Opus 34 Variazioni (6) su un tema originale per pianoforte

Opus 34 Variazioni (6) su un tema originale per pianoforte op. 34, dedicate alla principessa Babette Odescalchi nata contessa di Keglevich, autunno 1802, pubblicati a Lipsia, Breitkopf e Härtel, aprile 1803. GA. n. 162 (serie 17/1) – B. 34 – KH. 34 – L. II, p. 193 – N. 34 – T. 99.

Il manoscritto è conservato nella biblioteca musicale Peters di Lipsia. Un abbozzo del tema si trova a pagina 176 del quaderno Kessler in mezzo a quelli delle Variazioni dell’op. 35 con accanto l’annotazione (in tedesco nell’originale): Ogni variazione in un tema diverso – scambiando passaggi una volta nella mano sinistra, e poi all’incirca gli stessi od altri, eseguiti nella destra. Poche pagine dopo c’è un secondo abbozzo di quattro battute in 6/8 che si riferisce al principio dell’ultima variazione. Altri e più copiosi abbozzi sono contenuti nel quaderno Wielhorsky.

Di queste variazioni, e delle successive in mi bemolle maggiore op. 35, Beethoven così scriveva a Breitkopf e Härtel, il 18 ottobre 1802: «Tutte e due le serie sono elaborate in maniera veramente nuova… Ciascun tema è trattato in un suo modo particolare e in maniera diversa dall’altra. Di solito, devo aspettare che siano gli altri a dirmelo quando esprimo idee nuove, perché non me ne rendo mai conto da solo. Ma, questa volta, posso io stesso assicurarLe che in tutte e due queste opere il metodo, per quanto mi riguarda, è interamente nuovo».

Per riferirci più particolarmente, qui, alle variazioni in oggetto, dobbiamo notare che esse differiscono fra loro, da un punto di vista esterno, oltre che per la diversità dei tempi (secondo l’intendimento manifestato dal maestro), anche per le rispettive tonalità cosa di cui non troviamo applicazione sistematica in nessuna altra opera di Beethoven dello stesso genere, succedendosi, a partire dal fa maggiore fondamentale, tre intervalli di terza discendente: la prima in re maggiore; la seconda (Allegro non troppo, 6/8) in si bemolle maggiore; la terza (Allegretto, 4/4) in sol maggiore, la quarta (Tempo di Minuetto, 3/4) in mi bemolle maggiore, la quinta (Allegretto, Marcia, 2/4) in do minore che infine modulando ritorna al fa maggiore introducendo la sesta e ultima (Allegretto, 6/8) seguita da un’ampia parte conclusiva (Coda. Molto adagio).

Si è voluto vedere in tutto questo l’applicazione in piccolo di una estetica del colore tonale rispondente a particolari significazioni espressive: argomento alquanto nebuloso e non immune da cerebralismi; certo è che la differenza della tonalità contribuisce a dare maggiore spicco all’individualità delle singole variazioni, pur entro la cornice del sereno fa maggiore con cui la serie si apre e si chiude. Il tema si prestava alla ornamentazione doviziosa della prima variazione; ma nelle altre il compositore lo ha trattato genialmente in modi diversi, trasformandolo in un delicato Allegretto a due parti nella terza; facendo ampio uso delle alternative di registro nella seconda, nella quarta e (con l’introduzione degli squillanti accordi snodati in cui si diffonde ed allarga di volta in volta la concisa marzialità del ritmo) nella quinta.

Un altro particolare effetto è conseguito in quest’ultima con il passaggio alla fine nel tono maggiore e la trasformazione dell’accordo di do in quelli  modulante al fa della sesta, la quale riprende, svolgendola con tutt’altro carattere di leggerezza, la figura caccia della seconda. La conclusione (Molto adagio) riporta il tema ampliato e fastosamente adorno.

 [Da Biamonti Giovanni – Catalogo cronologico e tematico delle opere di Beethoven comprese quelle inedite e gli abbozzi non utilizzati, Torino, ILTE 1968]

Titolo ufficiale: Opus 34 Sechs Variationen (F-dur) über ein eigenes Thema für Klavier Widmung: Anna Luise Barbara Fürstin d’Erba-Odescalchi NGA VII/5 AGA 162 = Serie 17/1

Origine e pubblicazione: variazioni abbozzate nell’estate/autunno del 1802. La trascrizione dell’opera autografa fu inviata a dicembre dello stesso anno come modello per l’incisione agli editori Breitkopf & Härtel di Lipsia. L’edizione originale apparve nell’aprile 1803. Un primo abbozzo di un ciclo di variazioni si trova con quattro incipit ancora molto preliminari in un taccuino ricostruito dell’estate del 1800. L’elaborazione avvenne solo dopo, nel 1802, assieme all’op. 35. Gli abbozzi si trovano alla fine del quaderno denominato  “Keßler” e all’inizio del taccuino “Wielhorsky”. L’ Opus 34 fu offerta per la prima volta a Franz Anton Hoffmeister a Lipsia da Kaspar Karl van Beethoven nel settembre 1802: „auch jezt haben wir nichts anders als 6 oder 7ben Variationen für Klavier, aber auf Art gemacht wie noch keine Existiren“ (BGA 103). Sulle trattative dell’editore circa le opere 34 e 35 è stata conservata una corrispondenza piuttosto ampia di Beethoven e di suo fratello Kaspar Karl con Breitkopf & Härtel a Lipsia, che fornisce informazioni sull’importanza delle variazioni nell’opera di Beethoven. Entrambi i cicli furono offerti agli editori di Lipsia il 18 ottobre 1802. Beethoven scrisse: „ich habe zwei Werke Variationen gemacht, wovon man das eine auf 8 Variationen berechnen, und das andere auf 30 [corretto in „38“] — beyde sind auf eine wircklich ganz neue Manier bearbeitet, jedes auf eine andre verschiedene Art. […] jedes thema ist darin für sich auf eine selbst vom ändern Verschiedene Art behandelt, ich höre es sonst nur von ändern sagen, wenn ich neue Ideen habe, indem ich es selbst niemals weiß, aber diesmal — muß ich sie selbst versichern, daß die Manier in beyden Werken ganz neu von mir ist“ (BGA 108). Due mesi dopo, quando i manoscritti furono spediti, Beethoven chiese allora una spiegazione delle variazioni da stampare per i „Nichtkenner“: “statt allem Geschrey von einer Neuen Methode von V. [ariationen], wie es unsere Hr. Nachbarn die gallo-Franken machen würden, wie zu B. [eispiel] mir ein gewisser fr. [anzösischer] [cancellato: Reicha] Componist Fugen presentirte apres une nouvelle Methode, welche darin besteht, caß die Fuge keine Fuge mehr ist, etc – so habe ich doch gewollt den Nichtkenner drauf aufmerksam machen, daß sich wenigstens diese V. von ändern unterscheiden, und das glaubte ich am ungesuchtesten und unmerkbarsten mit dem kleinen vorbericht, den ich sie bitte sowohl für i:e kleinern als die großem V. zu sezen, […] hier der Vorbericht selbst: ,da diese V. sich merklich von meinen frühem unterscheiden, so habe ich sie, anstatt wie die Vorhergehenden nur mit einer Nummer (nemlich z.B.: No 1, 2, 3, u.s.w.) anzuzeigen, unter die Wirkliche Zahl meiner großem Musikalischen Werke aufgenommen, um so mehr, da auch die Themas von mir selbst sind.“ der Verfasser“ (BGA 123, datata 18 dicembre circa 1802, ricevuta da Breitkopf & Härtel il 26 dicembre 1802).

Tuttavia questa dichiarazione non fu pubblicata. Nel marzo 1803, entrambi i cicli di variazioni furono incisi (BGA 128), secondo i libri stampati dell’editore l’ op. 34 fu stampata in aprile e le prime copie spedite in giugno (BGA 141 e 146). In risposta al rifiuto dell’editore di inviare copie di prova a Beethoven prima della consegna, il compositore in seguito commentò che la stampa „korrekte“ promessogli  dopotutto non era ….. „doch nicht so ganz korrekt“ (BGA 158). Per quanto riguarda il numero di variazioni, durante i negoziati emerse una certa confusione. Dopo che Kaspar Karl van Beethoven offrì “6 o 7ben”, il compositore ne offrì otto nell’ottobre 1802 (BGA 107f), nel febbraio 1803 Kaspar Karl parla solo di sette (BGA 127), ma Breitkopf & Härtel ne contò solamente sei nel manoscritto (BGA 128). La spiegazione di Beethoven sul conteggio delle variazioni dell’op. 35 dell’aprile 1803 (BGA 133) si applica probabilmente anche all’op. 34.

Dedica: Sulla principessa d’Erba-Odescalchi (nata Keglevicz) vedere la sonata per pianoforte op. 7- Kaspar Karl van Beethoven comunicò la dedica a Breitkopf & Härtel il 12 febbraio 1803: “7 Variations Dediés A Madame la Princesse Odescalchi née Comtesse de Keglevics” (BGA 127).

Prima esecuzione sconosciuta. Beethoven suonò le variazioni op.34 e op.35 nel dicembre 1802 a Georg August Griesinger direttamente dal manoscritto (BGA 120).

Gli abbozzi saranno trattati in un articolo appositamente creato per il Centro Ricerche Musicali www.lvbeethoven.it

L’ Opus 34 fa parte del progetto La ricerca diventa Arte

Una nuova vita per le opere di Ludwig van Beethoven: Un’ esplorazione artistica a cura del pianista maestro Giuseppe Bruno

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