Opus 38 Trio in mi b maggiore per pianoforte, violino (clarinetto) e violoncello (dal Settimino op. 20)

I) Adagio – Allegro con brio – II) Adagio cantabile – III) Tempo di menuetto – IV) Tema con variazioni: Andante – V) Allegro molto vivace – VI) Andante con moto alla marcia – Presto

Opus 38 Trio in mi bemolle maggiore per pianoforte, (clarinetto) violino e violoncello op. 38 (dal Settimino op. 20), 1802 – 1803, dedicato al dottor Johann Adam Schmidt, pubblicato in parti separate a Vienna, Bureau d’arts et d’industrie, gennaio 1805; in partitura a Francoforte, Dunst, dopo il 1830. GA. n. 91 (serie 11/13) – B. 38 – KH. 38 – L. II, p. 228 – N. 38 – T. 69

Titolo ufficiale: Opus 38 Trio (Es-dur) nach dem Septett op. 20 für Klavier, Klarinette (Violine) und Violoncello Widmung: Johann Adam Schmidt NGAIV/3 AGA 91 = Serie 11/13

Origine e pubblicazione: Composto nel 1802. Kaspar Karl van Beethoven offrì la composizione a Franz Anton Hoffmeister a Lipsia nel settembre dello stesso anno. L’edizione originale in parti fu pubblicata nel gennaio 1805 dal Kunst-und Industrie-Comptoir di Vienna.

Nel 1802 Beethoven ricevette le copie originali del Settimino op.20 (BGA 95) pubblicato  all’inizio del luglio dello stesso anno; e alla fine di agosto ricevette anche l’arrangiamento per quintetto d’archi pubblicato subito dopo da Hoffmeister, non di mano del compositore (BGA 101 dal 25 del mese). La versione per trio con pianoforte fu probabilmente creata per fare concorrenza all’arrangiamento Hoffmeister, che non nomina l’arrangiatore nel titolo (vedere la protesta di Beethoven nella Wiener Zeitung del 30 ottobre 1802 e in AmZ 4, 1801/02, 3 novembre 1802). Nell’offerta di Kaspar Karl van Beethoven a Hoffmeister si legge: „Dann hat mein Bruder zu meinem Nutzen das 7tet für Klavier Violin und Violoncello, oder Klarinet und Violoncello arangirt“ (BGA 103, prima del 25 settembre 1802).

Il trio 38 fu annunciato in anteprima , assieme all’ Opus 36 e 37dal Wiener Kunst- und Industrie-Comptoir im Intelligenzblatt Nr. 50 nella Zeitung für die elegante Weltl comptoir dell’8 novembre 1803. Ferdinand Ries scrisse a Nikolaus Simrock l’11 novembre: „Die bestimmte Sonate mit accomp. [Op. 47] hat mir Beethoven schon gegeben und ich werde sie in 14 Tagen mit noch mehreren anderen Werken schicken, weil bis dahin die große Symphonie [Op. 36], das Septett als Klaviertrio arrangiert, Variationen [WoO 78], das Wachtellied [WoO 129] von Beethoven und 3 neue Quartette von [Franz] Krommer heraus werden sein“ (BGA 173). L’uscita dell’op. 38  fu dunque ritardata, e l’opera fu dunque pubblicizzata nella Wiener Zeitung. come „ganz neu erschienen“ fino al 23 e 30 gennaio 1805.

Alexander W. Thayer e Kinsky/Halm concordarono che al dedicatario fosse stato concesso un certo periodo di tempo per utilizzare la composizione per uso personale (TDRII p. 207 e KH p. 94f). Esistono inoltre molte discrepanze temporali tra anno di composizione e numero d’ opera pubblicata – l’ Op. 38 è il numero più basso del gruppo del 1803 –  soprattutto nel periodo in cui Beethoven affidò le composizioni all’ Kunst- und Industrie-Comptoir  (anni1803-1805).

Dedica: Johann Adam Schmidt,  nato il 12 ottobre 1759 ad Aub vicino a Würzburg, morto il 19 febbraio 1809 a Vienna, oculista, farmacologo, professore di anatomia e chirurgia, scrittore medico specialista, medico da campo e dal 1789 insegnante di medicina generale presso la Vienna Josephs -Akademie, l’accademia dei medici militari austriaci. Attorno al 1800 Schmidt era uno dei medici più rispettati di Vienna. Come amico di Franz Gerhard Wegeler (Wegeler/Ries p. 42), godeva di una fiducia speciale da parte di Beethoven. Nell’inverno del 1801/02 divenne il medico di famiglia del compositore e lo curò – con interruzioni – sino al 1808. Beethoven sperava che Schmidt lo trattasse con galvanismo (BGA 70). Nel “Testamento di Heiligenstadt” del 1802, Beethoven ringraziò espressamente Schmidt („sobald ich Tod bin und Professor schmid lebt noch, so bittet ihn in meinem Namen, daß er meine Krankheit beschreibe, und dieses hier geschriebene Blatt füget ihr dieser meiner Krankengeschichte bey, damit wenigstens so viel als möglich die Welt nach meinem Tode mit mir versöhnt werde“, BGA 106). Secondo „Jahrbuch der Tonkunst“ di Schönfeld del 1796, Schmidt era „ein vortrefflicher Violinspieler, welcher vormals in allen unsern Privatakademien mit offenen Armen aufgenommen wurde, und vorzüglich in Quartetten, wegen seinen [!] lieblichen Ton, und seiner schönen Empfindung glänzte, aber zum Verdruß unserer wahren Musikfreunde, sich seit einiger Zeit her sehr zurückziehet“ (Schönfeld/Annuario p. 54). Prima esecuzione sconosciuta. Abbozzi non rintracciati. 2 parti di violino: D-BNba, collezione H. C. Bodmer, HCB Mh 27. Titolo: nessun titolo. Al folio 1 recto una dedica autografa, barrata e del tutto illeggibile. 12 fogli; 21 pagine di testo musicale, folio 12 vuoto. Carta: formato verticale, 30 x 21 cm, 10 righe. Provenienza: Nikolaus Simrock, Bonn. – Hans Conrad Bodmer, Zurigo. – Acquisito nel 1956. Facsimile e descrizione: DBH/online.

Prima edizione (parti): 1805 (gennaio). Vienna, Kunst- und Industrie-Comptoir (Bureau d’Arts et d’Industrie), VN/PN 203. – Titolo: „Grand Trio / pour le / Pianoforte / avec l’accompagnement de la Clarinette ou Violon et Violoncelle concertans, / d’après le Septetto pour Violon, Alto, Clarinette, Cor, Basson, Violoncelle et Contrabasse, Op: 20. / composé / par / LOUIS VAN BEETHOVEN / arrangé par lui meme et dedié / à Monsieur Jean Adam Schmidt / Conseiller de Sa Majeste l’Empereur et Roi, / Chirurgien Major de Ses Armées, Professeur public à l’Academie de Medicine et Chirurgie fondée / par feu S. M. l’Empereur Joseph II, Membre de plusieurs Societés savantes & & / Op: 38. / A’ Vienne au Bureau d’Arts et d’Industrie.“

Del manoscritto originale si conosce oggi soltanto la parte del violino, conservata nel fondo Bodmer della Beethovenhaus.

Con la dedica Beethoven volle rendere al suo dottore un particolare tributo di riconoscenza e d’amicizia. Lo Schmidt era un passabile violinista ed aveva una figlia pianista, così che, con il concorso di un qualche altro amico dilettante violoncellista e tenendo egli la parte del violino in adeguata sostituzione di quella del clarinetto (ad libitum dell’esecutore) il Trio avrebbe potuto essere agevolmente eseguito nelle serate familiari.

Nella lettera a lui indirizzata — originale in francese — stampata sulla prima pagina della parte di pianoforte dell’edizione del 1805, Beethoven dichiara esplicitamente di aver avuto questo scopo. «Je sens parfaitement bien que la Célébrité de Votre nom, ainsi que l’amitié dont Vous m’honorez, exigeroient de moi la dédicace d’un bien plus important ouvrage. La seule chose, qui a pu me déterminer à Vous offrir celui ci (sic) de préférence, c’est qu’il me paroit d’une exécution plus facile et par là même plus propre à contribuer à la satisfaction dont Vous jouissez dans l’aimable cercle de votre famille».

La parte di violino in oggetto, che sostituisce quella del clarinetto del Settimino, non ha però niente in comune con la corrispondente più brillante e di primo piano dell’opera originale, che è passata invece insieme con le parti degli altri archi (viola, violoncello e contrabbasso) nel pianoforte, naturalmente anche qui con le modificazioni richieste dalla differente tecnica degli strumenti. Al violoncello sono inoltre affidate di volta in volta, oltre le piccole parti a solo che esso aveva nel Settimino, anche quelle caratteristiche del corno e del fagotto.

Per gentile concessione della BH – Beethoven Haus Bonn

Per gentile concessione della  Staatsbibliothek zu Berlin Preußischer Kulturbesitz)

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