Opus 61 Concerto in re maggiore per violino e orchestra

I) Allegro ma non troppo – II) Larghetto – III) Rondò

Opus 61 Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 61, dedicato a Stephan Breuning, fine 1806, pubblicato in parti d’orchestra a Vienna, Bureau d’arts et d’industrie, agosto 1808; in partitura a Lipsia, Peters, 1861. GA. n. 29 (serie 4/1) – B. 61 – KH. 61 – L. Ili, p. 58 -N. 61 – T. 130 Orchestra: 1 flauto, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 corni, 2 fagotti, 2 trombe, timpani, archi.

Questo concerto, fu scritto per il noto violinista-virtuoso Franz Clement,  che lo eseguì per la prima volta in una «Accademia» del 23 dicembre 1806 al teatro an der Wien. Il manoscritto originale, conservato nella Nationalbibliothek di Vienna, porta infatti il titolo scherzoso: “Concerto par Clemenza pour Clement, primo violino / e direttore al teatro a Vienna / dal L. v. Bthvn 1806”. Gli abbozzi si trovano in alcuni fogli descritti dal Nottebohm contenenti anche abbozzi della Quinta Sinfonia e della Sonata per pianoforte e violoncello op. 69.

L’opera, composta a quanto sembra in breve periodo di tempo e terminata pochi giorni prima dell’esecuzione, ha il carattere d’un lavoro di getto. Solista ed orchestra sono accomunati l’uno all’altra dall’effusione di un sentimento musicale serenamente affettuoso; potremmo dire che il solista, virtuosismi a parte, non fa che riprendere ed elevare nella sfera di una più pura melodiosità il fraseggio, tanto ricco di articolazioni quanto univoco nel significato, della compagine strumentale; e che in questo principalmente sta la caratteristica del primo tempo, dove poi anche l’elemento strutturale costituito dal ritmo scandito fin dal principio dal timpano ha un compito di grande importanza, stando alla base dei due elementi tematici dominanti.

Il culmine dell’efficienza melodica è raggiunto alla fine della ripresa, quando il solista, dopo la cadenza di bravura ad libitum, riprende il secondo tema nelle corde basse avviando la conclusione.

Magnifica è l’effusione della melodia del secondo tempo. Tutta la prima parte, in cui prevale l’orchestra con la ripetizione per quattro volte del tema, può apparire, nonostante i vari aspetti strumentali e gli ornamenti del violino, di un carattere un po’ statico; ma da essa sboccia poi un ispirato canto dello strumento solista, di fronte al quale le altre voci dell’orchestra si vanno man mano diradando fin quasi a scomparire, lasciandolo spaziare sempre più liberamente.

L’incanto è troncato in ultimo da un breve deciso passaggio introduttivo del Rondò, il quale poi si svolge su un tema di danza robusto ed insieme aggraziato. Fra i vari episodi, uno, in minore, a fisionomia di canzone romantica, ci richiama per il suo carattere — non per la lettera — un tema melodico del secondo tempo del Quartetto op. 59 n. 1 e anche quello del Finale del Quartetto op. 95.

Titolo ufficiale: Opus 61 Konzert (D-dur) für Violine und Orchester Widmung: Stephan von Breuning NGA III/4 AGA 29 = Serie 4/1 SBG X/2 („Urfassungen“ der Solostimme)

Composto secondo la data autografa di Beethoven sulla partitura manoscritta “1806”. La parte di violino solista fu pesantemente riveduta quando il concerto andò in stampa nel 1808. L’edizione originale viennese, in parti staccate, fu pubblicata all’inizio del 1809 dal Kunst-und Industrie-Comptoir di Vienna e Pest; l’edizione originale londinese, sempre in parti staccate, nell’ agosto/settembre 1810 presso Clementi & Co. Carl Czerny scrisse sulla composizione del concerto: „Beethoven componirte dieses Concert (vielleicht sein grösstes und schönstes) in sehr kurzer Zeit für den Violinisten Franz Clement, im Jahr 1808 [!], von dem es auch, kaum 2 Tage nach seiner Vollendung, mit grösster Wirkung produziert wurde“ (Czerny/Klavierschule S. 117). Anche se Czerny rammenta un anno sbagliato, Beethoven in effetti compose il concerto in tutta fretta, avendo poco tempo a disposizione. L’esame dell’inchiostro utilizzato nella partitura autografa per la prima trascrizione ha dimostrato che la data di stesura del manoscritto è attribuibile alla fine del novembre 1806.

Ciò lasciò al compositore solo poche settimane di tempo  prima della prima rappresentazione, avvenuta il 23 dicembre 1806. Tuttavia, l’unico abbozzo sopravvissuto potrebbe essere stato scritto precedentemente, durante il soggiorno di Beethoven con il principe Lichnowsky in Slesia alla fine dell’estate (Kojima/Op. 61 p. 102). Dopo la trascrizione completa in bella copia Beethoven aggiunse una versione alternativa con numerosi passaggi virtuosistici per violino solo. Shin Augustinus Kojima è stato in grado di dimostrare che, contrariamente alle opinioni precedenti. (ad es. Nottebohm/Beethovenianall p. 587), la versione non fu scritta né prima né immediatamente dopo la prima rappresentazione grazie all’ aiuto di Franz Clement, ma solo sei mesi dopo, a maggio/ giugno 1807, in concomitanza con la preparazione della versione per pianoforte (Kojima/Op. 61 pp. 103-108; e circa l’ influenza di Clement sulla composizione, cfr. anche Stowell/Op61 pp. 20-29). Tuttavia, è discutibile se queste aggiunte alla partitura autografa costituiscano una seconda versione indipendente, anche se Willy Hess ne curò un’ edizione nelle “versioni originali” della parte solista nei SBG. Il modello dell’ incisione dell’edizione originale di Vienna che contiene sia la parte di violino solo che la parte di pianoforte solo, fu probabilmente creato tra giugno e agosto 1807.

La parte di violino appare qui in una nuova versione, che utilizza sia la stesura originale dell’autografo che passaggi alternativi ivi annotati. Occasionalmente sono stati sollevati dubbi sull’autenticità di questa versione (Kaiser/Op61), ma ora è considerata la versione finale (vedi in particolare Kojima/Op61, DelMar/Op61). Per gli sforzi di Beethoven di portare l’opera 58-62 simultaneamente sui mercati tedesco, austriaco, inglese e francese, vedere Opus 58. Alla fine, tuttavia, solo il Kunst- und Industrie-Comptoir, di Vienna  acquistò tutte e sei le opere (nel giugno 1807), pubblicandole in rapida successione (numeri 580 e il 596) nel 1808. Tuttavia, nella Wiener Zeitung l’editore pubblicizzò solo la versione per pianoforte, stampata con lo stesso editore e numero di lastra (10 agosto 1808), mentre la versione originale per violino (insieme all’op. 60) fu pubblicata per la prima volta nell’aprile 1809 tra quelle disponibili da Breitkopf & Härtel a Lipsia.

Dedica: Stephan (Steffen) von Breuning, nato il 17 agosto 1774 a Bonn (battezzato), e deceduto il 4 giugno 1827 a Vienna, figlio di Hofrat Emanuel Joseph von Breuning (1740-1777) e di sua moglie Helene nata Kerich (1750 – 1838), fratello di Eleonore (1771-1841) (vedere WoO 40 per la dedica), Christoph (1773-1841) e Lorenz von Breuning (1776-1798). Beethoven conobbe probabilmente la famiglia Breuning nel 1782 come insegnante di pianoforte per Eleonore e Lorenz. Secondo Franz Wegeler, Beethoven „bald als Kind des Hauses behandelt; er brachte nicht nur den größten Theil des Tages, sondern selbst manche Nacht dort zu. Hier fühlte er sich frei, hier bewegte er sich mit Leichtigkeit, Alles wirkte zusammen, um ihn heiter zu stimmen und seinen Geist zu entwickeln.“ Stephan von Breuning perseguì la carriera legale, fu assunto dal governatorato dell’Ordine Teutonico a Mergentheim come assessore dal 21 settembre 1796 e fu membro dell’assemblea del Großkapitels des Deutschen Ordens a Vienna alla fine del maggio 1801, città dove si stabilìè. Pieno di gioia, Beethoven riferì a Franz Gerhard Wegeler a Bonn il 29 giugno 1801: „Steffen Breuning ist nun hier und wir sind fast täglich zusammen, es thut mir so wohl die alten Gefühle wieder hervorzurufen, er ist wirklich ein guter Herrlicher Junge geworden der was weiß, und das Herz wie wir alle mehr oder weniger auf dem Rechten Flecke hat“ (BGA 65; vedi anche BGA 67). Breuning lasciò il servizio dell’Ordine Teutonico all’inizio del 1803 per lavorare presso il Hofkriegsrat accettando il ruolo Hofkonzipist. Nel 1805 ne divenne Segretario e nel 1817 ascese al ruolo di Hofrat al Ministero della Guerra. Nel maggio 1804 Beethoven si trasferì nella “Rothe Haus” di Stephan von Breuning.

A luglio, a causa circostanze non del tutto chiare – presumibilmente a causa di una risoluzione di contratto di affitto – si creò una profonda divergenza  tra i due amci (vedi BGA 185f). Fu solo nel novembre 1804 che Beethoven si riconciliò con Breuning e gli regalò una sua miniatura su avorio (BGA 197; la miniatura di Christian Horneman è ora conservato alla Beethoven Haus di Bonn). Alla fine del 1805 Stephan von Breuning accettò di rivedere il libretto per la seconda versione dell’opera “Fidelio”. Nel maggio 1806, o poco dopo, Beethoven mise in musica una traduzione di Breuning tratta dall’atto unico di Jean-Pierre Solie “Le Secret” come „ein kleines Zeichen der Dankbarkeit für die jüngst bewiesene eifrige Freundschaft Breunings in der Angelegenheit der Oper [Fidelio]“ (TDR II p. 525; vedere WoO 132). Nell’aprile 1808 Stephan von Breuning sposò Julie von Vering, figlia del medico di Beethoven Gerhard von Vering. Julie era una brava pianista ed a lei è dedicata la versione per pianoforte del concerto per violino. La doppia dedica era il regalo di nozze di Beethoven agli sposi. Tuttavia, Julie von Breuning morì un anno dopo il matrimonio, il 19 marzo 1809. Negli anni seguenti Beethoven continuò a frequentare Stephan von Breuning ed andava regolarmente a mangiare con lui. Nel 1812 Stephan von Breuning sposò Constanze Ruschowitz (1784-1856), che divenne amica di Beethoven. Intorno al 1815 il rapporto tra i due amici si raffreddò nuovamente;  solo nell’estate del 1825 si ristabilì lo stretto rapporto di amicizia precedente. Nell’ottobre dello stesso anno Beethoven si trasferì nel suo ultimo appartamento nella Schwarzspanierhaus, nelle immediate vicinanze dell’ abitazione di Breuning.

Da quel momento riprese a frequentare assiduamente i Breuning. Il figlio di Stephan von Breuning, nato dal suo secondo matrimonio, quei che divenne il consigliere medico Gerhard von Breuning (1813-1892), scherzosamente chiamato “Ariel” o “Hosenknopf” da Beethoven, è l’autore del libro di memorie “Aus dem Schwarzspanierhause”, (1874) divenne una fonte importante degli ultimi anni di vita di Beethoven. Il 26 settembre 1826, Stephan von Breuning assunse la tutela del nipote di Beethoven, Karl. Durante la malattia del compositore nei mesi precedenti la morte, Stephan von Breuning e suo figlio venivano spesso a trovarlo, mentre sua moglie Constanze si occupava della sua casa.

Prima esecuzione il 23 dicembre 1806 in un’accademia organizzata dal violinista Franz Clement nel Theater an der Wien. Clement era direttore dell’orchestra del teatro e suonò la parte solista del concerto. Recensione: AmZ 9 (1806/07), 7.1.1807, colonna 235, e Wiener Zeitung für Theater, Musik und Poesie 2 (1807), 8.1.1807, pagina 27. La recensione del concerto sul Wiener Zeitung für Theater, Musik und Poesie recita: „Der vortreffliche Violinspieler Klement spielte unter ändern vorzüglichen Stücken, auch ein Violin-concert von Beethhofen, das seiner Originalität und mannigfaltigen schönen Stellen wegen mit ausnehmendem Beyfall aufgenommen wurde. Man empfieng besonders Klements bewährte Kunst und Anmuth, seine Stärke und Sicherheit auf der Violin, die sein Sclave ist, mit lärmenden Bravo. […] Ueber Beethhofens Concert ist das Urtheil von Kennern ungetheilt, es gesteht demselben manche Schönheit zu, bekennt aber, daß der Zusammenhang oft ganz zerrissen scheine, und daß die unendlichen Wiederholungen einiger gemeinen Stellen leicht ermüden könnten“.

Abbozzi: 1° e 3° movimento: Re-Sib, mus. SM. autogr. Beethoven Landsberg 10, pagina 64. Data: forse fine estate 1806. facsimile: SBB e Schmidt-Görg/Beethoven pagina 54, trascrizione parziale: Nottebohm/Beethoveniana ll pagina 533. Partitura: A-Wn, Mus. Hs. 17538. Datazione: “1806” (novembre/dicembre). Titolo: „Concerto par Clemenza pour Clement primo Violino / e direttore al theatro à vienne / Dal LvBthwn / 1806“. 130 fogli (foglie 7/7b e 8/8b cucite insieme); Nessun frontespizio, 245 pagine di testo musicale. Carta: formato orizzontale, rifilata in alto, circa 23 x 32 cm. Provenienza: Carl Czerny, Vienna. – Acquisito con il suo patrimonio nel 1857 (testamento del 13 giugno 1857: “„Zwei Originalmanuskripte von Beethoven – das Violinconcert Op. 61 und die Part, der Ouvertüre Op. 115, die ich einst die Gelegenheit hatte mir zu kaufen, gebe ich der k.k. Hofbibliothek“,

Prima edizione Viennese: 1809 (inizio),  Kunst- und Industrie-Comptoir (Bureau des arts et d’industrie), VN/PN 583. – Titolo „CONCERTO / pour le Violon / avec accompagnement de deux Violons, Alto, Flute, / deux Hautbois, deux Clarinettes, Cors, Bassons, Trompettes, Timballes, / Violoncelles et Basse. / Composé et Dedié / à son ami, Monsieur de Breuning, / Secretaire Aulique au service de Sa Majeste l’Empereur d’Autriche / par / Louis van Beethoven / Oeuvre 61. /

Per gentile concessione della  Staatsbibliothek zu Berlin Preußischer Kulturbesitz)

Per gentile concessione della Österreichische Nationalbibliothek

Gli esempi musicali in MIDI di questa pagina sono curati da Pierre-Jean Chenevez. Chi volesse consultare o richiedere questi file, può contattare l’ autore tramite il nostro modulo di contatto.