Opus 8 Serenata in re maggiore, per violino, viola e violoncello

I) Marcia: Allegro – II) Menuetto – Allegretto – III) Adagio – Scherzo: Allegro molto – IV) Allegretto alla Polacca – V) Thema con variazioni (Andante quasi Allegretto) – VI) Marcia: Allegro

Opus 8 – Serenata in re maggiore Opus 8, per violino, viola e violoncello, 1796 – 1797, pubblicata in parti staccate a Vienna, Artaria, ottobre 1797; in partitura a Mannheim, Heckel (con consenso della Casa Artaria), ottobre 1848. GA. n. 58 (serie 7/5) – Bruers 8 – KH. S – L. I, p. 85 -N. 8 – P. 88 – Thayer 50 Biamonti 135.

Il manoscritto originale è perduto. L’opera consta di cinque parti principali: la prima (Marcia, Adagio), la terza (Adagio, con intercalato uno Scherzo) e la quinta (Tema con variazioni) articolate ciascuna in vari movimenti; le altre due (Minuetto – Polacca) ben definite nelle rispettive forme di danza.

La terza parte potrebbe avvicinarsi, per il contrasto fra l’Adagio e lo Scherzo che la costituiscono, al secondo tempo (nello stesso tono di re minore) della Sonata per pianoforte op. 28 (ma senza arrivare alla composizione finale dei due elementi espressivi diversi); mentre per la fisionomia particolare della melodia l’immaginazione corre in anticipo ai tempi lenti della Sonata per pianoforte op. 10 numero 3 e del Quartetto op. 18 n. 1 (anche questi in re minore).

Lo Scherzo – che si inserisce nel mezzo di una breve badinerie tipicamente strumentale, un Adagio discretamente mozartiano che segue alla Marcia iniziale, e che taluno considera come inscindibilmente unito ad essa nel senso unico della Entrata – è una pagina di serena, gioviale espansione, con la quale fa poi contrasto il successivo Adagio in minore che costituisce la terza parte.

Nel Minuetto il sorriso si insinua attraverso la robustezza della costituzione ritmica. La Polacca è d’una piena giocondità danzante. L’ultima parte — tema con variazioni, con ripresa infine della Marcia iniziale — è uno di quei commiati a cui Beethoven ricorrerà anche in altre opere posteriori.

Abbozzi:

(1) 1° e 2°(?) movimento: GB-Lbl, Add. Ms. 29801 (“Kafka”), p. 103v. Datazione: dall’inverno 1796/97 al più tardi alla fine dell’estate 1797 (Johnson/Fischhof vol. 1 p. 177f), facsimile e trascrizione: Kerman/Kafka.

(2) Indicazione del tema per il movimento di variazione (?): GB-Lbl, Add. Ms. 29801 (“Kafka”), Bl. 98r. Datazione: 1794 (!) (Johnson/Fischhof vol. 1 p. 102), facsimile e trascrizione: Kerman/Kafka.

Commenti: In generale sulle Serenate di Beethoven – Witold: «Le Serenate composte da B. potrebbero essere considerate come opere minori se non fosse per la loro straordinaria originalità. In questi piccoli divertimenti l’autore si riannoda ad una tradizione nella quale Mozart, prima di lui, era magistralmente passato; e ciò avviene non solo rispettando lo spirito della serenata ma mettendosi al suo servizio con finezza, grazia, eleganza e fantasia».

In particolare sull’Op. 8 –

Wasielewski: «Piccolo quadro di genere, preziosamente lavorato, una vera serenata idealizzata».

Bruers: «Conoscere simili produzioni è quanto mai utile per valutare l’immensa rivoluzione creata da B. a brevissima distanza: tra questa Serenata e, ad esempio, la “Patetica” intercorrono due soli anni! »

Carli Ballola: «Si tratta di una vera Serenata, aperta e conclusa dalla tradizionale Marcia che accompagnava l’arrivo e la partenza dei musicanti, semplicissima nella struttura, tutta morbida di “friandises” melodiche e ritmiche, e di sensuale bellezza di suono».

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