Opus 71 Sestetto in mi bemolle maggiore per 2 clarinetti, 2 fagotti e 2 corni

I) Adagio – Allegro – II) Adagio – III) Menuetto quasi allegretto – IV) Finale – Allegro

Opus 71- Sestetto in mi bemolle maggiore per 2 clarinetti, 2 fagotti e 2 corni op. 71, 1796 (i due primi tempi composti forse anteriormente), pubblicato in parti staccate a Lipsia, Breitkopf e Härtel, aprile 1810 (e non 1813, come erroneamente è scritto nei cataloghi Thayer e Prod’homme); in partitura nella GA. GA. n. 61 (serie 8/3) – B. 71 – L. III, p. 138 71 – N. 71 – P. 79 – T. 120 – KH 71.

Titolo ufficiale: „Opus 71“ Sextett (Es-dur) für je zwei Klarinetten, Fagotte und Hörner Widmung: – NGA VI/1 AGA 61 = Serie 8/3

Il manoscritto originale è perduto. Abbozzi del terzo e quarto tempo si trovano nella raccolta Kafka del British Museum di Londra, insieme con quelli della Sonata op. 49 n. 2 e dell’aria “Ah, perfido!”. Ad altri abbozzi del Finale accenna il Nottebohm parlando di quelli della Sonata op. 10. «Il Sestetto è una delle mie prime opere e per di più fa composto in una sola notte — Tutto ciò che, in realtà, se ne può dire è che è stato scritto da un autore che alcune opere più belle le ha pur prodotte». Così scriveva Beethoven nell’agosto 1809 all’editore Breitkopf, proponendogli la stampa del Sestetto. La estrema brevità di tempo impiegata nella composizione dell’opera è da intendere nel senso che nello spazio di una notte o poco più essa non sia stata propriamente «creata», ma soltanto messa insieme con un materiale preesistente, come si può dedurre anche dai disparati abbozzi di cui si è fatto cenno. I clarinetti, specialmente il primo, vi hanno parte principale; meno importanti i fagotti (salvo che nel secondo tempo, ove il primo divide ed intreccia con il clarinetto la melodia, gli sviluppi, gli ornamenti), più modesti i corni.

Creazione e pubblicazione: La partitura autografa del 3° movimento fu trascritta al più tardi nella primavera del 1796. Beethoven probabilmente annotò schizzi in relazione a un’estensione pianificata ma non implementata del 4° movimento nell’ inverno1796/97. L’edizione originale in parti fu pubblicata da Breitkopf & Härtel a Lipsia nell’aprile 1810.

Le informazioni dirette di Beethoven sull’ Op. 71 risalgono al 1809: „von meien Frühen sachen und noch dazu in einer Nacht geschrieben“ (BGA 395). Nella copia delle parti ricontrollate dal compositore il Minuetto e Trio, anch’esso conservato come partitura autografa, è stato aggiunto successivamente, quindi potrebbe essere stato creato separatamente o separato in un momento precedente dal resto dell’autografo, ora perduto (Landon/ 3p71; Voss/ NGA VI/1 p. 342f). Sulla base della provenienza della trascrizione del nome, H. C. Robbins Landon ipotizzò che il sestetto fosse stato composto nel 1796 per la Feldharmonie del principe Esterhazy: Fonte II; Landon/Op71). Armin Raab, d’altra parte, ha sottolineato che l’opera, come l’ottetto op. 103, potrebbe essere stata scritta in una versione precedente dell’epoca di Beethoven a Bonn per l’orchestra locale (Raab/Harmoniemusik, p. 124).

Nel luglio 1809 Beethoven chiese a Breitkopf & Härtel di inviare loro la musica di vari compositori per lo studio e l’esecuzione. Quanto al pagamento, riferì solo: „ich werde schon einige Entschädigung für sie auf eine Art veranstalten, daß sie zufrieden seyn sollen“ (BGA 392 . Il 3 agosto 1809 Breitkopf & Härtel annunciò l’ Op. 71: „mit dem nächsten Postwagen erhalten sie ein oder noch ein anderes Lied und ein Sextett für Blasende Instrumente als eine künftige Entschädigung für die opera benevolentie, welche ich ihnen für mich auferlege“ (BGA 394 . L’opera proposta a Lipsia l’8 agosto: „Ich habe Bey Hr. Kunz und Kompagnie ein Sextett für 2 Clarinetti 2 fagotti 2 Hörn, 2 Deutsche Lieder oder Gesänge abgegeben, damk man ihnen diese bald möglichst übermache – sie bleiben ihnen als Gegengeschenke für alle diese Sachen, die ich mir als Geschenke von ihnen ausgebeten […] das Sextett ist von meinen Frühen sachen und noch dazu in einer Nacht geschrieben – man kann wircklich nichts anders dazu sagen, daß es von einem Autor geschrieben ist, der wenigstens einige bessere Werke, hervorgebracht -doch für manche Menschen sind d.G. werke die besten“ (BGA 395). L’ opera rimase senza proprietario sino al 19 febbraio 1811 (BGA 486). Secondo i libri a stampa dell’editore, la prima edizione del sestetto fu terminata nell’aprile 1810 e pubblicata nel maggio 1810. Un’anteprima era già apparsa nell’Allgemeine Musikalische Zeitung nel gennaio 1810 (AmZ 12, 1809/10, Intelligenzblatt 2, colonna 6, insieme alla trascrizione in sestetto d’archi dell’op. 68) e due mesi prima, il 12 novembre 1809, nella Allgemeinen Anzeiger der Deutschen (ripetuta il 24 giugno 1810).

Informazioni sul numero d’opera: Il numero d’opera 71 compare per la prima volta come titolo nell’arrangiamento per pianoforte a quattro mani di Xaver Gleichauf, Bonn, Simrock 1826/27. In Hofmeister/Index 1819 risulta saltato; Artaria elenca in una lettera a Beethoven del 24 luglio 1819 il numero 71 in una serie di numeri saltati (BGA 1317). Nel “Catalogue des Oeuvres” di Artaria all’op. 106 del 1819 il preludio in fa minore WoO 55 risulta Opus 71 ed il presente sestetto op. 51; nella seconda edizione del catalogo del 1837 compare sia come op. 51 (questo numero divenne in seguito il  numero dei Due rondò per pianoforte n. 1 e 2) ed anche opus 71, che da allora divenne definitivo ma definito  come “Sestetto pour 2 Violon, Alto, Vcllo , Contrabaß et Cors obl.”. Sia nell’elenco di Hofmeister che in quello di Artaria, la chiave riferita è Fa maggiore, un errore che può essere ricondotto alla notazione dei clarinetti in Sib.

Prima esecuzione sconosciuta.

Il sestetto fu ascoltato in un concerto dello Schuppanzigh Quartet nell’aprile 1805 con Joseph Beer al clarinetto (ed altri musicisti sconosciuti). Nella rassegna (AmZ 7, 1804/05. 15 maggio 1805, col. 535) si legge: „Zuweilen werden wol auch grössere Stücke aufgeführt; unter diesen gefiel vorzüglich das schöne Beethovensche Sextett aus Es, eine Komposition, die durch schöne Melodien, einen ungezwungenen Harmoniefluss und einen Reichthum neuer und überraschender Ideen glänzt. Die Klarinette wurde dabey von Herrn Pär, in Diensten des fürstlich Lichtensteinschen Hauses, äusserst vollkommen vorgetragen.“

Abbozzi:

4° movimento: GB-Lbl, Add. Sig.ra 29801 (“Kafka”), Bl. 103r. Datazione: Inverno 1796/97 (Johnson/Fischhof vol. 1 p. 177f), facsimile e trascrizione: Kerman/Kafka.

2 3° movimento, partitura: GB-Lbl, Add. Ms. 29801 (“Kafka”), pp. 104v-105r. Data: inizio 1796 o prima (Johnson/Fischhof vol. 1 p. 101 f, 421).

Titolo: Titolo folio 104v “Menuetto quasi allegretto”, folio 105r “trio”. Estensione: 2 pagine di testo musicale. Carta: formato orizzontale, 23 x 32,5 cm, a doppia spaziatura.

Per gentile concessione della BH – Beethoven Haus Bonn

Gli esempi musicali in MIDI di questa pagina sono curati da Pierre-Jean Chenevez. Chi volesse consultare o richiedere questi file, può contattare l’ autore tramite il nostro modulo di contatto.

I testi e i documenti di questa pagina sono stati riveduti da  i nostri  revisori. Chi volesse  contattare il revisore, lo può fare tramite il nostro modulo di contatto.