Opus 100 Merkenstein, Lied per due voci e pianoforte

Mäßig, jedoch nicht schleppend

Opus 100 – Merkenstein, per due voci e pianoforte, Opus 100, seconda redazione della canzone di cui al numero 587, primavera 1815, pubblicata a Vienna, Steiner, settembre 1816. G.A. Numero 226 (serie 23/12) – Boett. X/3 – Bruers 100 – KH. 100 – L. III, pagina 301 – Nottebohm 100 – Thayer 193.

Il manoscritto originale è sconosciuto. Abbozzi comunicati da Nottebohm, II, pagine 308, 309, 316. Un armonioso duetto, nella sua estrema semplicità quasi di ritornello popolare, ripetuto con la stessa musica per sei strofe.

 [Da Biamonti Giovanni – Catalogo cronologico e tematico delle opere di Beethoven comprese quelle inedite e gli abbozzi non utilizzati, Torino, ILTE 1968]

Titolo ufficiale: Opus 100 Merkenstein Lied (F-dur) nach einem Gedicht von Johann Baptist Rupprecht für zwei Singstimmen und Klavier Widmung: Joseph Karl Maria Ferdinand Graf von Dietrichstein-Hollenburg (durch Johann Rupprecht) NGA XII/1 Nr. 59 AGA 226 = Serie 23/12

Origine e pubblicazione: Lied composto nell’autunno 1814/primavera 1815 a Vienna. L’edizione originale fu pubblicata nel settembre 1816 da Steiner & Comp, a Vienna. Nel novembre 1814 Beethoven scrisse a Johann Rupprecht: „Mit größtem Vergnügen Mein verehrter R werde ich ihr gedieht in Töne bringen, und ihnen nächstens auch selbst überbringen“ (BGA 759) . Nel suo diario annotò il mese successivo, „1814 am 22 Dezember ist das Lied auf Merkenstein geschrieben“ (Solomon/Tagebuch p. 87). Tuttavia, come mostrano gli abbozzi scrtti nel quaderno di abbizzi chiamato “Mendelssohn 6”, quella era la versione per una voce  (WoO 144). Sebbene gli schizzi contenuti nel “Mendelssohn 6” possano ancora essere riferiti ad entrambe le versioni, Beethoven sembra aver elaborato inizialmente solo WoO 144. Il 30 dicembre scrisse allo scrittore del testo: “…ihr schönes Lied erhalten sie nächsten Notirt mit Noten“ (BGA 762). Se ciò sia effettivamente accaduto è discutibile, considerando una lettera a Rupprecht della fine del 1815: “ „Schon vor langer Zeit hatte ich 2 Melodien zu ihrem Merkenstein nieder geschrieben – allein beyde wurden unter einer Menge andrer Papiere vergraben, vorgestern fand ich die hier beygefügte, die andere ist zweistimmig und scheint mir beßer gerathen zu seyn, allein ich habe sie noch nicht auffmden können – da aber bey aller Unordnung in der Regel nichts verlohren bey mir geht, so wird auch diese, sobald ich sie finde, ihnen mitgetheilt werden – ein großes Vergnügen würden sie mir gewähren, wenn sie mir einmal 6 noch unbekannte Gedichte von ihnen mittheilen wollten, um selbe zu komponiren, wie oder auf welche Art sie hernach damit schalten und walten wollten, würde ganz von ihnen abhängen“ (BGA 870 ).

A giudicare dalle note che Beethoven lasciò scritte nel taccuino tascabile “Mendelssohn 1”, la versione a due voci fu elaborata all’inizio del 1815. In una lettera del 16 luglio 1816 Beethoven si riferiva all’imminente pubblicazione di Steiner: „Die übrigen Strophen werden sie wohl schon erhalten haben, das Tempo ist mit bleystift angesezt worden, ich bitte sie es nicht zu vergeßen“ (BGA 949) . La canzone non sembra essere stata pubblicata il 4 settembre, perché Beethoven la cita in un’altra lettera a Steiner con le parole: „Volti subito ich höre das lied auf Merkenstein erscheint zur Zeit des Schlittschuhlaufens, d.h. veni, vidi, vinci!“ (BGA 967). Come mostra l’annuncio sulla Wiener Zeitung del 21 settembre la pubblicazione non attese l’ inverno. Secondo Anton Schindler (come per l’op. 99), il numero dell’opera fu aggiunto dallo stesso editore.

Testo: Johann Baptist Rupprecht (1776-1846); “Merkenstein”, pubblicato per la prima volta nell’Almanacco di Vienna di Ignaz Franz Castelli „Selam. Ein Almanach für Freunde des Mannigfaltigen“ (5° anno, 1816, supplemento di spartiti a pagina 202. La poesia fu probabilmente inviata a Beethoven in manoscritto da Rupprecht; vedi BGA 759. Dedica: secondo la formulazione dell’edizione originale, la dedica proveniva dal poeta, quindi è discutibile se corrispondesse anche al desiderio di Beethoven. Joseph Karl Maria Ferdinand von Dietrichstein-Hollenburg nacque il 19 ottobre 1763 e morì il 17 settembre 1825. Dietrichstein era il proprietario della tenuta Merkenstein nella Selva Viennese meridionale. Prima esecuzione sconosciuta.

Gli abbozzi saranno trattati in un articolo appositamente creato per il Centro Ricerche Musicali www.lvbeethoven.it

Merkenstein! Merkenstein!
Wo ich wandle, denk’ ich dein.
Wenn Aurora Felsen rötet,
Hell im Busch die Amsel flötet,
Weidend Herden sich zerstreun,
Denk’ ich dein, Merkenstein!

Merkenstein! Merkenstein!
Dich erhellt mir Hesper’s Schein,
Duftend rings von Florens Kränzen
Seh’ ich die Gemächer glänzen,
Traulich blickt der Mond hinein.
Merkenstein! Merkenstein!

Merkenstein! Merkenstein!
Weckend soll der Morgen sein,
Laß uns dort von Ritterhöhen
Nach der Vorzeit Bildern spähen:
Sie, so groß und wir _ so klein!
Merkenstein! Merkenstein!

Merkenstein! Merkenstein!
Bei der schwülen Mittagspein
Sehn’ ich mich nach deinen Gängen,
Deinen Grotten, Felsenhängen,
Deiner Kühlung mich zu freun.
Merkenstein! Merkenstein!

Merkenstein! Merkenstein!
Dir nur hüllt die Nacht mich ein.
Ewig möcht’ ich wonnig träumen
Unter deinen Schwesterbäumen,
Deinen Frieden mir verleihn!
Merkenstein! Merkenstein!

Merkenstein! Merkenstein!
Höchster Anmut Lust-Verein.
Ewig jung ist in Ruinen
Mir Natur in dir erschienen;
Ihr, nur ihr mich stets zu weihn,
Denk’ ich dein, Merkenstein!

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