Opus 84 Egmont: musica per la tragedia di Goethe

Ouverture (Andante con moto – Allegro ma non troppo) – I) Lied: “Die Trommel gerühret” – II) Entracte I: Andante – III) Entracte II: Larghetto – IV) Lied: “Freudvoll und Leidvoll” V) Entracte III: Allegro – VI) Entracte IV: Allegro – Marcia (Allegro assai ma non troppo) – VII) Mort de Klärchen – VIII) Melodram: “Süßer Schlaf” – IX) Siegessymphonie: Allegro con brio

Opus 84 – Egmont: musica per la tragedia di Goethe, op. 84, ottobre 1809 – metà giugno 1810, pubblicata in parti staccate: Ouverture, Lipsia, Breitkopf e Härtel, dicembre 1810; Canzoni e pezzi strumentali, ibid., gennaio 1812. Partitura, ibid., luglio 1831. GA. n. 27 (serie 3/10) (Ouverture); n. 12 (serie 2/3) (canzoni e pezzi strumentali) – B. 84 – KH. 84 – L. III, p. 207-N. 84- T. 154, Biamonti 518.

Il manoscritto originale dai nn. I a VI si trova nella Deutsche Staatsbibliothek di Berlino; quelli della ouverture e dei nn. VIII e IX sono perduti; quello del n. VII è conservato nella raccolta Louis Koch di Wildegg. Per gli abbozzi ci riferiamo all’opera del Kinsky: Die Handschriften von Beethovens Egmont Musik, Vienna 1933, citata dal KH. Per alcune rappresentazioni dell’Egmont di Goethe del maggio-giugno 1810 nel K. K. Hofburgtheater di Vienna, Beethoven compose nel periodo sopra indicato due Canzoni per soprano e orchestra, quattro Intermedi, un Melodramma (declamazione con commento d’orchestra), due Episodi sinfonici (l’uno a commento della morte di Chiarina, l’altro ad accompagnamento del sogno d’Egmont), una Musica trionfale da eseguirsi dopo le ultime parole di Egmont ed una Ouverture, che ha egualmente per finale la Musica trionfale suddetta.

La rappresentazione con la musica poté aver luogo soltanto il 15 giugno, avendo Beethoven finito di comporre l’Ouverture appena pochi giorni prima. L’Ouverture annunzia già l’antitesi di due principi fondamentali. Nel ritmo del tema che, dopo il fa in unisono di tutta l’orchestra, viene scandito dagli archi, si è voluto vedere espressamente quello di una ciaccona, che evoca immagini spagnoleggianti e forse addirittura si riferisce al duca d’Alba.

Tuttavia questo tema nel suo complesso non dà soltanto l’impressione di una ruvida affermazione di potenza, ma anche di un dolore o di una passione contenuta; e saremmo più propensi a vedervi espresso il senso musicale tragico di tutta l’azione.

Nella risposta dei legni si manifesta un principio supplichevole da cui si sviluppa, mentre il primo elemento continua a far sentire il suo ritmo nei bassi, uno spunto melodico di più largo respiro. Ma possiamo appena per un momento rivolgere la nostra immaginazione alla figura di Chiarina, ch’esso si oscura, e, ricadendo dal tono di re bemolle maggiore in quello di fa minore fondamentale della Ouverture, dà origine all’Allegro.

Questo culmina in un Forte a piena orchestra; e gli succede un altro tema, ove il primo elemento dell’introduzione (archi), fattosi più aspro e conciso, viene a stretto contatto con una dolce risposta (legni) derivante dagli altri due elementi: il supplichevole e l’amoroso, dell’introduzione stessa e si conclude in un episodio più spigliato e leggero che segna un momento distensivo nel corso degli affetti. In un breve sviluppo l’elemento tenero-supplichevole si presenta nel dialogo dei legni in altro aspetto di serenità, quasi di intermezzo pastorale, per quanto le cadenze dell’orchestra che ne concludono brevi periodi ci riportino col pensiero alla ruvidità del tema d’attacco.

Al termine della ripresa il contrasto si accentua, il principio tenero-supplichevole sembra dibattersi in una stretta, per arrestarsi alla fine come ruvidamente troncato: la catastrofe, cioè la morte dell’eroe sul patibolo. Una pausa; il raccoglimento di alcuni accordi; poi la glorificazione, in cui « esplode » tutta la prepotenza di bene di Beethoven, come nella rappresentazione scenica dopo le ultime parole di Egmont. Orchestra: flauto piccolo, 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti. 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, timpani, archi. I. Prima canzone di Chiarina: Die Trommel gerhuret (Battete il tamburo).

Ha luogo nella terza scena del primo atto. È la canzone preferita di Chiarina che, ardentemente innamorata di Egmont e senza più curarsi della rispettosa corte di Blackenburg, esprime il desiderio di seguire dovunque l’eroe, come un soldato, marciando e combattendo insieme a lui. Orchestra: flauto piccolo, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe, timpani, archi. La pagina si apre e chiude con la stessa «figura dei pifferi», ripetuta tre volte, introdotta anche nelle ultime battute dell’Ouverture e della Musica trionfale finale. II. Primo intermezzo.

Ad un breve Andante succede un tumultuoso Allegro con brio preludiante al secondo atto, che s’apre con la scena della piazza di Bruxelles ove si raduna la folla. Orchestra: 2 flauti, 2 oboi, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, timpani, archi.

III. Secondo intermezzo – Larghetto. Vi appare la morbida melodia che nel secondo tema dell’Ouverture si opponeva allo spunto imperioso dominante.

Una pagina dolce, ma sostenuta e con qualche accento o ritmo o rullo di carattere più cupo. Prelude alla prima scena del terzo atto (il dialogo fra Machiavelli e la reggente Margherita di Parma, in cui si parla dell’imminente arrivo del duca d’Alba, inviato dal re con un esercito per attuare la maniera forte nel governo del popolo fiammingo).

Orchestra: come nel n. II, senza i flauti. IV. Seconda canzone di Chiarina: Freudvoll und Leidvoll Gioiosa e dolente). Un breve Andante con moto preludiante, seguito da un Allegro assai vivace (principio della seconda scena del terzo atto). « Con questa melodia — dice Chiarina alludendo al suo amore per l’ingenuo e ardente Egmont — ho cullato molte volte un grande bambino ». Orchestra: 1 flauto, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni e archi.

V. Terzo intermezzo. – Allegro, svolto prevalentemente sul tema della canzone precedente, attacca subito dopo le ultime parole di Chiarina alla fine dell’atto mentre il sipario cala lentamente. A sipario calato si inizia la Marcia che prelude alla prima scena del quarto atto in cui la folla, atterrita e contrariata, commenta l’arrivo del duca d’Alba e dei suoi soldati venuti ad attuare il regime d repressione. Orchestra: 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe, timpani, archi.

VI. Quarto intermezzo. Attacca alla fine dell’atto (la cattura d’Egmont) con un Larghetto, ove riappare il motivo dell’ouverture di cui al n. III, seguito da un movimento più sviluppato in 6/8, – Sottovoce molto legato ed espressivo. Alla fine il sipario si alza su una scena di popolo. Chiarina, seguita da Blackenburg, cerca invano di suscitare una rivolta per liberare Egmont. Orchestra: 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, timpani, archi.

VII. Morte di Chiarina. Chiarina, tornata nella sua casa (scena III dell’atto) e decisa ad uccidersi dopo aver saputo da Blackenburg che Egmont sarebbe stato giustiziato la mattina seguente, ha bevuto il veleno e si è ritirata nella propria camera aspettando la morte. La scena è rimasta vuota, illuminata fiocamente dalla lucerna che Blackenburg, andando via, ha dimenticato di spegnere. La pagina strumentale che interpreta questo tragico momento è di una tristezza volutamente squallida; il tono di re minore richiama per qualche affinità di spirito altre musiche beethoveniane che si è già avuto occasione di ricordare. Al re in piccato degli archi, sui quali pianissimo si distende l’accordo dei clarinetti e fagotti, seguono gli ultimi guizzi della lucerna che si spegne come la vita dell’eroina. Orchestra : 1 oboe, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, timpani, archi. Un abbozzo inutilizzato è riportato dal Nottebohm, al Biamonti 518.

VIII-IX. Egmont in carcere. Sinfonia di Vittoria. La musica commenta con brevi incisi la declamazione del prigioniero che invoca il sonno a liberazione momentanea della sua angoscia e, addormentato, ha la visione della Libertà nella figura di una donna che ha le sembianze di Chiarina e gli pone sul capo una corona d’alloro. Trombe e tamburi dall’esterno annunciano l’avvicinarsi di soldati. La visione svanisce. Egmont si sveglia; il suono aumenta d’intensità. I soldati entrano nel carcere per portare l’eroe al patibolo; alle sue fiere parole: “Per salvare quanto avete di più caro cadete giulivi come io ve ne do l’esempio!” risponde il saluto trionfale della Sinfonia di vittoria, che ripete la perorazione dell’Ouverture.

 [Da Biamonti Giovanni – Catalogo cronologico e tematico delle opere di Beethoven comprese quelle inedite e gli abbozzi non utilizzati, Torino, ILTE 1968]

Titolo ufficiale: Opus 84 Musik zum Trauerspiel „Egmont“ von Johann Wolfgang von Goethe für Singstimme, Sprecher und Orchester Widmung: — NGA IX/7 AGA 12 = Serie 2/3, Ouvertüre nochmals 27 = Serie 3/10 SBG V/22a, b (2. Auflage: 23a, b; Quellen 1.7, Hess 93, und 1.8)

Origine e pubblicazione: La testimonianza più antica dell’impegno musicale di Beethoven con l’ “Egmont” di Goethe risale alla fine dell’estate/autunno del 1809 e riguarda la canzone „Freudvoll und leidvoll“. Non è possibile stabilire se esistesse già la commissione per comporre la musica completa per la tragedia, che debuttò a Vienna il 24 maggio 1810. La musica non era pronta per questa prima, ma suonò nella sua interezza solo alla quarta rappresentazione, quella del 15 giugno dello stesso anno. L’opera fu poi riveduta da Beethoven prima che il modello per l’ incisione fosse inviato a Breitkopf & Härtel a Lipsia alla fine di agosto di quell’anno (BGA 265, 269). Le edizioni originali vi apparvero tra la fine del 1810, l’ inizio del 1811 e la primavera del 1812: prima l’ouverture in parti (ca. dicembre 1810) e la riduzione per pianoforte (ca. febbraio 1811), poi canti e intermezzi in parti (ca. gennaio 1812) e riduzione per pianoforte (ca. maggio 1812 ). Negli schizzi del 1809 per la canzone „Freudvoll und leidvoll“  (n. 4) esistono annotazioni come  „eine Stimme“, „andere Stimme“ e „a due besser“. Ciò indica che Beethoven originariamente pensasse ad un duetto (Brenneis/Landsberg5 vol. 2 p. 52f). Non ci è chiaro tuttavia se questi primi schizzi siano direttamente correlati alle musiche di scena o semplicemente ad una pianificazione in abbozzo di una singola canzone.

Nelle memorie che ha scrisse per Otto Jahn, Carl Czerny ci delucida circa la creazione della musica di scena per l’ “Egmont”: „Als um 1811 beschlossen ward, Schillers Teil und Göthes Egmont auf den Stadtbühnen aufzuführen, entstand die Frage, wer dazu die Musikstücke com-ponieren sollte. Beethoven u Gyrowetz wurden gewählt. Beethoven wünschte sehr den Teil zu bekommen. Aber eine Menge Intriguen wurden gesponnen, um ihm den, wie man hoffte, minder musikalisch-geeigneten Egmont zuzuweisen.“  (Kopitz/Cadenbach vol. 1 p. 230.) Sebbene Czerny si sbagli sulla datazione degli eventi, Adalbert Gyrowetz in realtà compose musiche di scena per “Wilhelm Tell” di Schiller, che fu presentato per la prima volta il 30 maggio 1810 al Theater an der Wien.

Poiché Beethoven tardò a completare il materiale della premiere, e la musica completa non si sarebbe ascoltata che tre settimane dopo, la partitura di Beethoven e le trascrizioni revisionate di partitura e parti saranno state probabilmente completate solo poco prima della prima esecuzione. Nell’esecuzione delle due canzoni (n. 1 e 4), Beethoven prestò particolare attenzione alla voce dell’attrice Antonie Adamberger. Poco prima della sua morte la cantante riferì ad Alexander W. Thayer che Beethoven era andato a trovarla per controllare la sua voce e aveva apportato modifiche prima di provare i brani con lei (Kopitz/Cadenbach vol. 1 p. 3f, Nohl/Zeitgenossen pp. 58-60 ). Tra i manoscritti superstiti per le canzoni esistono abbozzi e trascrizioni per pianoforte del n. 4 in trasposizioni in sol maggiore e fa maggiore, che probabilmente avranno avuto origine in questo contesto; Beethoven probabilmente optò per una versione in fa maggiore per l’esecuzione. In tutti i casi ritirò questo cambiamento pratico-performativo al momento della stampa (vedi Hell/NGA IX/7 pp. 206-211; Lühning/NGAXII/1 KB pp. 102-104 e 113f, anche Lühning/Op84,). Il 6 giugno 1810 Beethoven offrì a Breitkopf & Härtel l’ Opus 84 insieme a un gruppo di altre composizioni: „ich gebe ihnen nun noch die Musik zu Egmont von göthe. welche aus 10 Stüken besteht ouvertür Zwischenakt etc […] antworten sie aber gleich, damit ich nun nicht länger aufgehalten werde, um so mehr, da Egmont in einigen Tagen aufgeführt wird, und ich um die Musik angegangen werde werden“ (BGA 446). Il 2 luglio 1810 Beethoven annunciò tra l’altro: „Partitur von Egmont welcher nicht in England heraus kommt und sie können erscheinen lassen, wie sie wollen. Diese [Werke] können am 11 .ten [wohl verlesen aus 1.] Februar 1811 erscheinen“ (BGA 451). Annunciando poi che la partitura in bella copia sarebbe stata inviata entro i prossimi 14 giorni. Ovviamente ci fu un ritardo e Beethoven riferì in una lettera dell’inizio di agosto: „Die 2te Abtheilung der oben erwähnten Parthie geht nächstens an Sie ab die Musick zu Egmont befindet sich dabey“ (BGA 464).

Al 21 agosto non era ancora arrivato nulla a Breitkopf & Härtel. In una lettera di questa data Beethoven affermava, tra l’altro, che la musica di scena doveva essere dedicata all’arciduca Rodolfo.  Quando, il 24 settembre, Breitkopf & Härtel informò Beethoven del numero d’ opera assegnato alle musiche di scena dall’editore, il modello in bella copia per l’incisore potrebbe essere già arrivato a Lipsia. Gli editori erano scettici sulla forma di pubblicazione: “Per quanto riguarda la musica per Egmont, sarà meravigliosamente divertente se eseguita bene allo Schauspielhaus. Per la riduzione per pianoforte, invece, non sarà molto adatta, e la partitura, incisa, sarebbe solo necessaria e potrebbe essere acquistata dai direttori di teatro” (BGA 469). Il 6 ottobre Beethoven chiese quindi l’invio di copie correttive prima della pubblicazione, e il 15 ottobre scrisse a Breitkopf & Härtel: “se l’ultimo pezzo di Egmont non ha il titolo SiegesSymphonie, allora fallo scarabocchiare sopra” ( BGA474). Tuttavia, l’editore non aveva ancora deciso la forma di pubblicazione. Beethoven fu informato l’11 novembre 1810:

„Was ich mit der Musik zum Egmont tun werde, bin ich noch unschlüssig. Sie in Partitur herauszugeben, würde vergeblich sein, da diese nur den Theatern brauchbar sein könnte, auf welche aber nicht gerechnet werden kann. In Stimmen werde ich allerdings die Ouvertüre stechen lassen. Die Entreaktes und Gesänge aber ebenfalls in Stimmen stechen zu lassen, diesem steht die Schwierigkeit entgegen, daß diese Entreacts, wie sie sind, außer zur Vorstellung v. Egmont nicht gebraucht werden können, da sie zu individueller Beziehung auf das Stück (Egmont) stehen, manche nicht einmal einen eigenen Schluß haben, mithin außer dem Theater nicht zu brauchen sind. Am besten wäre es, wenn Sie wohl zu den einzelnen Entreacts, welche kein so gerundetes u. geschlossenes Ganze sind, um auch einzeln gegeben werden zu können, noch zu dem letzteren Behufe einen Schluß hinzu-gefiigt hätten, wobei bemerkt würde, wie diese Entreacts zur Vorstellung von Egmont, u. wie außerdem geschlossen würden”.

Ed ancora: „Was ich mit der Musik zum Egmont tun werde, bin ich noch unschlüssig. Sie in Partitur herauszugeben, würde vergeblich sein, da diese nur den Theatern brauchbar sein könnte, auf welche aber nicht gerechnet werden kann. In Stimmen werde ich allerdings die Ouvertüre stechen lassen. Die Entreaktes und Gesänge aber ebenfalls in Stimmen stechen zu lassen, diesem steht die Schwierigkeit entgegen, daß diese Entreacts, wie sie sind, außer zur Vorstellung v. Egmont nicht gebraucht werden können, da sie zu individueller Beziehung auf das Stück (Egmont) stehen, manche nicht einmal einen eigenen Schluß haben, mithin außer dem Theater nicht zu brauchen sind. Am besten wäre es, wenn Sie wohl zu den einzelnen Entreacts, welche kein so gerundetes u. geschlossenes Ganze sind, um auch einzeln gegeben werden zu können, noch zu dem letzteren Behufe einen Schluß hinzu-gefiigt hätten, wobei bemerkt würde, wie diese Entreacts zur Vorstellung von Egmont, u. wie außerdem geschlossen würden. Egmont wird überhaupt nur auf wenigen Bühnen u. auch auf diesen selten gegeben. Auf die Theater ist daher bei der Herausgabe gar nicht zu rechnen. Was diese von diesem Werke kaufen würden, würde nicht die Korrekturkosten vergüten. Wollten Sie aber meine obige Bitte bald erfüllen, so könnten auch die Entreacts in Stimmen gestochen werden, um auch außerdem allein gegeben zu werden. In diesem Falle würde ich in einer beigefügten Notiz die Situationen andeuten, auf welche diese Entreacts Bezug haben, damit diese speziellere Beziehung auch bei der Exekution außer dem Theater verstanden würde. Ich bitte Sie, mir Ihre Meinung hierüber recht bald zu sagen“ (BGA 477).

A causa di queste domande che no ebbero risposta, Breitkopf & Härtel pubblicarono solo il 2 ottobre sull’AmZ (12, 1809/10, colonna 854) una dichiarazione generale secondo cui sarebbero state pubblicate „in kurzem“ nuove opere di Beethoven, come „die Musik zu Egmont von Göthe“ e altri (vedere anche il Concerto Op. 73 per altri dettagli).

L’ Op. 84 apparve infine alla fine del 1810/inizio 1811 e solo l’edizione parziale dell’ouverture, già prevista nella lettera dell’11 novembre 1810, le altre edizioni (sempre parziali) seguirono in parte e molto più tardi. La loro pubblicazione non può essere datata con precisione, poiché le voci finali nei libri mastri  e negli annunci differiscono in modo insolitamente grande. L’editore fece inoltre aggiungere da un arrangiatore sconosciuto nuovi finali adatti ai concerti, con i quali Beethoven apparentemente sembrava esser d’accordo, poiché scrisse a Breitkopf & Härtel alla fine di gennaio 1812: „und die Gesänge von Egmont, warum noch nicht heraus, warum überhaupt nicht mit dem ganzen E. [gmont] heraus, heraus, heraus — wollen sie zu den Entreactes noch hier oder da einen Schluß angepicht haben, kann auch seyn, oder laßen Sie das einen leipziger corrector der Musik. Zeitung besorgen, die verstehn das wie eine Fau[s]t auf ein Aug“  (BGA 545). L’ edizione delle parti era già apparsa (solo Beethoven non aveva ancora ricevuto alcuna copia): l’editore aveva preso in mano la situazione senza il consenso di Beethoven. Le riduzioni per pianoforte pubblicate intorno al febbraio 1811 e al maggio 1812 non furono scritte dallo stesso Beethoven, ma furono probabilmente commissionate dal compositore a Vienna (Hell/NGA IX/7 p. 212). Beethoven era infastidito dalla qualità della stampa, tra l’altro mancava un’intera battuta nella riduzione per pianoforte dell’ouverture. Inviò quindi alcune correzioni all’editore (BGA 496). Queste correzioni si trovano anche in una copia dedicata da Beethoven all’arciduca Rodolfo. Nell’ottobre del 1810 Beethoven aveva già espresso a Breitkopf & Härtel il desiderio che Goethe ricevesse una copia della partitura: „eilen sie damit, und zeigen sie mir gefälligst an, sobald sie die Originalpartitur nicht mehr brauchen, weil ich sie alsdenn bitten werde von Leipzig aus, sie an Göthe zu schicken, dem ich dieses schon angekündigt habe, ich hoffe, sie werden nichts dagegen einwenden, indem sie vermuthlich ein so großer Verehrer als ich von ihm seyn werden – ich hätte ihm von hier aus eine Abschrift geschikt, aber, da ich noch keinen so gebildeten Komponisten [recte: Kopisten] habe, auf den ich mich ganz verlaßen kann, und mir die Qual des Übersehens gewiß ist, so habe ich es so für beßer und für mich weniger zeitverlierend gefunden“(BGA 474) . Il 12 aprile 1811 scrisse direttamente a Goethe: „sie Werden Nächstens Die Musik zu Egmont von Leipzig Durch Breitkopf und Hertel erhalten, diesen Herrlichen Egmont, den ich, indem ich ihn eben so warm als ich ihn gelesen, wieder durch sie gedacht, gefühlt, und in Musick gegeben habe – ich wünsche sehr ihr Urtheil darüber zu wißen, auch der Tadel wird nur für mich und meine Kunst ersprießlich seyn, und so gern wie das gröste Lob aufgenommen werden“ (BGA 493). Goethe non ricevette la composizione promessa fino al 23 gennaio 1812.

La tragedia: Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832); “Egmont”, pubblicato per la prima volta nel 1788 nel Vol. 5 dell’edizione Göschen „Goethes Schriften“ (Lipsia). Probabilmente Beethoven fece stampare il testo della tragedia contenuta nel Vol. 5 dell’edizione Cotta „Goethes Werke“ (Tübingen), fors’ anche da una ristampa viennese di questa edizione con lo stesso testo da Geistinger. Il modello di Goethe prevede intermezzi musicali in cinque punti: un duetto „Die Trommel gerühret“, che Beethoven elaborò come una canzone di Klarchen, un Lied canzone Freudvoll und leidvoll“ e anche „Eine Musik, Klärchens Tod bezeichnend“, musica per il sogno d’ Egmont (con rullo di tamburi al monologo successivo) e una „Siegessymphonie“ conclusiva. Beethoven aggiunse entreactes e un’ouverture.

Dedica: Nella lettera del 21 agosto 1810 a Breitkopf & Härtel, Beethoven ordinò che la musica per l’ “Egmont” fosse dedicata all’arciduca Rodolfo. Opus 84 fu pubblicato senza dedica. Prima esecuzione completa della musica nella quarta rappresentazione della tragedia al Burgtheater di Vienna il 15 giugno 1810, con la partecipazione di Antonie Adamberger nel ruolo di Klarchen. Questa performance è stata seguita da altre due il 18 giugno e il 20 luglio. A Weimar la musica di Beethoven fu ripetutamente usata nelle rappresentazioni dell’ “Egmont”, per la prima volta nella rappresentazione del 29 gennaio 1814.

Gli abbozzi saranno trattati in un articolo appositamente creato per il Centro Ricerche Musicali www.lvbeethoven.it

Opus 84 Egmont: musica per la tragedia di Goethe

Opus 84 Egmont: musica per la tragedia di Goethe

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Ouverture (Andante con moto – Allegro ma non troppo) – I) Lied: “Die Trommel gerühret” – II) Entracte I: Andante – III) Entracte II: Larghetto – IV) Lied: “Freudvoll und Leidvoll” V) Entracte III: Allegro – VI) Entracte IV: Allegro – Marcia (Allegro assai ma non troppo) – VII) Mort de Klärchen – VIII) Melodram: “Süßer Schlaf” – IX) Siegessymphonie: Allegro con brio

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