Opus 51 Due rondò in do maggiore e sol maggiore per pianoforte

I) Moderato e grazioso – II) Andante cantabile e grazioso

Opus 51 numero 1 Rondò in do maggiore op. 51 n. 1 per pianoforte, 1796 – settembre 1797 al massimo, pubblicato a Vienna, Artaria, ottobre 1797. GA. n. 186 (serie 18/4) – B. 51/2 – KH. 51/2 – L. II, p. 305/2/b, – N. 51/2 – T. 101.

Il manoscritto originale è perduto. L’unione di questo Rondò a quello in sol maggiore del 1800, nello stesso numero d’opera 51 è posteriore di molti anni alle loro date di composizione ed anche a quelle delle rispettive prime edizioni. Lavoro di minor mole dell’altro, di carattere meno brillante e di forma più semplice, esso può collocarsi accanto alle Sonatine per pianoforte dell’op. 49.

Titolo ufficiale: „Opus 51 Nr. 1“ Rondo (C-dur) für Klavier Widmung: — NGA VII/6 AGA 185 = Serie 18/3

Origine e pubblicazione: La data di composizione è sconosciuta. L’edizione originale fu pubblicata da Artaria a Vienna nell’ottobre 1797. Per quanto riguarda il numero d’opera: Né l’edizione originale né le ristampe contemporanee del brano hanno un numero d’opera. Il pezzo fu chiamato “Rondo n. 1” e successivamente pubblicato (nel 1802)  con il Rondò in sol maggiore (“n. 2”) come op. 51. Per quanto si può accertare, ciò avvenne per la prima volta nell’indice tematico di Hofmeister del 1819. (Nel “Catalogue des Oeuvres” di Artaria del 1819, scritto come prologo per l’op. 106 e nel suo catalogo del 1837, il sestetto di fiati Op. 71 è elencato come Op. 51. ) Prima esecuzione sconosciuta. Abbozzi perduti.  Esistono solamente quattro battute in A-Wgm, A 62b. Secondo il catalogo dell’asta “leggermente diverse dalla versione cartacea”. Carta: circa 3,5 x 19,5 cm (sezione), due pentagrammi. Provenienza e descrizione: Anton Dermota. – Stargardt, catalogo 653 parte 1, 11/12 marzo 1993, lotto 828a. Edizione originale 1797 (ottobre). Vienna, Artaria et Comp., VN/PN 711. – Titolo: “Rondo / Pour Le Clavecin ou Piano-Forte / Composé / par / Louis van Beethoven / A Vienne chez Artaria et Comp. /

Opus 51 numero 2 Rondò in sol maggiore op. 51 n. 2 per pianoforte, 1796, dedicato alla Contessa Henriette Lichnowsky, 1798-1800, pubblicato a Vienna, Artaria, settembre 1802. GA. n. 185 (serie 18/3) – B. 51/1 – KH. 51/1 – L. II, p. 269 e IV, p. 315 – N. 51/1 – P. 86 – T. 63 GA. n. 186 (serie 18/4) – B. 51/2 – KH. 51/2 – L. II, p. 269 e IV, p. 305/2- N. 51/2 – T. 101

Titolo ufficiale: „Opus 51 Nr. 2“ Rondo (G-dur) für Klavier Widmung: Henriette Gräfin von Lichnowsky NGA VII/6 AGA 186 = Serie 18/4

Il manoscritto originale è andato perduto, ma la Deutsche Staatsbibliothek di Berlino ne possiede una copia riveduta. L’unione al Rondò in do maggiore del 1797 avvenne vari anni dopo e per opera di altro editore. Gli abbozzi si trovano nelle prime pagine di un quaderno a cui il Nottebohm assegna l’epoca 1798-1799, dopo quello per la canzone “Der Kuss e l’Opferlied” (seconda redazione).

Secondo quello che ebbe a dire ad Otto Jahn nel 1852 la allora sessantottenne vedova contessa Gallenberg, alias Giulietta Guicciardi, Beethoven avrebbe originariamente offerto a lei il Rondò ed in seguito glielo avrebbe richiesto dovendo dedicare qualche cosa alla contessa Henriette Lichnowsky; le avrebbe poi fatto omaggio della Sonata in do diesis minore op. 27 n. 2. Ci si può domandare se questo motivo ufficiale di scambio non ne abbia celato un altro di carattere più interiore.

Ma niente ci impedisce di vedere anche nella offerta originaria di una pagina tanto fioritamente melodiosa e forse anche un poco leziosa nella sua forma adorna un omaggio di galanteria del maestro alla giovanissima allieva, per la quale forse ancora in quell’epoca egli non nutriva una forte passione. Una qualche sottile analogia lega l’episodio in mi maggiore al tempo lento del secondo Trio per archi dell’ op. 9, ed anche “mutatis mutandis” alla ventinovesima Variazione sul valzer di Diabelli, posteriore di circa venti anni. Il tema del ritornello ricorda quelle della quasi contemporanea Romanza, pure in sol maggiore, op. 40, per violino e orchestra.

Creazione e pubblicazione: Gli schizzi documentati risalgono alla seconda metà del 1798. Secondo una missiva di Julie Contessa Gallenberg a Otto Jahn, il Rondò fu scritto prima della Sonata op. 27 n. 2, cioè entro e non oltre il 1801. L’edizione originale fu pubblicata nel settembre 1802 quando apparve presso Artaria a Vienna. L’opera compare con la dicitura “chez Artaria” senza l’aggiunta “et Comp.” Questa forma fu usata da Carlo Artaria tra la metà del 1801 e l’autunno del 1802, quando era l’unico proprietario dell’azienda, che era stata ridotta. Nell’autunno del 1802 trasferì la proprietà dell’azienda a Domenico Artaria e Tranquillo Mollo, che condussero la loro attività come due società vagamente collegate fino al 1804 (vedi Slezak/Originalverleger e Weinmann/Artaria).  L’annuncio della pubblicazione potrebbe essere stato ritardato, poiché la Wiener Zeitung non aveva pubblicato un annuncio per Artaria per quasi 15 mesi prima dell’annuncio dell’11 settembre 1802. Dedica: (Maria) Henriette (Cajetana) Contessa von Lichnowsky, nata il 10 maggio 1769 battezzata a Vienna), e deceduta dopo il 1829, sorella di Karl Fürst von Lichnowsky (vedi Op. 1) e Moritz Graf von Lichnowsky (vedi Op. 35 ). Karl Fürst von Lichnowsky fu uno dei più importanti mecenati di Beethoven. Nell’elenco dei sottoscrittori dell’op. 1 i membri della famiglia Lichnowsky sono elencati con acquisto totale di 27 esemplari, inclusa la Contessa con due copie. Henriette von Lichnowsky sposò il maggiore generale Francois-Adrien Symon Comte de Carne il 15 agosto 1810  (deceduto il 1 agosto 1816)  dopo il matrimonio si recò a Parigi, dove visse fino al 1829. Il giovane Chopin riferì alla sua famiglia il 13 agosto 1829 da Vienna di essere stato invitato dalla contessa Moritz von Lichnowsky (cioè l’ex cantante lirica Josefa Stummer), che gli aveva promesso una lettera di raccomandazione alla cognata a Parigi (Frederic Chopin. Letters, a cura di Krystyna Kobylariska, Francoforte 1984, p. 58).

Beethoven ebbe probabilmente una infatuazione per la contessa Julie Gallenberg (nata Guicciardi; vedi Op. 27 n. 2), tanto da affidarle  il manoscritto del rondò, ma non si fece scrupolo di chiederglielo quando volle dedicare una composizione alla contessa von Lichnowsky. Il compositore finì per dedicarle la la sonata in Do diesis minore op.27 n.2 (Kopitz/Cadenbach vol. 1 p. 412).

Abbozzi al DB, Mus. SM. autogr. Beethoven Grasnick 1, foglio 12recto. Datazione: seconda metà del 1798, facsimile: SBB. trascrizione: Szabo/Grasnick 1. Trascrizione verificata DB, Mus. SM. autogr. Beethoven Artaria 154. Copista: Wenzel Schlemmer. Titolo: foglio 1 recto  von Beethoven “Rondo / per il piano-forte / de / lv Beethoven”, foglio 1 versus didascalia del copista “Rondo”. 8 fogli; foglio 1 recto titolo, 15 pagine di testo musicale foglio 1 versus / 8 versus. Carta: formato orizzontale, 23 x 32 cm, 8 righe. Provenienza: Verlagsarchiv Artaria, Vienna. – Erich Prieger, Bonn, dal 1897. – Acquisito nel 1901. Facsimile: SBB. Descrizione: Klein/Catalogo p.166f. Edizione originale 1802 (settembre). Vienna, Artaria, senza VN/PN. – Titolo: “RONDO / pour le Clavecin ou Piano Forte / Composé et dedié / à Mademoiselle la Comtesse / HENRIETTE de LICHNOWSKI / par / Louis van Beethoven / a Vienne chez Artaria. /

Per gentile concessione della  Staatsbibliothek zu Berlin Preußischer Kulturbesitz)

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