op. 1 N. 3. Facsimile: Beethoven Journal 21/2 (2006), pagina 25. 2 Partitura: Re-Sib, Mus. SM. autogr. Beethoven Artaria 132. Datazione: 1793 (Johnson/Fischhof Vol. 1 p. 88, 108f).
Titolo: Pagina 1 recto “Parthia in Es / a / Due Oboe / Due Clarinetti / Due Corni / Due Fagotti / Di L. v. Beethoven”. Dopo “Parthia” una riga più in alto, “dans un Concert” aggiunto in seguito (“dans” sovrascritto con “par” o viceversa).

Per gentile concessione della  Staatsbibliothek zu Berlin Preußischer Kulturbesitz)

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